A Napoli un presidio per Ilaria Salis: deve tornare in Italia
Un presidio per Ilaria Salis, l’attivista italiana 39enne in carcere a Budapest da 11 mesi: la donna deve tornare in Italia secondo l’Udi Napoli. L’appuntamento è per mercoledì 14 febbraio 2024 alle ore 17 a piazza Plebiscito, Napoli.
“Ilaria Salis - scrivono le donne di Udi - è stata arrestata e imprigionata preventivamente In condizioni per le quali nel nostro paese si sollevano proteste dell'opinione pubblica. Il procedimento avviato nei suoi confronti, per lesioni personali, non si fonda su una denuncia avanzata dalle presunte vittime. Possiamo dedurre che si tratta di un processo voluto per stigmatizzare l'appartenenza politica di Ilaria. L'appartenenza al movimento mondiale antifascista. Le autorità Ungheresi non riconoscendo la legittimità della libera espressione del pensiero, ma anche non riconoscendo la dignità dello stato italiano, non hanno voluto aderire alla richiesta di arresti domiciliari, in Italia, avanzata dalla difesa dell'imputata. La reticenza delle risposte del governo alle preoccupazioni della famiglia, di intellettuali e di oppositori equivale all'inottemperanza delle leggi internazionali sul processo celebrato a cittadini all'estero. Il diritto è chiaro in materia: se le pene e la detenzione sono diverse da quelle del paese di provenienza le cittadine ei cittadini devono essere processati e detenuti dai tribunali, in questo caso, italiani. Ilaria finora non ha goduto del diritto del quale, per esempio ha goduto una cittadina tedesca arrestata insieme a lei, di scontare la pena preventiva ai domiciliari nel suo paese. È incomprensibile il perdurare dell'inerzia delle autorità italiane di fronte a un affronto deliberato fatto a una cittadina per colpire tutto il paese e le sue istituzioni. Siamo preoccupate e siamo offese con Ilaria, colpita perché donna da misure infamanti privandola dei normali presidi femminili e imponendole abiti simbolici della mercificazione sessuale”.
L’appello dell’Udi Napoli si conclude così: “Ilaria Salis deve tornare in Italia, dove può essere protetta dalle convenzioni sottoscritte dal nostro parlamento”.