Domenica, 17 Novembre 2024

Poggioreale: la prima unione civile e i progetti di inclusione sociale in carcere

Si sono conosciuti e innamorati dietro le sbarre: G. e A., di 35 e 32 anni, due detenuti della casa circondariale G. Salvia di Poggioreale hanno deciso di coronare il loro amore sposandosi lì dove è nato. È stata così celebrata ieri all’interno del carcere napoletano la prima unione civile di una coppia gay: la cerimonia è stata officiata da un responsabile dell’ufficio di stato civile del Comune di Napoli alla presenza della Direzione della Casa Circondariale e di alcuni educatori della struttura.

“A Poggioreale sono detenute circa 40 persone tra omosessuali e transessuali. In particolare, il Padiglione Roma del carcere partenopeo ospita persone transessuali, detenuti tossicodipendenti, insieme a chi ha commesso reati sessuali”. A spiegarlo Antonello Sannino, presidente di Antinoo Arcigay Napoli, associazione che promuove proprio a Poggioreale una serie di progetti di formazione, inclusione sociale e inserimento lavorativo. Sannino annuncia anche che “Nei prossimi mesi ci sarà un’altra unione civile”. 

I progetti in carcere: dai laboratori di scrittura al tarallificio

Tra i progetti promossi nel carcere di Poggioreale c’è “Al di là del muro”, frutto di un protocollo di intesa tra l’associazione e la casa circondariale (insieme al Centro di Ateneo SINAPSI dell’Università Federico II di Napoli e Fondazione Genere Identità e Cultura), già sperimentato con successo all’interno del penitenziario femminile di Pozzuoli e che sarà presto esteso al carcere di Secondigliano. Si tratta di uno sportello che offre un sostegno psicologico, legale, ma anche ludico-letterario, a detenuti omosessuali e transessuali. All’interno di questa iniziativa è stato anche realizzato un corso di scrittura creativa.

Un vero e proprio laboratorio di formazione e inserimento lavorativo si sta realizzando a Poggioreale grazie al progetto Fortunato, che ha visto, da un anno a questa parte, la nascita di un centro di produzione del tarallo napoletano all’interno del carcere. Si tratta di una iniziativa promossa da Antinoo Arcigay Napoli e finanziata dalla Fondazione con il Sud (nell’ambito del bando “E vado a lavorare”) che, attraverso la costituzione di una cooperativa di produzione di taralli napoletani, vuole dare possibilità di riscatto a quanti hanno avuto la sola colpa di vivere in situazioni di marginalità sociale, con una attenzione particolare alla popolazione carceraria LGBT.

Un altro gruppo di detenuti di Poggioreale hanno prodotto delle canzoni grazie a un corso come tecnico del suono, realizzato nell’ambito di un progetto per l’inclusione socio-lavorativa dei detenuti finanziato dalla Regione Campania e gestito da Arci Mediterraneo Impresa Sociale e Antinoo Arcigay Napoli, in collaborazione con il Nuovo Teatro Sanità.

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Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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