Dossier regionale Povertà 2024: in Campania le famiglie restano indietro, a pesare la cancellazione del RdC
Presentato ieri all’Università degli Studi di Salerno, il Dossier Regionale 2024 sulla povertà - realizzato annualmente dalla Delegazione Regionale Caritas da oramai 20 anni - rappresenta un quadro molto complesso delle diverse forme di povertà presenti in Campania. La pubblicazione, coordinata da Ciro Grassini (sociologo e vice direttore della Caritas Diocesana di Pozzuoli), non vuole raccontare numeri, ma dare voce e volto alle tante persone che vivono situazioni di disagio quotidiano e si rivolgono alla Caritas in cerca di aiuto.
Famiglie in difficoltà senza Reddito di Cittadinanza
Due i dati più interessanti che vengono fuori dal report, a commentarli proprio il curatore, Ciro Grassini: “In generale, emerge che, anche se ci sono più persone che lavorano nel territorio, la povertà aumenta a causa dell’inflazione. Le persone cioè, anche quelle che lavorano, si sono impoverite per la bassa capacità di acquisto in base agli stipendi attuali”.
L’altro dato riguarda le conseguenze della cancellazione di una misura di contrasto alla povertà come il Reddito di Cittadinanza: “Una misura certamente migliorabile e con tante criticità ma che aveva il pregio di essere universalistica, a differenza dell’Assegno di Inclusione, che invece discrimina i poveri in meritevoli e non meritevoli, e mette insieme il discorso lavoro con quello della povertà, mentre si tratta di argomenti da tenere separati”.
Nello specifico, la misura del Reddito di Cittadinanza che nel 2023 è stata trasformata, per poi essere del tutto eliminata a fine anno, ha visto in Campania tra luglio e dicembre 2023 un calo di nuclei che hanno potuto usufruirne pari 71.471, ovvero 155.739 persone
Povertà educativa: in aumento i NEET
Tra le forme di povertà più evidenti e pervasive quella legata all’istruzione e alla formazione che riguarda tutte le fasce d’età. In particolare si segnala che i NEET (15-29 anni) ovvero i giovani che non hanno un impiego né lo cercano, né tantomeno sono impegnati in altre attività da cui ricavano una formazione, quali tirocini, periodi di apprendistato e corsi professionalizzanti sono in Campania il 26,9%, rispetto al 16,1% del dato italiano.
Inoltre, in Italia il 65,5% delle persone di 25-64 anni ha almeno una qualifica o un diploma secondario superiore, mentre in Campania sono solo il 56,8%. Anche rispetto all’istruzione superiore si evidenzia che in Italia i giovani di 25-34 anni che sono in possesso di una laurea o di un titolo di studio terziario sono il 30,6%, mentre in Campania sono il 26,6%. Inoltre i bambini di 0-2 anni che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia sono in Campania il 17,5%, valore più basso in assoluto a livello regionale, mentre in Italia è il 31,7%.
Lavoro: in Campania il tasso di occupati tra i più bassi d'Italia
Rispetto al mercato del lavoro le distanze tra il Sud e il resto del Paese sono enormi. Tra le regioni italiane il dato più esiguo rispetto ai tassi di occupazione è proprio quello della Campania con il 44,4%, rispetto al 61,5% italiano. Principalmente penalizzate sono le donne con un tasso di occupazione in Campania più basso in assoluto con il 31,1%.
Altra piaga lavorativa è rappresentata dal lavoro nero o grigio. L’Istat calcola che in Campania il 16,5% dei lavoratori è irregolare, seconda solo alla Calabria (19,6%), mentre in Italia la percentuale è dell’11,3%. Nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro, l’impatto dell'inflazione ne ha contrastato la possibile riduzione.
Salute, la Campania ha l’aspettativa di vita più bassa in Italia
Rispetto all’ambito della salute la Campania presenta il valore minimo della speranza di vita a livello nazionale sia per le femmine (83,6 anni), sia per i maschi (79,4 anni). Nascere in Campania comporta quindi un’aspettativa di vita molto più bassa di quella del resto del Paese, pari a 1,7 anni. La mortalità evitabile, che si riferisce ai decessi che potrebbero essere ridotti grazie alla diffusione di stili di vita più salutari e alla diminuzione di fattori di rischio ambientali e comportamentali, nonché grazie a un’assistenza sanitaria adeguata e accessibile, vede la Campania con il tasso del 25,0 valore nettamente più elevato del Paese, dove il valore per 10.000 abitanti è 19,2.
Anche rispetto all’indice di salute mentale la Campania presenta il valore peggiore a livello nazionale con punteggio medio standardizzato di 66,8, rispetto al 68,7 italiano.
Povertà assoluta e relativa: quasi un campano su due è a rischio
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 859mila famiglie, 10,2%). Il dato della povertà relativa in Italia nel 2023 è pari a 10,6% mentre su scala regionale la Campania presenta il 21,2%, peggiori solo i dati della Calabria (26,8%) e della Puglia (22,3%).
Secondo l’Eurostat nel 2023 il 21,4 % della popolazione dell'UE, 94,6 milioni di persone, è considerata a rischio di povertà o di esclusione sociale. Il Sud Italia è tra le aree dell’Unione europea che presenta i valori più elevati: in testa, Calabria (48,6%) e Campania (44,4%). In pratica sono a rischio povertà ed esclusione sociale quasi un campano su due.
Chi ha bisogno si rivolge alla Caritas
Insomma, il dossier evidenzia come tante famiglie già in difficoltà oggi facciano ancora più fatica ad andare avanti e siano costrette a chiedere aiuto alla Caritas. Il quadro generale è di forte emergenza: la Caritas nell’ultimo anno ha fatto da ammortizzatore sociale per molte famiglie che hanno perso il sostegno ricevuto in passato.
Sono soprattutto donne a rivolgersi agli sportelli: questa è una costante nei Centri di Ascolto della Campania ed è dovuta a ragioni principalmente culturali, che vedono la donna principale protagonista nell’interfaccia con le istituzioni quando la famiglia è in difficoltà, ma anche a una situazione lavorativa davvero precaria.
La maggioranza di coloro che sono in difficoltà si colloca nella fascia di età dai 35 ai 64 anni (66,1%), nonostante questa rappresenti la striscia di popolazione che dovrebbe essere in piena attività lavorativa e quindi meno bisognosa di aiuto.
Da questo link è possibile consultare il Dossier