L’astrofisico Capaccioli: armiamoci per la pace e alleniamo i giovani all'intelligenza
Vanta numerosi riconoscimenti tra cui quattro lauree honoris causa, ha diretto a Napoli per 13 anni l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte ed è stato artefice di tante imprese scientifiche, tra cui la realizzazione del più potente telescopio del mondo all’interno dell’Osservatorio astronomico cileno del Paranal.
L’astrofisico Massimo Capaccioli, maremmano ma campano di adozione - oggi professore merito di Astronomia all’università di Napoli Federico II dove ha insegnato per 20 anni - ci racconta la sua versione della pace: “Dovremmo armarci per mantenere la pace che non significa praticare un pacifismo ad oltranza, in cui non credo, ma fare in modo di sperimentare tutte le strade per evitare la guerra, anche sopportando qualche umiliazione o accettando delle ingiustizie”.
Professore, lei, tra i numerosi riconoscimenti internazionali, ha ricevuto quattro lauree honoris causa in Astrofisica proprio da Russia e Ucraina, cosa pensa di questa guerra?
Penso che sia insensata e la storia non ci abbia insegnato nulla. È vero che l’uomo è egoista e guerriero per natura, ma dopo lo scempio della seconda guerra mondiale, davvero non pensavo che nei paesi più progrediti si potesse arrivare a tanto, credevo quello della guerra delle armi fosse uno strumento diventato oramai obsoleto, e non perché sia così ingenuo da pensare che non ci guadagni l’industria degli armamenti e quella del petrolio. Semplicemente perché pensavo che la prevaricazione si potesse oggi combattere con strumenti meno sanguinolenti, anche se non meno velenosi, come quello dei mercati. Oltre che sulla guerra in sé, dovremmo anche interrogarci sulle sue cause…
E quali sono principalmente le cause di questa guerra?
Gli egoismi delle grandi nazioni, tra cui anche la Federazione russa ma non solo. Stiamo pagando il prezzo dell’ennesimo tentativo di prendere il controllo del mondo. Una situazione che oggi riguarda anche l’Europa, una nazione non veramente “nazione” ma unita da un’etichetta e da una moneta, capitata in questo scacchiere internazionale in cui gli Stati Uniti stanno imponendo un loro modo di concepire il mondo. Si badi bene io sono stato filoamericano, l’America mi ha dato tanto a livello professionale, ci ho vissuto, ma è un paese ricco di contraddizioni, non certo il sogno hollywoodiano che ci restituiscono le pellicole made in USA. Preciso che non ritengo Putin una brava persona, credo che non sia giustificabile la guerra e sia delittuoso aggredire una nazione a colpi di arma da fuoco e reputo disumano minacciare con la bomba atomica, che sappiamo che conseguenze mondiali potrebbe avere. Tuttavia, forse tutto questo si sarebbe potuto evitare con una diplomazia più matura.
Cosa siamo chiamati a fare tutti noi in questo momento storico, secondo lei?
Quello che dovremmo fare è non permettere che il nostro egoismo distrugga gli altri, o meglio i superegoismi di alcuni abbiano conseguenze ineluttabili, non credo alla bontà ma vorrei sperare in una intelligenza delle persone. Possibile che la gente muoia, in Russia come in Ucraina, e non ci sia una intelligenza politica capace di comprendere che questo spargimento di sangue funzionale solo a un’affermazione di forza non porti a nulla? Che la natura è ostile e sta a noi contrastarla per non soccombere? Mai come in questo momento storico, in cui un piccolo virus è stato capace di creare una pandemia, dovremmo averlo imparato: l’essere umano è estremamente fragile e, vista la fugacità della sua esistenza, dovrebbe cercare di ottimizzare la sua vita su questo pianeta. È proprio il caso di dirlo: siamo sotto al cielo, quindi teniamocela stretta questa vita!
A proposito di cielo e di stelle, lei che è un esperto, cosa dovremmo imparare da loro?
Dovremmo prima di tutto essere grati alle stelle perché ci stanno dando il senso di quello che siamo e poi imparare da loro a fare energia. Ad esempio, imparare dal sole a fare energia, ne avremmo grandi vantaggi, e non dovremmo più prendere il gas dalla Russia e farci la guerra. Come vede, è tutto concatenato. Io personalmente, mi sono divertito un mondo con le stelle, il mio mestiere ha salvato il mio equilibrio quando la vita mi ha sbattuto le porte in faccia.
Come avvicinare i giovani a queste tematiche?
L’unico modo che conosco è quello di promuovere la lettura e la discussione, senza confronto non c’è metabolizzazione, ma è la politica che deve creare queste occasioni, non incoraggiare la cosiddetta movida e la perdita di tempo, ma la creazione di una società, che con la scuola, la famiglia, anche la parrocchia e i movimenti politici, sia capace di formare giovani più consapevoli. Attenzione, non sto dicendo che i giovani siano degli idioti, anzi, ma devono allenare il loro cervello. Molti giovani, lo vedo in giro e non solo nel nostro Paese, tirano a campare, non c’è una voglia di emergere. La cosa principale da fare è votare nel modo giusto, solo facendo scelte politiche più sagge e lungimiranti rispetto a chi ci governa, potremmo avere una situazione diversa.
Che rapporto ha con Napoli?
Napoli è una città affascinante, io sono grato a questo luogo dove sono stato benissimo, ma è troppo piena di contraddizioni: ci si può vivere bene con un buon reddito e un buon giro di amicizie, invece sarebbe bello viverci bene e potere avere ciò che è giusto non perché si ha “l’aggancio” ma perché vengono rispettati i diritti di ognuno. Per fare una metafora è un po’ come una donna bellissimi ma di facili costumi: ti innamori di lei ma sai che non potrai mai averla completamente. La furbizia di certi napoletani, non dico tutti, mi faceva ridere ma allo stesso tempo mi indispettiva. Così ho deciso qualche anno fa di trasferirmi a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.
Progetti a cui sta lavorando attualmente?
Sono in pensione ma solo perché l’università italiana lo ha stabilito, non perché non avessi più voglia di continuare ad insegnare. Nonostante oggettivamente mi pesi di essere stato messo da parte, scrivo e continuo a fare ricerca, un’attività che mi ha portato ad avere rapporti internazionali con la Russia e ultimamente soprattutto con l’Ucraina, una realtà accademica validissima. Proprio con una ricercatrice ucraina ho collaborato per la stesura del manuale universitario in inglese “Fondamenti della Meccanica Celeste”, in uscita nei prossimi mesi.