Fondazione Banco di Napoli, le celebrazioni per il riconoscimento Unesco
Un importante riconoscimento per la Fondazione Banco di Napoli che ha ottenuto l’iscrizione del Fondo Apodissario dell’Archivio Storico nel Registro della memoria del Mondo tenuto dall’Unesco, in cui sono iscritti tutti i documenti più rilevanti per la conservazione della storia dell’umanità.
L’iniziativa è stata presentata sabato 27 maggio 2023 nella sede della Fondazione, alla presenza di Andrea Mazzucchi, consigliere delegato del Sindaco per Biblioteche e Patto per la Lettura, Gabriele Capone, soprintendente archivistico e bibliografico della Campania, accolti dal presidente della Fondazione Orazio Abbamonte, che ha raccontato come si sia arrivati al prestigioso riconoscimento.
GUARDA IL SERVIZIO
I commenti
«Il valore straordinario, l’autentica sterminata miniera di informazioni distribuita tra i milioni di polizze - ha commentato Abbamonte - gli assegni bancari dell’epoca, conservate nelle stanze di questo edificio, ha ottenuto finalmente un meritato attestato di rilevanza e diffusione mondiale. Il coordinamento di tutte le componenti della Fondazione è stato svolto dal direttore Generale Ciro Castaldo, che ha anche avuto il merito di saper individuare la persona che ha avuto a sua volta il carico di tenere insieme le fila delle tante attività che hanno si è dovuto porre in essere per giungere alla meta, l’architetto Maria Teresa Iaquinta. Un ringraziamento particolare, al direttore Luciano Scala, che con la sua esperienza e competenza ha offerto un contributo decisivo alla formazione del dossier inoltrato a Parigi. E un ringraziamento particolare va a Mounier Bouscenaki, che ha, grazie alla straordinaria considerazione di cui gode presso l’Unesco, ha fatto da mentore del progetto, permettendo ad esso di essere giudicato nella giusta prospettiva
Infine, il mio personale ringraziamento ai dipendenti tutti della Fondazione Banco Napoli e della sua strumentale, il Cartastorie, per l’impegno profuso, ciascuno secondo le proprie competenze e capacità, nel perseguimento del successo dell’iniziativa».
«L’archivio storico del Banco di Napoli è un deposito di materiale straordinario, che rappresenta la storia globale, un unicum, interessante e intrigante - ha commentato Mazzucchi - un luogo perfettamente conservato, che coltiva la memoria del patrimonio scritto. Il riconoscimento UNESCO è per la città un grande privilegio, che dimostra il nostro rilievo culturale. e l’importanza del tema della conservazione».
Le motivazioni della candidatura
Cambiamento di modelli di vita e di cultura
La nascita della rete dei banchi napoletani e le dinamiche che caratterizzano e accomunano la loro esistenza e il loro funzionamento provocarono, dalla seconda metà del XVI secolo, un profondo cambiamento degli schemi di pagamento e del rapporto degli individui con il denaro.
L’evoluzione nelle abitudini di gestione del denaro è stata segnata infatti, in età moderna, da un passaggio particolarmente significativo: l’invenzione della fede di credito. Nella forma di un piccolo foglio di carta autenticata dalla banca, la fede di credito si presenta come un titolo all’ordine, universalmente riconosciuto e garantito dal sistema (non da gruppi di privati specializzati), girabile a terzi (da firmare per accettazione) e corredato da una causale descrittiva, molto spesso specifica e accurata.
La fede di credito, dando forma e sostanza alla promessa di un’istituzione bancaria di convertire un titolo in liquidità, rivoluziona il modo di spendere il denaro e consente una circolazione dei beni tracciabile e descrittiva come mai prima nella storia dell’umanità.
Tale schema sarà ripreso a riferimento nel percorso di evoluzione di tutti gli istituti di credito europei. Si esaltò al massimo la funzione di mediazione negli scambi della carta-moneta, alla base della rapidità nella circolazione delle merci, tipica di una società che dal pre-capitalismo s’avvia verso un capitalismo più maturo.
Il Fondo
Il Fondo apodissario degli antichi banchi pubblici napoletani (1573-1809) è la parte dell’Archivio Storico che documenta i rapporti con la clientela (persone, enti, organizzazioni e istituzioni) degli otto banchi pubblici napoletani operanti dal XVI al XIX secolo.
Il Fondo testimonia l’evoluzione nella circolazione di denaro passando dalla moneta all’istituzione delle fedi di credito (le bancali, antesignane dei moderni titoli all’ordine) e delle madrefedi, sorta di primordiale conto corrente. Grazie alle dettagliate causali di pagamento, il Fondo apodissario costituisce un archivio di informazioni di straordinario interesse sull'età moderna non solo del Regno di Napoli, ma anche degli Stati europei e del mondo intero.
Il Fondo apodissario - unico per estensione temporale e numero di istituti presenti – consente, infatti, ricostruzioni storiche di età moderna su scala europea ed oltre, attraverso le ricchissime informazioni legate alla specificità degli scambi nell'attività bancaria.