Cooperativa sociale EVA: da 22 anni accanto alle donne per liberarle dalla violenza
Gestisce in Campania 5 Centri anti-violenza e 3 Case rifugio: la cooperativa sociale EVA, del gruppo Gesco, rappresenta una delle storiche e più radicate esperienze di donne impegnate accanto ad altre donne. Attiva dal 1999 anni nell’ambito della prevenzione e del contrato alla violenza maschile, accoglie e sostiene donne in difficoltà, insieme ai loro bambini, attraverso un ampio spettro di servizi e una serie di percorsi di emancipazione e inserimento sociale e lavorativo.
Ce ne parla l’attivista dei Cav Lella Palladino, già presidente di EVA, che incontriamo proprio presso la sede della cooperativa a Santa Maria Capua Vetere (Ce): “La violenza che mina di più la forza della donna è quella psicologica, quella che la porta a credere che non può uscirne, accanto a quella fisica e sessuale. Fortunatamente, negli ultimi anni si sta prestando maggiore attenzione anche al tema della violenza assistita dai bambini, ad esempio se ne parla in relazione agli orfani dei femminicidi, ma bisognerebbe fare molto di più per evitare situazioni del genere”.
Molto subdola è anche la violenza economica, spesso non riconosciuta perché siamo ancora legati a un modello culturale per cui il potere di gestione economica è prettamente maschile. Di questa forma di violenza e di aggressioni fisiche è stata vittima Angela Maria Merola che, raccontandoci la sua storia, si augura di smuovere le coscienze e spingere tutte quelle donne bloccate dalla paura a fare il primo passo, proprio come ha fatto lei, dopo anni di maltrattamenti da parte del marito e della famiglia di lui.
Eva aderisce alla Rete Nazionale Antiviolenza ed è referente provinciale del Numero Verde 1522 del Dipartimento per le Pari Opportunità. La cooperativa prende in carico complessivamente, di anno in anno e per diverse richieste, tra le 300 e 400 donne. Mentre sono poco più di venti le donne che segue all’interno delle case di accoglienza, dove c’è un numero massimo di persone che possono essere accolte a fronte di un fabbisogno molto superiore.
Gestisce 5 Centri anti-violenza e 3 Case rifugio.
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Quattro Cav si trovano in provincia di Caserta: “Aradia” (Via Jan Palach a Santa Maria Capua Vetere), “Eva” (Via Amendola 15 a Maddaloni), “Casa Lorena” (Via Benevento 26 a Casal di Principe), gestita all’interno di un bene confiscato alla camorra, che ospita da circa dieci anni anche “Le Ghiottonerie di Casa Lorena”, un laboratorio di produzione di confetture e catering per sostenere l’autonomia e l’inserimento lavorativo di donne liberate dalla violenza; “Bene Comune” (Piazza dei Giudici, Palazzo Municipale, Capua). Un altro centro si trova in provincia di Benevento, “Frida” (Via Isidoro Mastrobuoni a Cerreto Sannita).
Casa Lorena e il Centro Eva sono anche Case rifugio; poi c’è “Aisha” (a Telese Terme), una casa protetta per donne vittime di tratta e sfruttamento.
Dal 2020 è attivo EvaLab, laboratorio di sartoria che vede donne sopravvissute alla violenza maschile impegnate nel riutilizzo delle preziose “Sete di San Leucio”: anche in questo caso la sede è rappresentata da un bene confiscato alla camorra nel casalese (Via Bologna, la strada del clan dei casalesi). “Sta per partire un altro progetto di riciclo di stoffe e materiali di arredamento per produrre accessori – annuncia soddisfatta la Palladino – è una metafora importante per noi: diamo una nuova vita agli oggetti proprio come la seconda vita delle donne che si liberano dalla violenza”.
Maggiori informazioni sul sito www.cooperativaeva.com