Domenica, 22 Dicembre 2024

Ansia? Impariamo a riconoscerla e a trasformarla in energia

Un recente studio dell’Oms ha definito l’ansia come il male del secolo. Oggi assistiamo a un incremento dei livelli di ansia e di stress, soprattutto nel post-pandemia e tra adolescenti e bambini.

Stando a una ricerca riportata  da un articolo della Fondazione Patrizio Paoletti, scritto con più di 10 ricercatori provenienti da diverse università del mondo, dal titolo Cosa abbiamo imparato dal Covid,  da gennaio 2020 al gennaio 2021, a livello mondiale, c’è stato un picco di casi, in particolare un aumento del 27% per la depressione e del 25% per l’ansia.

“Il quadro globale non è entusiasmante e l’Italia non se ne distacca, registrando nell’ultimo anno picchi di ansia del 60%, soprattutto tra i giovani, accompagnati in genere anche da sensazioni come noia, demotivazione e solitudine”.

A spiegarlo è la psicologa Tania Di Giuseppe, responsabile della ricerca psico-pedagogica per la Fondazione Patrizio Paoletti, ente no profit e di ricerca nato nel 2000 per iniziativa per iniziativa di Patrizio Paoletti e di un gruppo di ricercatori, pedagogisti, psicologi, sociologi, medici e imprenditori, che ha dedicato a questo delicato tema un webinar gratuito (in programma oggi, mercoledì 28 settembre dalle ore 21).

Ansia Impariamo a riconoscerla e a trasformarla in energia 1

Cosa abbiamo imparato dalla pandemia?

Non sappiamo ancora fino in fondo le conseguenze che la pandemia ancora porterà in termini di salute mentale da qui ai prossimi anni. Perciò come Fondazione Paoletti cerchiamo di sensibilizzare il più possibile al tema della prevenzione e del benessere quindi anche dell’ansia, affinché tutti, a partire dai genitori e dagli educatori, possano imparare a riconoscerla e a guardarne gli aspetti positivi, in un’ottica di prevenzione e gestione dei sintomi.

Proviamo a definirla, cosa si intende per ansia?

L’ansia è uno stato psicofisico, caratterizzato da preoccupazione, tensione, apprensione, in cui il focus attentivo è diretto sull’evento che dobbiamo affrontare; da un punto di vista fisiologico molti sono i sintomi della comparsa dell’ansia: può manifestarsi sotto forma di battito cardiaco accelerato,  sudorazione e aumento della pressione sanguigna, respiro superficiale; ma ha anche una componente adattiva perché ci permette, attraverso la carica di adrenalina che produce, di affrontare un imprevisto o una difficoltà. Fin qui parliamo di ansia normale, altra cosa è quando diventa patologica.

Come avviene il passaggio da ansia normale a ansia patologica?

L’ansia diventa patologica quando la percezione di pericolo diventa continuo e invasivo nella vita delle persone: molte situazioni che possono essere gestite con una ansia nella norma diventano al limite per colui che è vittima di attacchi di ansia o, peggio ancora, di panico. Ci sono persone per cui anche uscire di casa o per i ragazzi andare a scuola ad esempio, può essere fonte di angoscia e la sofferenza diventa insopportabile, arrivando persino, nei casi più gravi,  ad avere paura di morire. 

Come si riconosce un attacco di ansia?

Noi poniamo l’accento sulla possibilità di riuscire a capirne i sintomi per riconoscerla e trattarla prima che sia troppo tardi, proprio perché conoscendola abbiamo delle sentinelle d’allarme, riusciamo a metterci in moto, impariamo ad accoglierla, gestirla e a trasformarla addirittura in qualcosa di positivo, uno strumento per conoscerci meglio, per darci uno stop e capire cosa sta accadendo in noi. 

In casi di ansia generalizzata, come facciamo a individuare le cause?

Le cause possono essere molteplici e diverse a seconda delle situazioni ma il primo passo da fare è quello di riuscire a prenderci un momento per noi per riflettere, ricaricarci, parlarci meglio. E’ molto utile imparare a rilassarci, ascoltare il nostro respiro per calmarci e riprendere lucidità. Quello che noi proponiamo, come nostro approccio pedagogico, è la cosiddetta “pratica del silenzio”. Naturalmente quando l’ansia è così pervasiva da impattare in modo negativo e limitante nelle diverse sfere della nostra vita, da quella personale a quella lavorativa, significa che abbiamo bisogno dell’aiuto di un esperto. 

Cos’è la pratica del silenzio?

La pratica del silenzio parte dal presupposto che anche in pochi minuti di meditazione, è possibile fare un check, orientarci a ciò che desideriamo veramente attraverso un lavoro di accoglienza di noi stessi, di accettazione, di ascolto della nostra parte più profonda, delle nostre preferenze più intime e imparare a ri-valutare positivamente gli eventi per muoverci ad azioni pratiche che ci permettono di affrontare e superare le difficoltà. Noi diciamo che ogni uomo è un educatore, se un genitore vuole aiutare il proprio figlio o un insegnante il suo alunno, deve coltivare questa pratica prima in se stesso, perché i bambini e gli adolescenti, grazie alle cellule specchio, assorbono tutto, le emozioni positive, come le sensazioni negative. L’ansia è come un’onda e scatena il contagio emotivo. Quindi partiamo prima da noi stessi, da noi adulti.

Nel webinar gratuito di oggi “La gestione dell’ansia - Il potere della pratica del silenzio”, l’equipe psico-pedagogica di Fondazione Patrizio Paoletti ci condurrà alla scoperta delle strategie per gestire l’ansia: riconoscerla e superarla per aiutare noi stessi e i nostri figli e allievi ad essere più capaci di interagire con le proprie emozioni, trasformando le difficoltà in opportunità per conoscersi e crescere. 

È ancora possibile iscriversi qui: https://bit.ly/gestione-ansia-webinar

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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