Cure sempre più costose e diritto alla salute sempre più a rischio
Un amico da qualche anno in pensione mi raccontava l’altro giorno che ha dovuto chiedere un prestito p
er far operare sua moglie di cataratta. Un’operazione banale, non ti ricoverano nemmeno, ma se vuoi farla con la sanità pubblica i tempi di attesa a Napoli sono di un anno e mezzo o due.
E allora paghi, nel caso specifico 2.000 euro per occhio, quando non puoi proprio più rimandare. Paghi perché trascurare una patologia pur comune fra le persone anziane può portare a gravi conseguenze per la vista, quindi non hai alternativa. E per pagare sempre più persone sono costrette come il mio amico a fare debiti, perché nel frattempo è aumentato tutto e con lo stipendio o la pensione fai davvero fatica a vivere.
Circa il 5% di tutti i prestiti erogati nella nostra regione serve a pagare cure mediche, per una cifra media di 5.362 euro da restituire in quattro o cinque anni. Il nostro sistema sanitario nazionale che ci veniva invidiato da mezzo mondo, è ormai ridotto dalla riforma del Titolo V del 2001 a uno spezzatino, anticipando gli effetti nefasti che produrrà l'autonomia differenziata se non riusciremo a fermarla.
Viviamo quindi in un paese che per strutture e competenza potrebbe garantire teoricamente il pieno diritto alla salute a tutte e a tutti, ma lo cancella in quanto tale trasformandolo in una merce per chi la può comprare, anche facendo debiti. Non siamo ancora alla brutalità della sanità americana, ma ci stiamo avvicinando di fatto ad ampie falcate.