Luigi Miele: vi presento Damiano, il poliziotto dal cuore tenero
Dice di amare soprattutto la parte tenera del suo personaggio, Damiano, il poliziotto “anti-eroe” pieno di contraddizioni e sfumature di Un Posto Al Sole. Luigi Miele, classe ’92, originario di Castellammare di Stabia, già volto noto ai telespettatori per le sue partecipazioni a serie di successo come La Squadra e Il Commissario Ricciardi (è stato protagonista di un episodio della seconda stagione), sta riservando ai telespettatori del social drama più longevo della Rai non pochi colpi di scena. Lo abbiamo conosciuto meglio sul set negli studi Rai di Napoli, proprio in quel salottino rosso del Caffè Vulcano in cui sono ambientate molte delle scene della fiction televisiva.
Damiano sta crescendo sempre di più. Come sta vivendo questo momento e questa prova attoriale?
Con stupore e ovviamente grande felicità: stupore, perché da quando ho cominciato con il personaggio circa un anno fa, non sapevo quanto sarebbe andato avanti e ancora adesso non so come andrà a finire; grande felicità perché sono molto soddisfatto, l’affetto del pubblico è enorme, ci premiano gli ascolti ma anche la risonanza delle storie sul web. La storia è avvincente e siamo tutti molto contenti.
Come definirebbe Damiano: un personaggio bifronte?
Certamente ha più anime. È quello che si confronta con strada, perché da ragazzo era uno scugnizzo e anche lui ne ha fatta qualcuna: questo gli conferisce durezza. Ma poi ha dentro di sé anche una grande tenerezza, non è il classico poliziotto o un supereroe ma un duro dal cuore tenero.
Luigi e Damiano, punti di contatto?
La tenerezza, io credo di essere una persona molto dolce, questo aspetto è molto forte in me e mi piace. Damiano però è un antieroe, fa spesso scelte discutibili, si fa un po’ prendere dall’impulso, io pondero meglio le mie decisioni, sono più rispettoso.
Quale sfaccettatura preferisce del suo personaggio?
La parte tenera, per certi versi vulnerabile: è bello vedere le fragilità di un personaggio, le insicurezze rendono tutti più interessanti.
Aveva un timore reverenziale verso i suoi colleghi quando, circa un anno fa, è entrato nel cast?
All’inizio devo dire che ho avuto uno shock, ma non per i colleghi che mi hanno fatto sentire subito a casa, sono tutti dei gran professionisti e con loro mi sono subito trovato bene. Quello che un poco mi ha intimorito è stata la grande macchina organizzativa che sta dietro Un Posto Al Sole, la velocità enorme che ti mette alla prova. Devi essere sempre pronto per la scena e per quello che la situazione richiede.
Seguiva già Un Posto Al Sole?
Io no, anche se conoscevo i colleghi che stavano da prima di me, ma in famiglia lo seguivano e ovviamente ora sono diventato il beniamino dei miei parenti.
Sogno del cassetto?
Il cinema: come ogni attore, sogno un film da protagonista con un regista importante. Il fatto di calarmi nei panni di qualcun altro mi è sempre piaciuto, io poi non sono mai pienamente soddisfatto di quello che faccio, perciò mi metto spesso in discussione.