Giovedì, 12 Giugno 2025

I Leoni dell’Accademia di Belle Arti di Napoli in restauro

La facciata monumentale dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ha temporaneamente una nuova veste, i due magnifici Leoni collocati ai lati della scalinata di accesso, fusione su modelli in gesso di Tommaso Solari, sono stati da pochi giorni trasferiti presso la fonderia Del Giudice dove saranno oggetto di un importante restauro.

L’iniziativa si è resa possibile grazie all’intervento dell’avv. Antonino Magliulo, membro del Consiglio di Amministrazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, di concerto con la Presidente Rosita Marchese e il Direttore Giuseppe Gaeta, e al principale sostegno del Lions Club Napoli Lamont Young, (con il quale l’Accademia ha sottoscritto un protocollo d’intesa), che nell’ambito delle sue attività d’impegno per la valorizzazione del patrimonio artistico e morale della città, ha attivato nel mese di dicembre 2024 una raccolta fondi con il contributo di numerosi partner  e amici, in grande parte destinati al restauro delle prestigiose opere dell’Accademia.

Il progetto di restauro nasce dopo anni di osservazioni e studi sulle opere, effettuati sotto la supervisione della delegata al patrimonio dell’Accademia di Belle Arti di Napoli la professoressa Federica De Rosa e con la collaborazione della professoressa Paola Fiore, delegata alla conservazione.

Dal 2018 ad oggi i leoni sono stati infatti oggetto di costanti monitoraggi condotti dalla docente restauratrice professoressa Merj Nesi, anche in collaborazione con il professore e fonditore Antonio Del Giudice. Il restauro strutturale, approvato dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, sarà condotto presso la Fonderia Nolana e verrà diretto dalla Nesi con Del Giudice e coordinato da Federica De Rosa. Tornati in sede, i  Leoni saranno ricollocati nella loro sede originaria e saranno oggetto di un restauro estetico en plein air a cura della Scuola di Restauro dell’Accademia, finalizzato a sensibilizzare la cittadinanza al rispetto e al decoro dei monumenti pubblici.

Storia dei Leoni

I due leoni siti sulla facciata dell'Accademia sono una fusione su modelli in gesso di Tommaso Solari, donati all'Accademia. Nei documenti conservati nell'Archivio storico dell’Accademia stessa, ad oggi rintracciati, si ha traccia dell'avvenuta fusione delle opere in 'ferro' ad opera della Ditta de Lamorte nel 1883. I due leoni in ferro andavano a sostituire due leoni, già precedentemente collocati in facciata e in gesso, lì posti verosimilmente in occasione dell'Esposizione Nazionale tenutasi a Napoli nel 1877. Il ministro Fiorelli approvò l'acquisto il 4 novembre 1882, mentre la ditta de Lamorte riceve i modelli in gesso nel febbraio del 1883 e consegna le opere nell'estate dello stesso anno.

Note sull’autore

Tommaso Solari nacque a Napoli il 4 settembre 1820 da Angelo e da Maria Orazi. Il padre e il nonno furono valenti scultori attivi a Napoli e in altri siti del Regno. Frequentò il Real Istituto di Belle Arti dal 1836 e vinse e frequentò il Pensionato di Roma dal 1842 al 1848, mentre esponeva con non pochi successi ad esposizioni e mostre, tra tutte quelle Borboniche. Rappresentante di un classicismo purista venato di toni romantici, Solari ha lasciato un elevato numero di opere, seppure di difficile documentazione. 

All’indomani dell’Unità italiana, Solari prese parte alla I Esposizione nazionale organizzata a Firenze nel 1861 e fu alla prima esposizione della Società promotrice di belle arti, fondata a Napoli in quell'anno. Nel 1862, assieme al maestro Angelini, offrì gratuitamente il suo impegno per la realizzazione del Monumento a Dante, da collocarsi nell’omonima piazza di Napoli, voluto fortemente da Luigi Settembrini, e inaugurato il 13 luglio 1871. 

Mentre continuava il favore del pubblico, dal 1863 lavorò per la celebrazione degli uomini illustri nel cortile della nuova Università Federico II di Napoli. Nel 1866 partecipò alla realizzazione del Monumento ai Martiri napoletani delle quattro rivoluzioni (1799, 1820, 1848 e 1860), personificate nei quattro leoni previsti dal progetto dell’architetto Errico Alvino: dei quattro leoni, assegnati a quattro scultori diversi, Solari realizzò quello simboleggiante i moti che condussero all’Unità. Nel 1877 partecipò alla Terza Mostra Nazionale, che si tenne a Napoli nel Real Istituto di Belle Arti, oggi Accademia. Vi espose sei opere, tra cui Un leone in bronzo.

Ultimo rappresentante del classicismo naturalistico della scuola napoletana, realizzò molti monumenti cittadini e tra gli altri: nel 1882 completò i dodici busti ancora oggi nel “Saloncino dei busti” di Castel Capuano a Napoli; nel 1888 firmò il Carlo I d’Angiò, una delle statue marmoree dei re di Napoli nelle nicchie del prospetto principale del Palazzo Reale.  Nel corso della vita, Solari partecipò significativamente al rinnovamento del Real Istituto di belle arti, avviato l’indomani dell’Unificazione. Era entrato nel corpo docente nel 1855 come sostituto del cavaliere Angelini e dal 1864 fu professore aggiunto alla Scuola di Scultura, affiancando sempre Angelini. Alla morte di quest'ultimo, nel 1878, gli fu affidata temporaneamente la Scuola di Scultura. Dal 1884 assunse l’insegnamento di Modellato, concludendo la sua attività didattica, per quiescenza, il 1° ottobre 1891. Per l’Accademia non solo eseguì i modelli dei leoni per la facciata, ma donò pure tutta la collezione di gessi della famiglia nel 1849 a uso degli allievi.

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Ida Palisi
Author: Ida Palisi
Giornalista professionista, esperta di comunicazione sociale, dirige l’Ufficio Comunicazione Gesco. Collabora con il Corriere del Mezzogiorno per le pagine della Cultura.

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