Giovanni Caso: l’amore turbolento tra il dottore e il vigile
In Un Posto Al Sole presta il volto al dottor Bruno Sarti, compagno del vigile Salvatore Cerruti (alias Cosimo Alberti): l’attore napoletano Giovanni Caso ci racconta gli ultimi risvolti del suo personaggio, recentemente al centro di vicende molto “intriganti”. Sì, perché l’integerrimo dottore, sempre tutto d’un pezzo, all’opposto del suo Sasà, più esuberante e giocherellone, tradisce il suo amore con un infermiere conosciuto in reparto (Marco, interpretato da Antonio Landi).
Giovanni Caso, insieme a Cosimo Alberti, da più di tre anni, porta in scena nel social drama più longevo della Rai, l’amore omosessuale con delicatezza e simpatia. “Una grande responsabilità per un prodotto che, nel corso di questi lunghi anni, ha già rappresentato il tema dei diritti e dell’omosessualità in varie forme. Ma anche una grande fortuna e una soddisfazione, soprattutto per il riscontro che abbiamo dal nostro pubblico, a cui parliamo come fossimo di famiglia ormai”, sottolinea l’attore teatrale e televisivo, originario di Torre Annunziata.
Sarti tradisce Cerry: perché?
È stato prima lui a fare il cascamorto con un altro, a dire il vero. Dopodiché, Sarti fa la conoscenza di un infermiere conosciuto in ospedale, da cui rimane molto colpito, e con cui nasce subito la scintilla…Ora cosa succederà con Sasà? Staremo a vedere.
Certamente dalle prime apparizioni nel lontano 2016 ad oggi, il suo personaggio è molto cresciuto, diventando sempre più centrale con la sua vicenda amorosa.
Sì, è cresciuto nel tempo, ricordo che il mio personaggio non aveva un nome all’inizio, finché dopo circa due anni nel copione ho trovato scritto “dottor Bruno Sarti”. Cresce nella quotidianità delle vicende, perché si parla anche e soprattutto di sentimenti in Un Posto Al Sole, quindi, questo amore tra il vigile e il dottore, che ha attraversato alterne vicende, è diventato sempre più centrale come lo è in una rappresentazione davvero molto realistica della società attuale. Non è un amore tra due ragazzini inconsapevoli e alla ricerca della propria identità, ma tra due professionisti, due uomini maturi e strutturati, sebbene molto diversi caratterialmente tra loro.
Come definirebbe Bruno Sarti?
Un medico scrupoloso e molto professionale, sono così credibile che ormai per strada mi chiamano tutti “dottore”! Scherzi a parte, è una persona molto paziente, una caratteristica in cui mi ritrovo molto, ma anche razionale e preciso, cosa che invece non mi appartiene purtroppo… Certamente è agli antipodi rispetto al compagno, più esuberante sia da un punto di vista caratteriale che estetico, diciamo. Sarti è il classico dottore, serio, riservato, poco incline ad effusioni pubbliche. Sono un po’ come il sole e la luna.
Come si trova nel cast di Un Posto Al Sole?
È strano dirlo perché sembra retorico, ma è proprio così. Ci si sente in famiglia, principalmente con gli attori con cui si gira, ma anche con tutti i tecnici e chi lavora dietro le quinte. Ho un rapporto ottimo con tutti, ovviamente principalmente con Cosimo Alberti, con cui ho condiviso anche altri progetti, ma anche con Antonella Prisco e gli altri. È quel genere di simbiosi che si crea quando si parte in una tournèe teatrale, che è poi il mondo da cui io provengo. Poi la “grande famiglia” entra nelle case della gente, che a loro volta si sentono come in famiglia, questo credo sia questo il circolo virtuoso che si crea.
Progetti artistici in cui è attualmente coinvolto?
Io nasco dal teatro, non ho mai smesso di farlo; ora porto ancora in giro per l’Italia questo spettacolo di varietà con Gianpiero Ianneo che si intitola “Ritorniamo a ridere”, mai titolo fu più azzeccato, perché penso che dopo la pandemia tutti abbiamo bisogno di un po’ di leggerezza.
Sogno nel cassetto?
Il mio sogno è quello di avere un ruolo in un film o una fiction, qualcosa che sia basato sulla biografia di una persona importante, qualcuno che si sia distinto per il suo spessore sociale e morale. Sarebbe una gran bella avventura.
Come è andata la trasferta a Siena, dove avete girato le ultime scene?
Benissimo, sembrava una di quelle gite goliardiche con gli amici di sempre, ci siamo sentiti acclamati come attori di Hollywood. Abbiamo girato in posti bellissimi e fatto anche un po’ i turisti, per cui ci siamo salutati con Cosimo Alberti, Antonella Prisco e Germano Bellavia, anche con un po’ di malinconia.
Le piacerebbe portare in scena altri temi sociali?
Credo che già portare il tema dei diritti, come stiamo facendo con Cosimo da qualche anno, sia prezioso e fondamentale. Gli autori sono davvero un passo avanti; forse potrei consigliare di tornare sull’argomento dei bambini disabili e delle donne maltrattate, che sono due temi che mi stanno particolarmente a cuore.