Dreamscape, mostra sonora al Madre
Sarà al museo Madre “Dreamscape”, installazione sonora immersiva di Eva Frapiccini, artista multimediale e ricercatrice che lavora sui rapporti fra memoria, potere e cambiamenti sociopolitici. Dopo la prima tappa al Polo del ‘900 di Torino, il progetto itinerante, a cura di Paola Ugolini, sarà fruibile presso il museo d’arte contemporanea fino al 12 giugno.
Dreamscape è la seconda fase di elaborazione e restituzione di un archivio, frutto di un progetto di ricerca internazionale sviluppato da Eva Frapiccini dal 2011 al 2022, in occasione del quale migliaia di persone di diverse aree del mondo sono entrate nella sua Dreams’ Time Capsule per registrare il racconto di un loro sogno notturno. Attraverso questa pratica di ricerca etnografica Eva Frapiccini ha estrapolato alcuni temi ricorrenti, parole chiave, archetipi, figure simboliche e tensioni comuni.
“Lo scopo dell’archiviazione era di realizzare un lavoro utopico, raggiungere le persone in differenti aeree del mondo, per registrare i loro sogni notturni, per capire se ci fossero delle immagini comuni, testando l’inconscio collettivo junghiano.
Nel corso degli anni, durante votazioni storiche, pandemia, e referendum nazionali, a questa chiamata hanno risposto più di 2300 persone, che sono entrate nella struttura itinerante a Bogotà (Colombia), Il Cairo (Egitto), Stoccolma e Fittja (Svezia), Genova, Bergamo e Torino (Italia), Potsdam e Berlino (Germania), Sharjah e Dubai (Emirati Arabi), Manama (Bahrein), Riga (Lettonia), Wakefield (Regno Unito)” racconta l’artista.
Quest’anno l’artista ha invece messo al centro dell’opera la pratica dell’ascolto, realizzando un’installazione sonora immersiva che necessita della presenza del pubblico per essere attivata. Nello spazio espositivo in penombra, con la drammaturgia sonora inedita della sound artist Sara Berts, Dreamscape sposta l’attenzione da una visione a distanza a un’esperienza partecipativa intima e allo stesso tempo collettiva che rivela la dimensione universale dell’inconscio, poiché i sogni trascendono le culture di appartenenza di chi li genera. “Si può dire che le voci conservate nell’archivio appartengano ad un tempo sospeso, non sono nel passato e nel futuro, semplicemente sono, e ci parlino di qualcosa che è al di fuori del tempo: il viaggio onirico” afferma l’artista.
Il progetto Dreamscape ha ricevuto il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “ART~WAVES. Per la creatività, dall’idea alla scena” che guarda al consolidamento dell’identità creativa dei territori attraverso il sostegno alla programmazione nel campo delle performing arts e alla produzione creativa contemporanea, unendo ricerca, produzione, offerta e distribuzione in una logica di ecosistema per rafforzare le vocazioni artistiche del territorio.