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Napoliclick è un portale quotidiano di informazione sociale e culturale pubblicato dalla cooperativa Nclick.
Cresce la percentuale di bambini che non praticano sport in Italia, una situazione che non è migliorata di molto dopo la pandemia. Secondo gli ultimi dati Openpolis dell’impresa sociale Con i bambini pubblicati qualche giorno fa (con riferimento all’anno scolastico 2022/2023), circa un minore su cinque nel nostro Paese non pratica una disciplina sportiva nel tempo libero. Va peggio al Sud, dove lo sport è negato anche a scuola, vista la scarsità di edifici scolastici dotati di una palestra.
Tra le cause: povertà educativa e materiale
La pratica sportiva tra bambini e ragazzi ha subito un vero e proprio crollo durante la pandemia, che non ha riscontro nelle altre fasce d’età. Dato, quello della sedentarietà tra i più piccoli, che non subisce grandi variazioni neanche dopo il Covid e su cui incide anche la condizione economica della famiglia.
In particolare, circa il 58% dei bambini e ragazzi si trovano in una condizione di deprivazione sociale, per cui il nucleo familiare non si può permettere attività di svago fuori casa, a meno che non siano gratuite. Anche nel 2022, il rischio di povertà o esclusione sociale ha colpito i minori molto più della media della popolazione. Si trovano in questa situazione il 28,8% dei bambini e ragazzi di età inferiore a 16 anni, a fronte del 24,4% della media della popolazione.
Il problema è che molto spesso i ragazzi non fanno un minimo di attività sportiva nemmeno all’interno delle scuole, che spesso e volentieri risultano poco attrezzate o sprovviste di palestra.
A Sud mancano le palestre nelle scuole
In Italia, gli edifici scolastici con una palestra si attestano su una percentuale di circa il 36%, ma il rapporto Openpolis fotografa una situazione globale fortemente eterogenea con forti differenze territoriali. Ad avere la peggio, come al solito, sono le scuole del Mezzogiorno, in cui la presenza di palestre agli edifici scolastici è minore, rispetto a quelli del Centro-Nord.
Tra le città capoluogo, a Monza e Firenze circa il 72% degli edifici scolastici attivi nell’anno scolastico 2022/23 ha la palestra scolastica. Seguono i comuni di Barletta, Andria, Bologna, Savona, Pavia, Lecco e Prato, con oltre 2/3 degli edifici con palestra. Agli ultimi posti, con meno del 10% di edifici scolastici statali dotati di palestra, si trovano i comuni di L’Aquila e Forlì (entrambe al 8,6%), Catanzaro (8%) e Catania (7,3%). Più in generale, a Sud il 31,7% degli edifici ha la palestra, nelle isole il 30,1%.
La situazione degli edifici scolastici in Campania
Anche in Campania, la situazione è fortemente diversificata. A Napoli città, su 402 scuole, appena il 20% è dotato di una palestra, ma va meglio in provincia, dove nei piccoli comuni, in genere gli edifici scolastici sono attrezzati. A Salerno, su 80 edifici scolastici, quasi il 29% ha una palestra; poi ci sono Avellino (63 scuole e una copertura del 58%), Caserta (61 scuole, di cui il 38% ha la palestra) e Benevento (44 scuole, di cui il 35% ha la palestra).
Valorizzare e rendere accessibile lo sport
Il mancato accesso alle attività sportive per cause economiche pone la questione di come rendere più equa la possibilità di fare sport. Da questo punto di vista, le palestre scolastiche rappresentano uno strumento prezioso nella promozione dello sport tra i minori, a scuola e non solo. Oltre agli aspetti legati alla crescita e alla salute, lo sport ha una funzione sociale ed educativa insostituibile.
Ma le palestre scolastiche possono essere valorizzate anche per attività pomeridiane, diventando un punto di riferimento per le famiglie del territorio, in sinergia con enti locali proprietari, associazioni sportive e di quartiere.
Per maggiori informazioni e scaricare i dati clicca qui
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