Autonomia differenziata, una battaglia di tutti
Mentre Calderoli è costretto a fare un passo indietro, dopo l’ennesimo parere negativo sull’autonomia differenziata, stavolta quello pesante di Bankitalia, è una buona notizia l’iniziativa indetta dal Pd a Napoli il 14 e 15 luglio che chiama a raccolta i sindaci del Mezzogiorno. Non solo quelli del proprio partito, ma un invito rivolto a tutti i primi cittadini del sud perché la battaglia contro l’autonomia è e deve essere una questione trasversale.
Comprendo la freddezza con la quale qualcuno ha accolto l’invito, o il diniego di altri. Tuttavia credo che questa vicenda mostri più in generale una linea di condotta che andrebbe perseguita.
Lasciamo da parte per il momento gli obiettivi di altissimo profilo come un soggetto politico unitario a sinistra, e pure quelli di livello intermedio come eventuali e futuri accordi elettorali. Credo banalmente che oggi l’opposizione debba fare ogni sforzo possibile per individuare alcuni punti qualificanti sui quali procedere unita, anche lasciando da parte ogni possibile divergenza su altre questioni.
Innanzitutto, la lotta all’autonomia differenziata. Ma anche il sostegno delle 400mila famiglie che tra pochi giorni perderanno il Reddito di Cittadinanza. Le misure al ribasso previste dal governo Meloni sono inconsistenti, così come la “formazione” è una specie di Bignami che dovrebbe trasformare in qualche mese persone avanti con gli anni e senza competenze in lavoratori appetibili per le aziende. E una battaglia vera va condotta sul fronte del salario minimo perché è indecente che in questo paese, ma soprattutto al sud, tanti lavorino per 3 o 4 euro l’ora. Spia di un problema salariale che riguarda più in generale le paghe dei lavoratori italiani ferme da trent’anni.
L’iniziativa del 14 e 15 luglio contro l’autonomia differenziata avrà tanto più senso quanto più sarà attraversata e partecipata da una molteplicità di soggetti. Non possiamo permettere né permetterci che questo scempio si compia.