Il segno che lascia Patrizia Cavalli
Patrizia Cavalli ci ha lasciati poco più di un mese fa e, con le sue meravigliose poesie, ha riempito le nostre bacheche con versi pieni di una “semplicità difficile”, di una ricerca perenne della grazia. Scoperta da Elsa Morante, si fa riconoscere subito per il titolo guascone della sua prima opera “Le mie poesie non cambieranno il mondo”.
Il libro: Vita Meravigliosa
Fedele a sé stessa (“Vita meravigliosa, sempre mi meravigli”), Patrizia Cavalli padroneggia una lirica sempre intelligente (“il fuoco del pensiero”), razionalmente implacabile ma tenera di cuore (“condannata ad essere umana”), piena di domande ironiche e di deliziosi neologismi (“amusarmi”, nel senso di essere musa), di desideri e paure che corrono lungo i tanti epigrammi, specializzata nel “raccogliere parole” (“È feroce perversa crudeltà tenere le parole separate”).
L’autrice di “Vita Meravigliosa” ti mette di fronte un disarmato (e disarmante) pensiero emotivo: “Fammi stella unica: non voglio un nome ma stellarti gli occhi, splenderti nel buio, tua meraviglia e mia, immaginata”; “mi ero incagliata dentro un cupo errore”; “pensiero che non sente non pensa veramente, solo un forte sentire lo costringe a capire la necessaria verità presente”.
Improvvise sono le apparizioni della bellezza, destinata a riscattare ma anche a moltiplicare le pene di un Io costantemente a disagio, con un desiderio sempre inappagato di leggerezza e mutua tenerezza: “Se posso perdonare, allora devo riuscire a perdonare anche me stessa e smetterla di starmi a giudicare per come sono o come dovrei essere”; “avere un tale dono della mente, poter parlare e farsi anche ascoltare!”; “mi ruba un sorriso, segreta tenerezza”; “Qualsiasi cosa, purché brillante...io senza questa cosa non posso soggiornare”.
Memoria e ricordi sono altri due temi che l’autrice affronta sovente, per non lasciarsi sfuggire il passato ma consapevole che il futuro ci aspetta: “Era per toglierti alla mia memoria che ti volevo chiusa tra le braccia”; “Festeggiamo la vita, consoliamo la morte”; “Ricominciare, oh sì, ricominciare”. Alla fine della lettura del libro, non potremo che pronunciare “ancora quella parola che esiste solo quando è pronunciata”, ringraziando l’autrice per le emozioni che ci ha donato.
L’autrice: la poetessa scoperta da Elsa Morante
Patrizia Cavalli, poetessa italiana (Todi 1947 - Roma 2022). La sua lirica, limpida e diretta, rivela spesso intensa drammaticità. Ha scritto: Le mie poesie non cambieranno il mondo (1974); Il cielo (1981); Poesie 1974-1992 (1992); Sempre aperto teatro (1999), con il quale ha vinto il premio Viareggio-Repaci; La Guardiana (2005); Pigre divinità e pigra sorte (2006); Flighty matters (2012); Datura (2013). C. si è dedicata anche a traduzioni per il teatro, e nel 2012 ha pubblicato, con la musicista D. Tejera, Al cuore fa bene far le scale, CD e libro con poesie e musiche originali nate dalla collaborazione tra le due artiste.
Nel 2019 Cavalli ha pubblicato la raccolta di prose Con passi giapponesi, finalista al Premio Campiello 2020; è dello stesso anno la raccolta di versi Vita meravigliosa.
Dario Bello