Sabato, 27 Aprile 2024

Gigi D’Alessio e il progetto che non c’è

di Sergio D’Angelo e Ida Palisi

Ha fatto discutere in questi giorni il conferimento del premio a Gigi D’Alessio come “ambasciatore della musica napoletana” nel mondo, istituito dalla commissione cultura del Comune di Napoli. D’Alessio inadeguato, è stato scritto. Come può rappresentarci degnamente, nonostante il suo successo? 

Ebbene la questione, a nostro avviso, è mal posta dalle basi. Non riguarda solo il cantante che, per carità, può piacere o meno ma ha indubbiamente valore e competenza in campo musicale. Riguarda invece altri aspetti su cui riteniamo non ci si sia soffermati abbastanza.

C’è innanzitutto da chiedersi: davvero la canzone napoletana ha bisogno di ambasciatori nel mondo? ‘O sole mio è il brano più noto del pianeta. Delle melodie tradizionali partenopee si è impastato anche il jazz di New Orleans. E il dialetto napoletano non ha certo bisogno di sponsor per essere tutelato. Quindi per noi non ha alcun senso nominare non solo Gigi D’Alessio, ma nessuno, portavoce di napoletanità.

Tuttavia questa iniziativa ha riacceso i riflettori sulla necessità di un rilancio delle politiche culturali a Napoli, al di là dei premi – ormai ce n’è uno al giorno, non si contano più – e delle polemiche più o meno ad personam.

Un rilancio che stenta a venire, nella musica come in altri settori: basti pensare al Premio Napoli che non ha un presidente e che è, come l’assessorato che non c’è (quello alla Cultura) in capo al sindaco ma, di fatto, lasciato nelle mani dello staff organizzativo. Nonostante la preziosa e ottima gestione di un team che lavora alla Fondazione Premio Napoli da anni, manca, ad oggi, un’idea progettuale di ampio respiro, limitandosi a percorrere di default quanto fatto negli anni precedenti.

Ecco: con la musica sta accadendo lo stesso.

Napoli è una città della musica, quella tradizionale in particolare. L’ottima Marisa Laurito nel rilanciare il teatro Trianon Viviani è partita proprio dall’assunto di dover fare memoria del nostro immenso patrimonio musicale, creando un museo ad hoc e realizzando una programmazione che lo valorizzi per tutto l’anno. Ma è un esempio quasi unico in città, che viene da chi, come lei, ha un’esperienza enorme sul campo: sa bene, infatti, che per ogni impresa culturale ci vuole un progetto dietro di più ampio respiro.

Perché un artista non è mai solo, è parte di un gruppo: di tecnici, di operatori del suono, di scenografi, di maestranze che consentono, con il loro lavoro e la loro esperienza, all’artista di poter fare con agio e professionalità il proprio.

Quindi la questione non è Gigi D’Alessio e nemmeno il non trascurabile fatto che con lui si dovrebbero nominare ambasciatori della napoletanità anche persone come Peppe Barra, Enzo Gragnaniello (a cui auguriamo di rimettersi presto in forma), Enzo Avitabile, Eugenio Bennato, giusto per citarne alcuni – e trascurando molti altri, tra cui l’immenso Pino Daniele perché può rappresentarci solo altrove, oramai.

Il punto non è questo.

Il punto è: qual è il progetto dietro? Esiste un progetto reale?

E se non esiste, non sarebbe forse opportuno crearlo?

Magari sotto forma anche qui di una Fondazione per la Musica Napoletana, che si attivi per valorizzare le arti e i mestieri legati alla musica, e non solo a glorificare cantautori che non ne hanno davvero bisogno.

Gesco sta provando a farlo sostenendo la costituzione dell’Officina delle Armonie promossa con la Fondazione La Rocca. Un vero e proprio centro di alta formazione delle artigianalità della musica, per fare emergere i talenti nascosti e costruire le competenze che mancano, dalle professioni connesse alla digitalizzazione, al marketing e alla comunicazione, fino alla produzione e progettazione di strumenti e dispositivi di supporto.

A inaugurare il progetto sarà un doppio concerto del prestigioso Mozarteum di Salisburgo, che si esibirà insieme con la Youth Chamber Orchestra Aldo Ciccolini, venerdì 14 ottobre 2022 alle ore 19 nel teatro Tasso di Sorrento e sabato 15 ottobre alle 19.30 nel Duomo di Nola.

L’ingresso è gratuito e aperto a tutti.

Author: Redazione

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