Sabato, 23 Novembre 2024

Comunità senza soldi: Jonathan scrive al ministro Cartabia

Otto mesi senza pagamenti. Diventa insostenibile la situazione delle comunità Jonathan e Oliver che accolgono ragazzi in conflitto con la giustizia, seguendoli in percorsi di recupero e di reinserimento sociale. Per questo i responsabili di Jonathan, Silvia Ricciardi ed Enzo Morgera, hanno scritto una lettera aperta al ministro per la Giustizia Marta Cartabia.

“Diverse strutture come le nostre – si legge - sono sull’orlo della chiusura a causa dei ritardi del Centro Giustizia Minorile della Campania nei pagamenti delle fatture per l’accoglienza dei minori dell’area penale: ritardi che si protraggono fino a 7 o 8 mesi. Ritardi insopportabili per piccole organizzazioni come la nostra. Tali strutture vengono silenziosamente abbandonate sulla frontiera della “presa in carico” senza garanzie da parte delle istituzioni: è un po’ come se il nostro destino sociale dovesse essere simile a quello dei ragazzi che accogliamo ogni giorno, ossia un destino di esclusione e di fragilità economica e sociale. Gli operatori e le operatrici, a causa di questi ritardi, vedono messa in discussione la propria vita familiare, amicale e sociale per l’impossibilità di pianificare qualsiasi forma di progettualità presente e futura”.

Una situazione oggettivamente insostenibile, spiegano i responsabili dell’associazione Jonathan, perché le comunità dell’area penale non hanno facile accesso a fonti alternative di finanziamento e vengono anche pagate molto di meno delle strutture analoghe del Nord Italia. Inoltre le comunità devono farsi carico del costo dei permessi accordati ai ragazzi, che “sono parte integrante del progetto educativo individualizzato” ma non vengono conteggiati dal Centro di Giustizia Minorile e restano quindi a carico delle comunità.

Infine, denuncia Jonathan, “la Campania è una delle poche regioni, se non addirittura l’unica dove le comunità non possono accogliere più di tre o al massimo quattro ragazzi dell’area penale contemporaneamente e questa prassi determina una promiscuità tra minori oggetto di provvedimenti diversi, con conseguenze disfunzionali sotto il profilo educativo e trattamentale giacché mette insieme bambini, adolescenti, giovani adulti e minori stranieri non accompagnati”.

Jonathan richiama il riconoscimento della dignità del lavoro e del ruolo sussidiario, previsto dalle leggi e dalla Costituzione, del terzo settore e delle comunità di accoglienza e invita il ministro Cartabia a intervenire, nell’ottica anche di “un’altra idea della responsabilità pubblica, in particolare per valorizzare la “cura della relazione” e le relative esperienze di frontiera”.

Ida Palisi
Author: Ida Palisi
Giornalista professionista, esperta di comunicazione sociale, dirige l’Ufficio Comunicazione Gesco. Collabora con il Corriere del Mezzogiorno per le pagine della Cultura.

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