Cosimo Alberti: Le puntate sulla tammurriata le dedico a Colasurdo
Ormai da otto anni presta il volto a Salvatore Cerruti, per gli amici Sasà, il simpatico vigile di Un Posto Al Sole, amico e confidente di Mariella, che spesso si trova alle prese con problemi di cuore. Ma l’attore napoletano Cosimo Alberti ha da poco ha festeggiato 30 anni di carriera teatrale e 20 di presenza televisiva, oltre ad avere una grandissima passione per la tammurriata, che insegna e a cui, peraltro, ha dedicato un libro con la prefazione di Marcello Colasurdo.
Al maestro, scomparso qualche settimana fa, che di questo genere popolare era il simbolo dalle nostre parti, Alberti era molto legato: «Ho avuto l’onore collaborare con lui e di averlo al mio matrimonio. So che seguiva con interesse e commentava Un Posto Al Sole. Sarebbe stato contento di vedere che in questo momento stiamo parlando della tammorra da lui tanto amata. Dedico le puntate che stanno andando in onda in questi giorni a lui».
Sasà in questo momento sta vivendo una relazione con Bufalotto/Castrese, il nipote di Mariella che non ha ancora fatto coming out con la famiglia. Crede siano ancora diffuse situazioni di questo tipo?
Purtroppo è ancora diffusa, nel nostro Paese, ben oltre quello che si possa immaginare, la paura di mostrarsi effettivamente per quello che si è. Siamo un popolo ipocrita, che preferisce vivere la propria vera natura di nascosto piuttosto che alla luce del sole, ma questo accade perché la società mette ancora delle etichette e molti argomenti sono ancora un tabù.
Uno dei punti di forza di Un Posto al Sole è proprio entrare nelle case delle persone, facendo riflettere su questi argomenti e scardinando pregiudizi e stereotipi.
Nel villaggio vacanze ad Ischia dove si trova Sasà in questo momento con Mariella e Guido c’è il maestro di tammorra, Cristian, interpretato proprio da Cristian Luino, che è suo marito. Come è stato lavorare con lui?
Non è la prima volta che lavoriamo insieme. Il suo personaggio, quello dell’istruttore di tammurriata, già aveva fatto la sua apparizione oltre cinque anni fa, nel presentare questo ballo tipico, e fu galeotto per noi Un Posto Al Sole che ci fece incontrare. In verità, lui lo conoscevo già di vista come personal trainer, stava facendo i provini per quel ruolo che alla fine ebbe. La nostra storia è cominciata sul set, con la benedizione di Antonella Prisco, che non poteva che diventare la nostra testimone di nozze.
Ironia della sorte, ora proprio lui che la tammurriata l’ha imparata da me nella vita, si trova ad insegnarla a me sulla scena! Sono molto contento che venga portato in tv questo genere musicale, di cui il re era Marcello Colasurdo. Lui era mio amico, purtroppo è scomparso da poche settimane. Voglio dedicargli queste puntate.
Bilancio di Un Posto Al Sole?
Sono al mio ottavo anno, il sentimento che mi accompagna è di soddisfazione. Questo lavoro mi permette di inseguire anche altre strade, come il teatro, senza avere l’ansia di portare il piatto a tavola. Poi oltre a quella professionale, c’è una viva soddisfazione personale, perché, con il mio personaggio, lotto contro l’omofobia, portando con delicatezza nelle case degli italiani le vicende del vigile Cerruti, con garbo e naturalezza, nello stile di Un Posto Al Sole.
Sasà resta un signore perbene, non trascende mai, nonostante i suoi guai con l’amore, questa è la sua cifra stilistica.
Amicizie nate sul set?
Antonella Prisco e Germano Bellavia sono due persone che sento molto vicine, ma ho un rapporto buono con tutti; ora sta nascendo una amicizia anche con Peppe Romano (Castrese) ma ho conservato ottimi rapporti anche con i miei “ex” sulla scena, come il dottore interpretato da Giovanni Caso.
Ha fatto tante cose, teatro, musica, libri, cosa manca?
Il cinema: lo sento, devo farlo. Vorrei interpretare un bel ruolo drammatico, perché finora sono conosciuto soprattutto come attore brillante che suona, balla e canta, ma ho dentro una parte di me che ancora non si è espresse e vorrei mostrarla. Mi piacerebbe lavorare con i grandi registi italiani, ho un debole per Marco Bellocchio, mentre i miei attori preferirti sono Toni Servillo e Pierfrancesco Favino, ma ci sono anche tanti giovani artisti che non vengono minimamente considerati perché la massa preferisce altro.
C’è un argomento sociale che ancora vorrebbe affrontare in Un Posto Al Sole?
Premesso che il mio personaggio ha già spaziato tanto a livello sociale, vorrei approfondire il tema, di cui si parla poco, delle barriere architettoniche. Da qualche anno finalmente le persone con disabilità sono uscite dalle loro case, perché si è presa coscienza che anche loro avessero diritto a vivere appieno la vita, ma poi se intorno il contesto non è accessibile, a partire dalle strade e dai mezzi di trasporto, diventa difficile esercitare davvero questo diritto.