Sabato, 04 Maggio 2024

Povere creature! Quando la Natura libera dalla “mostruosità” del vivere

Povere creature! L’ultimo film dissacrante, divergente, fuori dagli schemi, del regista Yorgos Lanthimos sembrerebbe al primo sguardo un film che indaga il femminile.

Riduttivo definirlo in questo modo… In realtà è molto di più. Si presta a molteplici letture la storia della protagonista, donna deceduta che viene riportata in vita dalla genialità di uno scienziato che le impianta il cervello del suo feto. Victoria e Bella sono due facce di una stessa medaglia, Victoria la donna che si suicida buttandosi da un ponte e Bella, la nuova donna creata in laboratorio che ha lo stesso corpo adulto di Victoria ma il cervello di un bambino appena nato e quindi è tabula rasa rispetto al mondo.

La morta e la rinata. La fascinazione parte da qui, da questa nuova nascita, da questa resurrezione dalla morte che richiama a mille simbolismi, da Osiride a Dioniso. Stavolta il rinascere spetta però a un corpo femminile e la rinascita viene guidata da un novello “God”, Godwin Baxter che plasma il nuovo soffio vitale e che riporta in vita i defunti.

Bella ripropone in modo contemporaneo la figura di Lilith, la prima donna mitologica nata insieme ad Adamo e non dalla sua costola, che non si piega alla cultura e al mondo codificato ma mantiene lo spirito libero e incontaminato, puro a suo modo, e viene bandita dalla società come pericoloso demone perché mette in crisi il principio dell’adattamento sociale.

E riflette i tempi la figura di God, lo scienziato sfigurato perché preda degli esperimenti del geniale padre, anche lui scienziato. Se infatti Osiride nel mito viene richiamato in vita grazie alle arti magiche delle sorelle Iside e Nefti, quindi grazie al potere del mistero femminile, qui la nuova donna nasce grazie al potere della tecnica e della scienza.

Bella, nata dalla prassi scientifica, vedrà la vita in modo assolutamente laico, e vorrà sperimentare per comprendere. Il mondo, infatti, col suo bagaglio di cultura, di struttura e di conoscenze apprese le è completamente ignoto, per farsi un’idea lei dovrà vivere tutto attraverso il suo corpo.

Così la protagonista parte alla scoperta del mondo con il suo solo corpo e utilizza l’eros per conoscerlo quel mondo. Alla maniera di Diotima del Simposio di Platone utilizza la saggezza del piacere come ponte per comprendere l’Altro da sé, esplorandolo ogni volta con quella forza primordiale e incontaminata.

Bella è un novello prototipo di verità ma non è solo una donna, incarna il mito del buon selvaggio di Rousseau e diventa il viatico per recuperare la persona naturale, il bambino interiore non toccato dal compromesso e da quelle menzogne su cui si costruisce l’Istituzione sociale.

La vita, sembra suggerire il film, non è un processo mentale o ideologico, ma un processo pragmatico, sensoriale. E nel film morale ed etica risultano irrimediabilmente perdenti. Bella è vera e sempre Amorale, cioè oltre ogni morale ed etica, ma incarna la completezza dell’essere umano quando sviluppa la vera empatia. Qui il percorso di Bella Baxter. Che anche se di primo acchito sembrerebbe il percorso di formazione del ruolo femminile, dall’essere dipendente in tutto dal maschile al diventare consapevole di sé, a una lettura più approfondita sottolinea il dilemma Natura/Cultura.

La protagonista di Povere creature!, sia nella vita come Victoria Blessington, sia in quella come Bella Baxter si scontrerà sempre con la prigione, col prezzo oneroso da pagare nella società per essere amati, protetti e “adattati”. È la Cultura a costruire quelle strutture soffocanti di definizione di cui diventiamo prigionieri. Ma la Natura ci libera dalla “mostruosità” del vivere. “Siete dei mostri!” fa dire il regista greco a Bella quando scopre di essere stata riportata in vita da God per fare un esperimento.

Eppure in Povere creature! anche la mostruosità si integra nel viaggio iniziatico dell’umanità all’interno delle proprie ombre. Lo sperimentatore/scienziato col suo processo di try and error getta la maschera e rivela sua vera identità di cercatore di verità. Il film sottolinea le qualità che accompagnano il viaggiatore: nudità, naturalità, laicità, corpo e piacere. Quel piacere al centro di tutto che rifugge da ogni definizione…

E che restituisce nitidezza, la speciale trasparenza delle cose così come sono, senza orpelli.

Chiara Tortorelli
Author: Chiara Tortorelli
Creativa pubblicitaria, editor e scrittrice, vive a Napoli dove inventa nuovi cultural life style: come presentare libri in maniera creativa e divergente, come scrivere i libri che ti piacciono davvero, come migliorare la creatività e il benessere personale con metodologie a metà strada tra stregoneria e pensiero laterale. Il suo ultimo libro è “Noi due punto zero” (Homo Scrivens 2018). Cura per Napoliclick la rubrica “La Coccinella del cuore”.

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