Come fuoco, il film che grida giustizia per Mario Paciolla
“Tutto nasce da una canzone che avevo scritto per Mario, la mia prima canzone in napoletano, Semp ca’, la lettera di una mamma che scrive a un figlio lontano”.
Così Valerio Bruner, il cantautore napoletano che, insieme a Salvatore De Chiara e Alessandro Liccardo, ha firmato il documentario “corale” Come fuoco sulla vita di Mario Paciolla, il volontario delle Nazioni Unite trovato morto in Colombia nel luglio del 2020 in circostanze ancora da chiarire. Per uno strano “gioco del destino” la presentazione del film avviene a pochi giorni dalla decisione – che ha scioccato e indignato la famiglia Paciolla – della Procura di Roma di chiedere l’archiviazione del caso, classificando la sua morte come provocata da suicidio.
“Non si può essere ucciso – spiega Valerio, che Mario lo conosceva personalmente, e gli fanno eco amici e familiari di Paciolla – Mario era animato da un fuoco interiore, come intendiamo sottolineare con questo documentario, già dal suo titolo. Era una persona che aveva una grande gioia di vivere e di aiutare gli altri”. Perciò oggi (dalle 18.30) quello che si leverà dallo Spazio Comunale Piazza Forcella– che ospita la presentazione di “Come fuoco” come anteprima del Festival del Cinema dei Diritti Umani in programma a Napoli dal 16 al 26 novembre – sarà un grido di indignazione e di giustizia per Mario.
“Crediamo impossibile questa ipotesi del suicidio in un momento di depressione, Mario è stato ammazzato”, dice convinto Bruner, che con lui ha trascorso il periodo universitario. Erano gli anni tra il 2012 e il 2014. “Ci siamo entrambi laureati all’università L’Orientale – racconta – Lui ha sempre avuto una forte predisposizione per gli esteri e ci si è dedicato non solo nel percorso di studi ma anche con approfondimenti sul giornale dove scrivevamo, Levante”. I due giovani hanno anche condiviso la collaborazione per la rivista internazionale Cafèbabel: “Mario era responsabile della sezione napoletana”.
Ora, a pochi giorni da una sentenza che ha indignato tutti, questo racconto assume ancora più forza pensando al giovane attivista napoletano morto in Colombia, il cui caso si tentò di insabbiare sin da subito. “Quello che ci preme far venire fuori da questa narrazione collettiva, realizzata a più mani e a più voci – dice Valerio Bruner – è la verità, un racconto condiviso con chi Mario lo ha conosciuto davvero e vuole ricordarlo, perché non vada persa memoria e si continui a chiedere giustizia. Perché come in tanti altri casi simili, purtroppo, c’è il rischio che si dimentichi. Invece bisogna continuare a parlarne. Anche questo è il ruolo dell’arte”.
La proiezione del documentario - che gode del patrocinio morale di Comune di Napoli, Università degli Studi di Napoli L'Orientale, Articolo 21, Associazione Anna De Sio, SUGC Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Colombia Vive! Rete italiana di solidarietà con le comunità di pace colombiane - sarà seguita da un dibattito cui parteciperanno, oltre agli autori del film, e i rappresentanti di numerose associazioni, anche i genitori di Mario Paciolla, Pino Paciolla e Anna Motta.
Prevista la presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e del rettore dell’Università Orientale Roberto Tottoli.
L’evento sarà determinante per dare nuovo slancio alla richiesta di verità e giustizia che viene dal Comitato napoletano che non può accettare l’oblio dell’archiviazione del caso.
Per tutti gli aggiornamenti sul Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli: http://www.cinenapolidiritti.it