Giovedì, 21 Novembre 2024

Il mare negato a Napoli: proviamo ad attrezzare le nostre spiagge

Tutto quello che si dice, si scrive ed eventualmente si fa a giugno inoltrato non cambia il fatto che per la stragrande maggioranza dei napoletani che non possono o non vogliono pagare anche quest’estate sarà un’estate da mare negato. Credo che la sfiducia nella politica e nelle istituzioni, sempre più evidente a ogni tornata elettorale, dipenda proprio dal fatto che i cittadini percepiscono l’una e le altre come incapaci di produrre dei cambiamenti nella loro vita quotidiana, migliorandola.

Da consigliere comunale eletto in questa città penso perciò che dobbiamo iniziare ora a predisporre un piano per la prossima estate, confrontandoci con le cittadine e i cittadini e comunicando lo stato dell’arte via via nei prossimi mesi. È un impegno che va assunto con la città.

Perché va bene ovviamente la bonifica della Spiaggia libera delle Monache, ma resta un atto dovuto perché al di là dell’inaccettabile indecenza i cento sacchi di rifiuti raccolti erano una bomba igienico-sanitaria. Per lo stesso motivo andrà garantita la pulizia frequente e periodica degli arenili. Resta però il fatto che sommando i 450 posti a numero chiuso di questa spiaggia ai pochi altri lembi di mare pubblico presenti in città i numeri sono impietosi. Uso una parola forte perché se dico insufficienti avverto la schiacciante inadeguatezza del termine.

E poi dove sono le docce e quel minimo di servizi che andrebbero garantiti anche su una spiaggia pubblica? Senza la possibilità di un ristoro, anche l’elioterapia che dovrebbe essere garantita non si capisce bene quando a San Giovanni a Teduccio e a Bagnoli perde molto del suo fascino.

Anche alla luce delle pressioni europee per la fine della proroga a oltranza delle concessioni balneari, l’anno prossimo deve essere l’anno zero. E non può bastare che le spiagge passino da un privato all’altro. Certo, il fatto che le finanze pubbliche ricavano due spiccioli da un business milionario è un problema, ma bisogna ragionare anche in una prospettiva diversa. A Napoli le concessioni devono passare tutte al comune, anche quelle attualmente nella disponibilità dell’autorità portuale e nella riassegnazione una percentuale significativa va destinata alle spiagge pubbliche. Attrezzate e dotate di servizi, non lande assolate nella terra di nessuno. Così come vanno valutate concretamente tutte le opzioni disponibili per aumentare la superficie del mare per tutti.

Piattaforme rimovibili lungo tutto il litorale di Mergellina, perché no? Parliamone, ma iniziamo a farlo ora e iniziamo a farlo con la città.

Sergio D'Angelo
Author: Sergio D'Angelo
Napoletano, tra i massimi esperti di politiche sociali, terzo settore e finanza etica in Italia. A lui si devono numerose battaglie per il lavoro, l’istruzione, le pari opportunità, la sanità, il welfare. Fondatore e presidente del gruppo di imprese sociali Gesco, è stato assessore comunale al welfare e commissario straordinario dell’ABC, azienda speciale per la gestione dell’acqua pubblica del Comune di Napoli. Nell’ottobre 2021 è stato eletto in consiglio comunale come capolista di Napoli Solidale. È giornalista pubblicista e opinionista del Corriere del Mezzogiorno.

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