Maria Stuarda: Pretty Yende incanta il San Carlo
Due donne, due regine “sorelle” e antagoniste, che sfidano il destino e la morte pur di mantenere alto il proprio nome.
Maria Stuarda è un’opera antipatriarcale, dove a vincere è la dignità e il senso dell’onore e dell’amor proprio. Entusiasma e commuove il soprano sudafricano Pretty Yende che al suo debutto nei panni della regina di Scozia, condannata alla decapitazione dalla cugina Elisabetta I, ha riscosso in ogni sua recita lunghi minuti di applausi. Accanto a lei, la giovane Aigul Akhmetshina, mezzo soprano russo che ha dato spessore e voce alla figura della perfida Elisabetta. Convincenti anche Francesco Demuro nel ruolo di Roberto, e Carlo Lepore in quello di Giorgio Talbot. L’opera di Gaetano Donizetti è il secondo capitolo della Trilogia Tudor in scena nel Massimo napoletano dopo “Anna Bolena” per la regia dell’olandese Jetske Mijnssen, per una coproduzione internazionale che vede in sinergia il Teatro di San Carlo con la Dutch National Opera e il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia. Anche qui, come per la Bolena, l’allestimento è a camera unica, scura e buia, con ora una porta ora un arazzo (che sta a mimare i campi aperti) a far risaltare ricordi e duelli verbali, in uno scontro che psicologico, prima ancora che dinastico, dove si rincorrono ricordi e presagi, mentre mimi e ballerini (impegnato anche il Balletto del Teatro di San Carlo diretto da Clotilde Vayer) animano la scena, senza distrarre dal bel canto ma sottolineandone il vigore e la potenza dei sentimenti.
Quando fu scritta da Donizetti, l’opera era destinata proprio al palcoscenico del Massimo napoletana ma fu censurata da re Ferdinando II. «Scrissi Maria Stuarda per S. Carlo… Facemmo la prova generale e con molto successo… è proibita!» scrive il 9 settembre del 1834 Donizetti a Rossini, dopo essersi affidato al giovane librettista Giuseppe Bardari per il testo, dal dramma omonimo di Friederich Schiller. Così “Maria Stuarda” debutto prima alla Scala di Milano e solo l’anno seguente a Napoli. Dove resta una rarità: fin dal secolo scorso, sono state soltanto due le rappresentazioni di Maria Stuarda nel San Carlo. Nel 1968 Leyla Gencer fu protagonista e, accanto a lei, Shirley Verrett interpretò Elisabetta. Nel 2010, anno dell’ultima ripresa, Maria Stuarda vide la voce e il volto di Mariella Devia, con Sonia Ganassi nei panni di Elisabetta.
Quest’ultima rappresentazione da poco conclusasi e che ha visto Riccardo Frizza sul podio alla guida dell’ Orchestra e del Coro del Lirico di Napoli (preparato da Fabrizio Cassi) oltre alle pregevoli interpretazioni di Yende e Akhmetshina, è stata di grande impatto anche per lo stile minimalista delle scene di Ben Baur e per una fotografia d’insieme di chiaroscuri accordata anche dai costumi di Klaus Bruns e dalle luci di Cor van den Brink.
Ph: Luciano Romano