Napoli. Quel “terzo mondo” che vogliono tutti
In barba a ciò che ha recentemente scritto Valerie Segond, giornalista del quotidiano francese “Le Figaro”, che ha definito Napoli una “città da terzo mondo”,Napoli è, nei fatti, il “prodotto” d’esportazione italiano per eccellenza.
Anche negli stereotipi che gravano sul capoluogo partenopeo, con l’identificazione della città in “Pizza, mandolino e Vesuvio”, nella definizione dell’immagine che il mondo ha dell’Italia, Napoli ha un grosso peso. A partire dai social: Napoli è, ad oggi, è la città italiana con più like su Facebook. E poi c’è il mondo del food: pizzerie, ristoranti, negozi di specialità napoletane e campane sono prese d’assalto ad ogni latitudine. Senza dimenticare il recente boom in ambito cinematografico: Napoli è infatti il “set” più ambito d’Italia, con fiction, serie tv e film qui girati e destinati ad un pubblico internazionale.
Partiamo quindi alla scoperta di alcuni simboli della cultura partenopea disseminati sul globo. Perché se è vero che di “terzo mondo” si parla, ad un po’ di questo terzo mondo ambiscono tutti.
Magnà – la pizza a portafogli nel cuore di Parigi
Situato nella zona di Saint-Georges a due passi da Pigalle, a Parigi, Magnà è una gettonatissimo business di street food che vende esclusivamente pizza a portafogli. E mentre il prezzo medio a Port’Alba di questo “gioiellino” di acqua, farina e pomodoro è di circa 1 euro e cinquanta, da Magnà i francesi lo pagano anche 14 euro.
L’idea geniale di Julien Serri, franco-napoletano con l’occhio per gli affari, ha unito tradizione napoletana alle necessità di un pasto rapido e gustoso in una città che è sempre di corsa.
Magnà Street Food - 48 Rue Notre Dame de Lorette, 75009 Paris, France
Il presepe napoletano alla conquista della Grande Mela
Che te ne fai delle lussuose luminarie sulla fifth avenue o dell’albero di Natale del Rockefeller Center: ai newyorkesi “Ce piace ‘o presepe”. A portare il presepe napoletano nel cuore di New York furono i fratelli Scuotto, artisti a 360 gradi ma con una tradizione famigliare nell’arte presepiale – che con “la Scarabattola” hanno portato la “Nativity of Mercy” St. Patrick’s Old Cathedral di New York qualche anno fa. Un vero e proprio colpo di fulmine che dura ancora oggi. Numerosissimi sono gli appassionati statunitensi che acquistano in città e online i preziosi “pastori” in terracotta.
Con Rocco Speranza la canzone napoletana sbarca alla Sydney Opera House
È proprio una favola a lieto fine quella di Rocco Speranza, tenore nato all’ombra del Vesuvio ed emigrante in Australia. Con il singolo “Dov’è la musica” firma nel 2019 un contratto con la casa discografica della Sidney Opera House.
https://opera.org.au/artist/rocco-speranza/
La scuola di Posillipo? La fondò un olandese
Una vera e propria dichiarazione d’amore su tela per la città di Napoli: il pittore olandese Anton Sminck Van Pitloo giunse in città nel 1815 per non andarsene mai più. Rimase affascinato a tal punto dalla particolare luce di questa città e dagli effetti da essa creati sul paesaggio da dedicarvi i suoi studi artistici, fino a fondare la “Scuola di Posillipo”. I suoi dipinti e quelli dei suoi “discepoli” – primo fra tutti Giacinto Gigante - sono oggi esposti nei musei di tutto il mondo.