Nel libro di Giuseppe Farese i “rovesci” del tennis e quelli della vita
Un giallo in cui si incrociano vari elementi, dallo sport all’introspezione, passando per la descrizione di alcuni luoghi simbolo di Napoli. Tutto questo è “Rovesci”, il nuovo libro di Giuseppe Farese (Absolutely Free, 2024, Zona Gialla, 18 euro), il cui titolo contiene una doppia accezione. “I rovesci sono quelli del tennis, sport che mi appassiona e che è protagonista nel romanzo, ma anche quelli della vita”, spiega l’autore. In “Rovesci”, infatti, si racconta il caso di un omicidio di una anziana, avvenuto nella tranquilla collina vomerese, affidato al commissario Mino Gargiulo, ma sullo sfondo c’è una storia sportiva, rappresentata attraverso il racconto della vita di un circolo tennistico. “Nel libro si intrecciano due storie accadute realmente, che ho poi romanzato”, precisa Farese.
Rovesci: quelli del tennis o quelli della medaglia?
Entrambi. Da una parte ci sono i rovesci del tennis, uno sport che amo, e che è lo sfondo della storia che poi riserva tanti colpi di scena, a partire dal racconto della vita da circolo; dall’altro i rovesci di tante esistenze di personaggi all’apparenza irreprensibili ma che nascondono lati imprevedibili e oscuri, al punto da assumere un profilo criminale. Questi due aspetti nel giallo sono strettamente interconnessi. Poi c’è un altro rovescio, che ha che fare con aspetti del Vomero, il mio quartiere, che non ci si aspetterebbe.
Il libro, appunto, è ambientato al Vomero, a cui è dedicata un’ampia descrizione.
Sì, la tranquilla collina vomerese, caratterizzata da parchi e isole pedonali, in cui tutto scorre senza sussulti, viene sconvolta da fatti inattesi. Il delitto si consuma ad Antignano, esattamente, nella parte originaria del vecchio insediamento, il cuore del quartiere in cui si dice sia avvenuto il miracolo di San Gennaro, per poi snodarsi in vari luoghi del Vomero, che io cerco di descrivere nella maniera più fedele possibile. C’è anche una edicola, che resiste come luogo di riferimento e di aggregazione, per chi compra il giornale e si ferma a discutere dei fatti del giorno. Parlo di posti che esistono nella realtà, anche di caffè e trattorie, cui sono molto legato, con nomi di fantasia.
Lei si sofferma su alcuni personaggi tipo, che ruotano attorno alla vita di quartiere e a quella del circolo tennistico.
Esatto, mi soffermo molto sull’introspezione, sulla descrizione psicologica: dal maestro di tennis, spesso legato a cliché, ai personaggi tipici del quartiere, come il direttore di banca capace di esercitare ancora un certo fascino sulle persone all’avvocato che ogni mattina si intrattiene a discutere di attualità con chi ancora ha l’abitudine “vintage” di acquistare il quotidiano. Un’analisi della mente umana che conduco attraverso il mio protagonista, Mino Gargiulo, il commissario-psicologo, che mentre interroga le persone le studia attentamente, misurandosi con le imperscrutabili vie della psiche.
IL LIBRO
Il commissario Mino Gargiulo è un uomo dallo spirito conservatore, che guarda con diffidenza le potenziali derive che il progresso senza regole può comportare per la società contemporanea: si ostina a leggere i quotidiani in formato cartaceo, odia l'aria condizionata e all'intelligenza artificiale preferisce un maggior esercizio dell'intelligenza umana. Dirige il commissariato Rione Alto, al Vomero, quartiere borghese della città di Napoli, caratterizzato da parchi verdi e isole pedonali. Ed è proprio nella quiete della collina vomerese che il commissario si imbatte nell'omicidio di un'anziana donna, la cui esistenza appare a prima vista scevra da ogni ambiguità. La passione per il tennis, i campi in terra rossa, la vita del circolo, costituiscono il filo conduttore di un'inchiesta che finisce per scoperchiare la disperazione e gli abissi in cui l'animo umano può sprofondare. Mino Gargiulo prova a cogliere particolari e sfumature caratteriali dei protagonisti che gli si presentano dinanzi nel corso dell'indagine, delineando così una vasta gamma di tipi umani. Rovesci è un giallo che attraversa le imperscrutabili traiettorie della psiche, che a volte tende a sdoppiarsi, fino a far emergere un sorprendente lato oscuro.
L’AUTORE
Giuseppe Farese (Napoli, 1977) lavora nell’ufficio stampa di una Compagnia di navigazione internazionale. Laureato in giurisprudenza all’università di Napoli Federico II, è giornalista pubblicista dal 2013. Ha scritto di sport, politica e cultura, curando i volumi “Identità fragile e integrazione difficile” (Rubettino, 2016) e “Cultura e spettacolo a Napoli negli anni della Giunta Valenzi (1975-1983)” (Artem, 2021). Per Absolutely Free Libri, ha esordito con un “Un tempo bello”, ricordi sul Napoli basket e ha collaborato al volume “Vince Napoli”.
Giuseppe Farese ha 3 figli: “Scrivo quando tutti dormono, a trascinarmi è la passione”, dice.