ETHNE – Danze dal mondo all’Edenlandia
All’Edenlandia (Viale John Fitzgerald Kennedy, 76) si terrà la seconda edizione della rassegna ETHNE Danze dal mondo, dal 12 maggio al 23 giugno 2022 alle ore 19.00 e 20.00.
L’evento è organizzato e prodotto da Mestieri del palco, Crasc, Le streghe del palco con la direzione artistica di Beatrice Baino e Giorgio Rosa.
ETHNE racconta le peculiarità di ogni ballo e delle culture che incontrandosi l’hanno generato, dimostrando così che mescolare elementi differenti può essere la chiave della bellezza. Unendo l’arte al divertimento, si offre al pubblico qualcosa di mai visto o una nuova prospettiva su ciò che si pensa di conoscere.
Ci saranno dodici spettacoli, divisi in sei serate, per conoscere diverse culture e tradizioni attraverso la danza.
L’ingresso al parco e agli spettacoli è gratuito.
Programma e coreografi:
- Giovedì 12 maggio 2022: HIP HOP, Kristina Ricciardi.
Nasce nel Bronx negli anni Settanta, l’hip hop ha origine dal fenomeno dei Block party, ovvero delle feste di strada in cui i giovani afroamericani e latinoamericani suonavano, ballavano e cantavano a ritmo di questa nuova musica. La scuola UNCONDITIONAL LOVE FOR DANCEHALL, diretta da Kristina Ricciardi e dedicata alla cultura giamaicana, è un progetto unico a Napoli, che ispira i ragazzi allievi alla stessa ricerca di creatività ed espressione.
- Giovedì 19 maggio 2022: FLAMENCO, Manuela Iannelli.
Nasce in Andalusia alla fine del Settecento come esigenza per sfogare le gioie ed i dolori. Il flamenco (che significa fenicottero in spagnolo) è formato dalla musica, dal ballo e da un canto all’apparenza stonato eseguito con supporti ritmici corporali. Faranno da guide, con il loro spettacolo “Una vezmàs”, Manuela Iannelli, ballerina, insegnante e coreografa di flamenco e Antonio Campaiola, ballerino, insegnante e coreografo di stampo accademico.
- Giovedì 26 maggio 2022: TARANTELLA, Flora Scarpati.
Nata probabilmente nella provincia di Taranto nel XIX secolo, la tarantella è uno degli emblemi maggiormente conosciuti del Regno delle Due Sicilie. Il nome deriva da “taranta”, un ragno velenoso diffuso nell’Europa meridionale ed in particolare nelle campagne di Taranto. In quelle zone il ballo della tarantella era in parte legato alla terapia del morso della tarantola poiché, secondo la tradizione, il veleno causava malinconia, convulsioni, disagio psichico, agitazione, dolore fisico e sofferenza morali. Flora Scarpati, Federica Sibio e Michela De Felice, ballerine professioniste dell’associazione MIA DANZA ASD, guideranno questa tappa.
- Giovedì 9 giugno 2022: SWIG, Claudio Baiamonte.
Harlem, anni Trenta, tra le affollate sale da ballo nasce il Lindy Hop, una danza vernacolare afro americana che non poteva essere considerata solamente un ballo ma anche un fenomeno culturale e che riuscì a superare le discriminazioni sociali e razziali dell’epoca. Il gruppo Cotton Swing , una scuola di Lindy Hop e Solo Jazz nata nel 2014 a Napoli, trasporterà il pubblico tra la danza e la cultura della Swing.
- Giovedì 16 giugno 2022: TANGO, Vincenzo Caiazzo.
Nasce a Río de la Plata in Argentina, come espressione popolare ed artistica. Ancora oggi non è noto chi abbia dato il nome a questo ballo o perché si chiami in questo modo. Per la religione cristiana è considerato un ballo peccaminoso, nello specifico il fronte cattolico avrebbe voluto abolirlo definitivamente. Questo appuntamento sarà accompagnato dalla coppia di tangueri formata da Oxana Matskevich e Vincenzo Caiazzo.
- Giovedì 23 giugno 2022: CAPOEIRA, Chiara Caputi.
Nasce a Bahia in Brasile, è in realtà un'arte marziale, caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l'armonia dei movimenti. Trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi: gli schiavi africani si allenavano nei combattimenti dissimulando la lotta con elementi di danza, per non insospettire i colonizzatori.
È praticabile da uomini, donne e bambini, sviluppa lo spirito di gruppo ed è anche uno strumento pedagogico d’inclusione sociale molto utilizzato in Brasile per il recupero dei ragazzi di strada, modello poi importato a Napoli dall’Associazione Sportiva Dilettantistica denominata Capoeira Jatobà, nota precedentemente come “Capoeiranapoli”.