Diritti dell’infanzia, a Napoli buone pratiche per la tutela e l’educazione positiva
Una rete di organizzazioni europee attive nella proposta di servizi per l’infanzia e per la formazione, e in particolare il Centro di psicopedagogia e psicomotricità Kiribil e la EDE Fundazioa di Bilbao (Spagna), la Frederick University di Nicosia (Cipro) sono in visita a Napoli fino al 5 ottobre 2023, per conoscere le esperienze positive e i progetti in corso nel territorio napoletano e italiano, grazie all’invito di Edi onlus.
Sul tema del contrasto e la prevenzione alla violenza e abusi contro i minori, per confrontarsi su strumenti di tutela e di sensibilizzazione nelle scuole e nei centri educativi non formali, EDI onlus porta il progetto Scatti, Scuola e Comunità Attive per la Tutela dell’Infanzia, finanziato dalla fondazione di Comunità di Milano, che coinvolge 2 scuole dei quartieri Giambellino e Lorenteggio, in dialogo con il progetto Diritti alla Terza in atto negli I.C. Russo Montale, Mastriani, Fava Gioia e Novaro Cavour di Napoli.
I partecipanti all’evento visiteranno numerose realtà locali, scuole e enti del Terzo Settore, ma soprattutto parleranno di “Buen Trato” come lo chiamano a Bilbao, ossia il contrario di maltrattamento.
Violenza, un fenomeno nascosto ma ancora diffuso
I dati riportati nella Relazione sulla situazione mondiale della prevenzione della violenza contro i bambini (OMS 2020), indicano che una persona minorenne su cinque dai 2 ai 17 anni è vittima di qualche tipo di violenza. Circa 300 milioni di ragazze e ragazzi di età compresa tra 2 e 4 anni nel mondo sono sottoposti a punizioni violente da parte dei loro caregiver.
Un terzo degli studenti di età compresa tra 11 e 15 anni nel mondo sono stati vittime di intimidazioni da parte dei loro coetanei nell’ultimo mese, e si stima che 120 milioni di ragazze hanno avuto una sorta di contatto sessuale contro la loro volontà prima di compiere 20 anni.
In Italia 9 minorenni ogni 1.000 abitanti (considerando solo la popolazione minorenne) sono in carico ai Servizi Sociali per maltrattamento.
Nella stragrande maggioranza dei casi - il 91,4% - gli autori di maltrattamento sono familiari, mentre nell’8,6% dei casi gli autori non fanno parte della cerchia familiare.
Le segnalazioni vengono fatte prevalentemente dall’Autorità giudiziaria (42,6%), seguito da quelle della famiglia (17,9%), della scuola (16,1% ), di ospedali e pediatra (5,6%), e da tutte quelle realtà aggregative extra scolastiche (17,8%) .
Diritti 3 a Napoli
Il titolo del progetto Diritti 3 illustra come all’interno del progetto si sperimenta un modello di intervento integrato di contrasto alla povertà educativa che mette in rete le componenti fondamentali dei tre soggetti attivi sul territorio: Ets, scuole ed enti locali; e lavora per rafforzare i tre attori principali dei processi di apprendimento e insegnamento: ragazzi e ragazze, famiglie e insegnanti/educatori. Si lavora su tre principi della Convenzione sui diritti dell’infanzia e adolescenza: partecipazione, mon discriminazione e protezione. Il tutto per raggiungere tre risultati chiave: un approccio integrato nell’accompagnamento delle famiglie, una maggiore tutela on/offline, e il rafforzamento/ampliamento dell’offerta educativa fuori e dentro la scuola. Le attività sono rivolte rivolte a ragazzi i ragazze della fascia di età 5-14 anni e alle loro famiglie.
Le attività per le scuole
Nelle scuole sono realizzati percorsi educativi innovativi, avendo cura dell’inclusione degli alunni più fragili o con BES, per favorire il benessere psico-fisico degli alunni per il contrasto a bullismo e cyberbullismo (attraverso peer education), percorsi di Orientamento (con escape room), Teatro-Arte-Terapia, progettazione partecipata dei tempi e degli spazi scolastici.
Parallelamente si interviene per la promozione della scuola come attore centrale nel sostegno alla crescita dei minori e delle loro famiglie: tema che EDI ritiene strategico in ogni intervento. In particolare si vuole arrivare al rafforzamento dei comitati genitori proponendo formazioni sull’uso consapevole delle Tecnologie Digitali in supporto alla Didattica Digitale Integrata, e percorsi sulla genitorialità positiva in grado di rafforzare l’assunzione di responsabilità nella dimensione onlife.
Il Modello Educativo Integrato
In quest’ottica viene sperimentato il Modello Educativo Integrato (M.E.I.) di intervento orientato a sviluppare un meccanismo globale di presa in carico attraverso due presidi educativi e di legalità già esistenti che implementeranno una rete diffusa di sostegno che opera in sinergia con le scuole e i Centri di Servizio Sociale. Le attività extrascolastiche si articoleranno in un’offerta organica e non standardizzata di proposte educative: Educativa territoriale, Educativa di strada, Educativa Domiciliare, Outdoor Education, Sport.
Le attività di progetto arrivano anche a implementare un Polo di Mediazione Comunitaria con servizi trasversali e continuativi di segretariato sociale e sostegno genitoriale quali mediazione familiare, la mediazione linguistica-culturale, la consulenza psicologica e counselling familiare. Il Polo di Mediazione funziona sia a sportello, aperto alla fruizione libera delle famiglie, sia come servizio itinerante “a chiamata”, con l’intervento diretto degli operatori presso abitazioni, scuole e uffici pubblici e privati del territorio.
Policy di Child Safeguarding
Ad affiancare questo percorso inoltre vi è la creazione e implementazione di Sistemi di Tutela dei Minori (Policy ed e-policy scolastiche) che si occupa di costruire codici di condotta e prassi in grado di rispondere in modo adeguato e tempestivo a preoccupazioni o sospetti circa la tutela dei minorenni.
I tavoli territoriali per la capitalizzazione delle esperienze
Un’importante tappa per il rafforzamento del ruolo della comunità educante e per favorire lo scambio di competenze e la capitalizzazione dell’esperienza con l’intera città sarà l’organizzazione di Tavoli territoriali ovvero incontri partecipati da tutti gli attori durante tutto il periodo dell’intervento porteranno alla definizione di una Strategia comune di contrasto alla povertà educativa che sarà raccolta in una pubblicazione finale (Linee Guida)
«La policy di tutela - spiega Isabella Tenti, responsabile nazionale Policy di Tutela di EDI onlus - è un documento operativo che viene adottato per ridurre al massimo i rischi di abuso, maltrattamento o malpratiche a danno di minorenni sia online che offline, va quindi rafforzare la prevenzione di fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Si tratta non solo di avere delle procedure di prevenzione e segnalazione chiare e note a tutto il personale, ma di far sì che anche bambini e bambine, così come le loro famiglie sappiano che cosa aspettarsi e come agire per la massima tutela dei diritti dell’infanzia».
L’approccio proposto per tutti gli interventi educativi e formativi sia verso persone adulte sia verso le persone minorenni è l’Educazione Positiva: un approccio educativo che si concentra sulla promozione del benessere emotivo, sociale e cognitivo dei bambini, attraverso l’uso di tecniche e strategie che enfatizzano la positività, la collaborazione e la comunicazione efficace. L’obiettivo dell'Educazione Positiva è quello di favorire lo sviluppo di bambini felici, sicuri di sé e capaci di affrontare le sfide della vita in modo positivo.