In Tv la storia di Giuseppe Salvia, il vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso da Cutolo
Giuseppe Salvia, giovane vicedirettore del carcere di Poggioreale a Napoli, ucciso il 14 aprile 1981 su ordine di uno dei più spietati boss di camorra: ‘o prufessore vesuviano Raffaele Cutolo, è il protagonista della puntata di “Cose Nostre”, in onda lunedì 17 ottobre alle 23.35 su Rai 1.
Salvia, sposato e padre di due bambini, lavorava nella sezione speciale del carcere napoletano dove erano detenuti i più feroci boss delle due fazioni di camorra in quel momento in guerra: da una parte la Nuova camorra organizzata di Cutolo con un esercito di 7.000 affiliati pronti a tutto per il loro capo e dall’altro la Nuova famiglia, fondata dal boss dagli occhi di ghiaccio Luigi Giuliano, ma poi allargata ad altri potenti clan alcuni dei quali affiliati a Cosa Nostra siciliana. Lo scontro sarà tremendo, quasi mille i morti in quattro anni molti dei quali uccisi proprio tra le mura di Poggioreale. Il carcere napoletano è infatti una bolgia dantesca e i detenuti sono completamente fuori controllo. E mentre lo Stato sembra voltarsi dall’altra parte, Salvia sembra l’unico a esporsi in prima persona per far rispettare le regole e per riportare l’ordine. Un’inflessibilità che non piace a ‘o prufessore vesuviano, che in carcere ha fondato e dirige il suo esercito di morte. Una serie di schermaglie tra i due alza il livello di tensione, fino ad arrivare al 6 novembre 1980 quando si arriverà allo scontro aperto: Cutolo è di ritorno da un colloquio con l’avvocato, è particolarmente nervoso e non ha voglia di sottoporsi alla perquisizione di rito. Gli agenti penitenziari paralizzati dalla paura fanno un passo indietro e così Salvia procede da solo. Il boss di Ottaviano reagisce in maniera furiosa e con un violento schiaffo che fa saltare gli occhiali di Salvia. Uno schiaffo che, nella simbologia mafiosa, equivale a una sentenza di morte di lì a poco eseguita dai killer cutoliani.