Mercoledì, 24 Aprile 2024

Alla scoperta della Crypta Neapolitana. In uscita il libro promosso dal Rotary Club

Fra le tante bellezze di interesse storico-artistico di cui Napoli è piena, capita che alcune di esse vengano ingiustamente trascurate se non addirittura quasi dimenticate. È questo il caso della  Crypta Neapolitana, anche detta Grotta di Posillipo o Grotta di Virgilio, una galleria lunga circa 711 metri scavata nel tufo della collina di Posillipo, tra mergellina e Fuorigrotta.

Fra architettura, storia e tradizione “La Crypta Neapolitana: tra passato remoto ed orizzonti futuri" è il libro realizzato dal  Rotary Club Napoli Castel dell'Ovo, edito da  Guida Editore, introdotto da Fulvio De Angelis e con  scritti di Fabio Mangone, Mauro Giancaspro, Massimo Perna, Pasquale di Costanzo, Dino Falconio, Lucio Todisco.

Il fascino misterioso della Crypta Neapolitana

L'ingresso principale da cui è possibile accedere a questo luogo magico si colloca all'interno del Parco Virgiliano di Piedigrotta, a poca distanza da quella che è la tomba di Leopardi e quella presunta di Virgilio. Ed è lo stesso Giacomo Leopardi a descriverla – lo ricorda nel volume Fulvio De Angelis – nel III canto dei Paralipomeni:  “O se a Napoli presso, ove la tomba/ pon di Virgilio

un’amorosa sede, / vedeste il varco che del tuon rimbomba/ spesso che dal Vesuvio intorno siede, / Colà dove all’entrar subito piomba/ notte in sul capo al passegger che vede/ quasi un punto lontan d’un lume incerto/ l’altra bocca onde poi riede all’aperto”.

La connotazione della Crypta Neapolitana in quanto “luogo di culto” è sempre stata preponderante: dai rituali pagani di Priapo e Mitra, tra il V e il VIII secolo, la Crypta venne inclusa – con il cristianesimo – nelle attinenze della  Cappella dedicata della “Madonna dell’Idria” e successivamente, tra l’VIII e il XII secolo, tale Cappella fu sostituita da quella dedicata alla “Madonna di Piedigrotta”.

Ma la magia di questo luogo - realizzata nel I secolo a.C. dall'ingegnere Lucio Cocceio Aucto su commissione di Marco Vipsanio Agrippa - non è solo legato al suo potente fascino esoterico e spirituale ma anche al suo esser simbolo della natura sotterranea e a tratti insondabile della città. Come scrive Mauro Giancaspro nel libro “La Crypta Neapolitana è stata per i viaggiatori una delle mete d'obbligo una volta giunti a Napoli, e per gli eruditi, i cronachisiti e i compilatori di guide un sito a cui dedicare, se non una descrizione dettagliata, almeno un riferimento”.

Un'autostrada scavata nel tufo

Alla rappresentazione esoterica e misteriosa che ha popolato l'immaginario collettivo di napoletani e avventori si unisce la razionale finalità che ha portato alla costruzione della Crypta Neapolitana. Come spiega Fabio Mangone infatti questa è “un segmento della cosiddetta “via per criptam: un collegamento più rapido, rispetto a quello tortuoso e lungo attraverso la via Antiniana, tra Neapolis – rinomato punto di attrazione per la classe dirigente romana – e Puteoli, importante porto commerciale del Mediterraneo”.

La Crypta come tappa fissa del Grand Tour

Con il diffondersi fra i rampolli dell'alta società europea del Grand Tour, Napoli salì definitavamente alla ribalta in quanto luogo di grande attrazione turistica. Ciò comportò la diffusione del vedutismo, genere pittorico di cui è padre l’olandese Gaspar Van Wittel, basato sulla rappresentazione di immagini dettagliate e realistiche di paesaggi naturali e cittadini. Famosissime sono le vedute sul Golfo, ma non solo: la stessa Crypta Neapolitana è stata riprodotta da diversi artisti aderenti al genere e dallo stesso  Van Wittel.

Tale corrente pittorica e l'abitudine ormai consolidata di includere Napoli fra le mete fisse del Grand Tour, portarono alla necessità di produrre qualcosa di molto simile a ciò che noi oggi definiamo una “guida turistica”. Spiega infatti Massimo Perna nel libro: “Nel 1760 parte la spedizione organizzata da Jean-Claude Richard, detto Abbé de Saint-Non e diretta da Dominique Vivant Denon, composta da artisti del calibro di Claude Louis Chatelet, Louis Jean Desprez, Jean Augustin Renard e Pierre-Jacques Volaire. Jean-Claude Richard de Saint-Non, meglio conosciuto come Abbé de Saint-Non, fu consigliere ecclesiastico del Parlamento di Parigi e ancora giovane, nel 1757, si dimise dal seggio di consigliere per dedicarsi ad un progetto ambizioso il Voyage pittoresque ou description des royaumes de Naples et de Sicile che pubblicò in cinque volumi 1 . Per realizzarlo, dal 1760 Saint-Non, visitò tutta l’Italia. Quest’opera monumentale, infatti, contiene un diario di viaggio, corredato da 542 tavole incise all’acquaforte. Oltre agli artisti menzionati collaborano all’opera venticinque pittori e circa settanta incisori. Saint-Non, per documentare la Grotta di Posillipo scelse, nel primo volume del suo Voyage Pittoresque, due disegni, uno di Claude-Louis Châtelet e l’altro di Hubert Robert”.

Alla scoperta della Crypta Neapolitana In uscita il libro promosso dal Rotary Club 1

La presentazione 

Lunedì 30 maggio, alle ore 18, il volume “La Crypta Neapolitana: tra passato remoto ed orizzonti futuri", realizzato dal  Rotary Club Napoli Castel dell'Ovo, edito da  Guida Editore, introdotto da Fuilvio De Angelis e con  scritti di Fabio Mangone, Mauro Giancaspro, Massimo Perna, Pasquale di Costanzo, Dino Falconio, Lucio Todisco, sarà presentato presso l'Hotel Royal Continental di Napoli. La conversazione vedrà la presenza della Dott.ssa Marta Ragozzino - Direttore regionale Musei Campania; del Prof. Antonio De Simone - Professore di Architettura Classica e Romana Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, del Prof. Fabio Mangone - Professore di Storia dell'Architettura Università degli Studi di Napoli Federico II. Modererà i lavori il Dott.Mauro Giancaspro, già Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli. E' previsto un indirizzo di saluto da parte del Sindaco di Napoli, Prof. Gaetano Manfredi. L'iniziativa ha ricevuto il Patrocinio da parte della Giunta Regionale della Campania e dal Comune di Napoli. Hanno aderito in interclub i Rotary Napoli Castel Sant'Elmo, Napoli Parthenope, Isola di Procida e gli Inner Wheel Napoli Castel dell'Ovo, Napoli Matilde Serao.

Author: Redazione

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