Al Tesoro di San Gennaro, la mostra di Samorì gioca con i capolavori del passato
Quale luogo migliore per giocare con le luci e ombre del barocco se non nel luogo dove si trovano i capolavori di Luca Giordano e Jusepe de Ribera? È questo il lavoro che cerca di fare l’artista Nicola Samorì con la sua mostra “Luce e Sangue”, curata da Demetrio Paparoni, visitabile da sabato 16 dicembre al Museo del Tesoro di San Gennaro.
L’esposizione è stata presentata questa mattina dall’artista e dal curatore. Dopo i saluti di Mons. Vincenzo De Gregorio Abate Prelato della Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, sono intervenuti Eike Schmidt, storico dell’arte, direttore delle Gallerie degli Uffizi, Riccardo Imperiali di Francavilla, Deputato della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, Francesca Ummarino, Direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro e Francesco Imperiali di Francavilla.
Interviste:
Nicola Samorì, artista
Ilaria D’Uva, amministratore dell'azienda che gestisce il Museo del Tesoro di San Gennaro
Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi
Un lavoro declinato in contemporanea a Napoli e a Siracusa (Chiesa di Santa Lucia alla Badia) per una doppia esposizione nei due siti simbolo della devozione per San Gennaro e Santa Lucia, figure legate da vicende e sorti simili e ancora oggi amati e vivi nella fede e memoria della collettività.
La mostra che l’artista ha realizzato a Napoli per il Tesoro di San Gennaro apre nel giorno della terza delle celebrazioni annuali in onore del Santo Patrono e dell’auspicato prodigio della liquefazione del sangue, e presenta due opere site specific di grandi dimensioni che si ispirano alla cultura barocca e ai capolavori su rame custoditi nella Cappella e nella Sacrestia del Tesoro di San Gennaro ad opera di Luca Giordano, Jusepe de Ribera, il Domenichino e Massimo Stanzione.
I lavori di Samorì realizzati su grandi lastre di rame (180x141) propongono una rilettura contemporanea e una diversa fruizione delle opere classiche sollecitando nuove percezioni ed esperienze dei dipinti custoditi al Tesoro di San Gennaro. Il sangue è la chiave, il simbolo in cui si riassume il legame tra il santo e il suo popolo, quel sangue che muore come umano e rivive come divino. Le due opere sono intitolate Il Sangue dei Santi e si ispirano ai dipinti Santa Maria Egiziaca di Jusepe de Ribera (1641) e San Paolo eremita di Luca Giordano (1644), conservati rispettivamente al Museo del Prado di Madrid e al Virginia Museum of Fine Arts.
La mostra rientra negli intenti della Deputazione che da sempre ha il compito e la responsabilità di custodire le reliquie e il Tesoro di San Gennaro, e di continuare a promuovere ed innovare l'interesse per il culto del Santo Patrono. L’obiettivo è quello di aprire il Tesoro a diverse forme di arte che, nel rispetto della tradizione, rinnovi lo spirito di committenza e di legame tra la città di Napoli e il suo Santo. Il dialogo tra ciò che è stato ed il presente, si manifesta in interpretazioni nuove che aprono a confronti moderni su questioni antiche.
In questo senso appare lineare il rapporto tra la ricerca dei lavori di Luca Giordano presenti in sacrestia, da poco restaurati, e quelli appositamente creati da Nicola Samorì, in cui gli obiettivi opposti di compiutezza del primo e di voluta incompiutezza del secondo, si riconciliano nelle tecniche e nei materiali, lasciando al pubblico l'interpretazione della vita dei santi e dei relativi messaggi di fede e valori.
L’esposizione “Luce e Sangue” di Nicola Samorì a Napoli al Tesoro di San Gennaro sarà visitabile fino al 15 gennaio 2024. In contemporanea a Siracusa, fino al 7 gennaio 2024 nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, si potrà ammirare l’omaggio dell’artista a Santa Lucia, un dipinto a olio su pietra di Trani in cui l’artista raffigura i tormenti inflitti alla santa dedicato al ritratto il Martirio di santa Lucia (1579) di Deodato Guinaccia.