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La penna prolifica e versatile del giornalista Francesco De Filippo torna a stupirci con il suo primo poliziesco dal titolo Trieste è un’isola. Le prime e involontarie indagini di Vincenzo Tagliente (Castelvecchi editore). Una spy story con protagonista il napoletano Vincenzo Tagliente, ambientata a Trieste, città cara all’autore quanto la sua Napoli.
Ed è proprio il parallelismo tra le due città, tanto lontane quanto vicine, ad essere “co-protagonista” del libro, suggerendo al lettore suggestioni e affinità tra i due mari ai confini della penisola. Tanto che lo scrittore – nato nel capoluogo campano ma residente ormai da anni in terra friulana – spiega: «Si tratta di un ‘finto’ poliziesco perché mi consente di raccontare un po’ di Trieste, città ancora poco conosciuta ma che somiglia molto a Napoli».
Il libro viene presentato oggi alle 17.30, per la prima volta, a Napoli, presso O’ Book Unconventional Library, a via Ponte di Tappia 25, nell’ambito della rassegna “Napoli Città Mediterranea” curata da Fondazione Guida alla Cultura e Biancamaria Sparano. Ne parlano con l’autore i giornalisti Ida Palisi e Pier Antonio Toma. Letture a cura di Adriana Carli. Introduce Biancamaria Sparano.
Un libro ambientato a Trieste ma in cui è c’è anche molto Napoli. Perché?
Perché credo ci siano molte similitudini. Napoli ha un milione di sfaccettature, è una città disperata e felice, un coacervo di cose, al punto tale che è difficile definirla. Trieste le somiglia non solo da un punto di vista oleografico – sono entrambe bagnate dal mare, anche se quello del capoluogo friulano non conosce onde, se non quando c’è bora – ma anche per la vitalità che è capace di scaturire. Trieste ha una voglia di vivere incontenibile, al primo raggio di sole, si va al mare. Qui amano bere, mangiare, fare l’amore, questi aspetti ce la fanno apprezzare tanto quanto Napoli, anche se, a differenza di quest’ultima, è più serena, pacata. Entrambe, poi, rappresentano città di snodi, collegamenti, crocevia. Trieste con l’aera balcanica, Napoli con il Mediterraneo.
Cosa la lega all’una e cosa all’altra città?
A Napoli sono nato, è la mia città e torno ogni volta con grande piacere; a Trieste vivo, è ormai casa mia. Certamente con questo libro faccio luce su alcune cose poco conosciute di questa città. Mi è piaciuto raccontare di queste due anime attraverso questo testo.
In realtà, questo è un poliziesco, però.
Esatto. È la storia di un napoletano che fa parte delle istituzioni e ha fatto qualcosa che non doveva, mettiamola così, perciò è opportuno che cambi aria; così si trasferisce a Trieste dove trova un lavoro ‘noioso’, tutt’altro rispetto a quello che faceva prima, ma pure in questo caso riesce a tirare fuori la sua vera natura e finisce per trovarsi invischiato in un cold case; riprende, insomma, a investigare.
Prossimi progetti?
Ho scritto 21 libri, per il momento su quel fronte sono un attimo fermo, mi sto dedicando tanto al giornalismo. Ho girato e prodotto un documentario sulla zona siderurgica di Trieste dal titolo “L’ultimo calore d’acciaio”, ho in mente di farne un altro sull’area balcanica, spesso oggetto delle mie ricerche.
Il libro
Fuggito da Napoli in seguito a un incidente che vorrebbe dimenticare, l’ex agente dei servizi segreti sotto copertura Vincenzo Tagliente approda a Trieste, dove la vita scorre lenta e pacifica. Pur con una punta di amara nostalgia, trascorre il suo tempo senza preoccupazioni apponendo timbri all’ufficio comunale. Finché un evento inaspettato incrina il nuovo, fragile equilibrio: mentre è in visita al campo profughi di Padriciano, si imbatte nell’enigmatica Anna Kostoric, settantenne slovena trasferitasi negli Stati Uniti. Da quel momento Tagliente non smette di ripensare all’incontro. Poi all’improvviso comincia a ricevere da Anna messaggi drammatici e richieste di aiuto. Con l’intraprendenza e l’avventatezza dell’agente segreto, decide allora di investigare su di lei e su Padriciano: sotto la superficie calma di Trieste si delinea allora un passato torbido e inquietante, che riporta Tagliente indietro nel tempo, a uno dei fatti più importanti della storia del nostro Paese. Un poliziesco intenso e complesso attraversato dalla voce ironica del suo protagonista, che cancella la linea sempre illusoria che divide il presente dal passato, unendo i tasselli scomposti di esistenze dolorose che chiedono di essere testimoniate.
L’autore
Giornalista, scrittore e saggista, Francesco De Filippo vive a Trieste. Ha scritto ventuno libri tra romanzi, saggi e varia; ne ha curati due. Il romanzo d’esordio, Una storia anche d’amore (Rizzoli, 2001,) ha vinto il premio Cypraea, è entrato in cinquina per il Premio Berto ed è stato finalista al Premio Arezzo. Il successivo, L’affondatore di gommoni (Arnoldo Mondadori Editore, 2004), è stato pubblicato nella Repubblica Ceca e in Francia dove è stato selezionato per il Supercampiello Europa e per il prestigioso premio Polar.
La regista Maria Luisa Bigai ha ricavato dal romanzo una pièce teatrale dal titolo Bestie da sbarco/Sconcerto, con performance di tre musicisti jazz, portandolo in scena a Roma e Cosenza.
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