La divina arte del cazzeggio. Elio apre con Jannacci la nuova edizione del Campania Teatro Festival
Si può essere cultori anche dell'arte del cazzeggio soprattutto se, attraverso il linguaggio leggero e i testi disinvolti e un po' surreali, si intende sondare tutta la profondità dei temi che da sempre sono per l'uomo motivo di dissidio interiore.
L'amore, la delusione, la caducità della vita, la paura della morte, la modernità che avanza e a cui a stento riusciamo a stare dietro: tutti questi elementi hanno popolato le cazoni del grande e indimenticato Enzo Jannacci, a cui Elio ha dedicato lo spettacolo “Ci vuole Orecchio”, in scena al teatro Politeama di Napoli sabato 9 giugno 2022. Accompagnato da cinque giovani e talentuosi musicisti, il cantautore e comico ha aperto con questo raffinato spettacolo di teatro-canzone la nuova Stagione del Campania Teatro Festival.
Novanta minuti di canzoni e parole, legati insieme dalla produzione musicale del “saltimbanco milanese” che, a cavallo fra gli anni '60 e '80, ha raccontato soprattutto la sua Milano, quella del boom economico e del nuovo che avanza, metafora di una società e di un'epoca in trasformazione in cui si aveva però la netta percezione che qualcosa si stava inesorabilmente perdendo. Elio veste bene i panni di Jannacci mostrando, in realtà, come ad esso si sia sempre ispirato, come la sua visione grottesca e farsesca sia stata sempre una lente attraverso cui guardare il mondo per poi trasporlo nelle proprie canzoni. Fra i successi riconosciuti dal pubblico – fra questi Ci vuole Orecchio, E la vita, la vita – Elio butta in mezzo testi capisaldi del “non-sense” e del “gioco di parole” di autori illustri quali Dario Fo, Gadda, Umberto Eco e Michele Serra.
“Ci vuole Orecchio” è un caleidoscopio di emozioni, a volte discordanti, che non risparmia note amare, effetti speciali e accettazione delle fatalità. Proprio come la vita.