Rapporto Istat: Napoli è la provincia del Sud da cui si parte di più
La Campania è la regione meridionale da cui si parte di più, in un Sud che dal 2012 al 2021 ha perso 525mila residenti. E Napoli è la provincia del Mezzogiorno da cui si registrano più partenze (17mila) verso il Centro-Nord. È quanto emerge dal rapporto Istat “Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente – anno 2021”, pubblicato nelle scorse ore.
In ripresa la mobilità interna e le migrazioni dall’estero, in calo gli espatri
Nel 2020 le misure di contrasto alla diffusione della pandemia da Covid-19 hanno segnato in modo significativo la mobilità residenziale e le migrazioni da e verso l’estero, determinando un calo dei flussi migratori, in lieve ripresa soltanto negli ultimi mesi dell’anno. Nel corso del 2021 le misure di contenimento della pandemia meno restrittive hanno favorito un lento riavvio della mobilità. In particolare, rispetto al 2020 sono aumentati del 6,7% i trasferimenti all’interno del Paese e del 28,6% quelli provenienti dall’estero, i flussi verso l’estero sono invece lievemente diminuiti (-1%).
E i dati provvisori del periodo gennaio-ottobre 2022, forniti dal Bilancio demografico mensile, sembrerebbero confermare le tendenze in atto: rispetto allo stesso periodo del 2021, si evidenzia un incremento moderato per i flussi migratori interni e più marcato per quelli di iscrizione dall’estero (rispettivamente, +4% e +13%, con un ritorno ai livelli mensili registrati prima della pandemia), ma un’ulteriore forte riduzione dei flussi in uscita dal Paese (-20%)
In ripresa la mobilità tra Comuni
Nel 2021 il volume dei trasferimenti di residenza interni al Paese, pari a 1 milione 423mila (+6,7% rispetto al 2020), è quasi in linea con il dato del 2019 quando si registrava circa 1 milione 485mila movimenti tra Comuni. L’aumento della mobilità residenziale si riflette sia tra i movimenti all’interno delle regioni (+7,4%) sia tra regioni diverse (+4,6%).
Nel 2021 gli italiani che si sono trasferiti all’interno del Paese sono circa 1 milione 167mila, mentre i movimenti tra comuni degli stranieri sono 256mila.
Migrazioni dal Mezzogiorno al Centro-nord in leggero aumento
Nei 10 anni 2012-2021 sono state circa 1 milione 138mila le partenze dal Sud e dalle Isole verso il Centro-Nord e circa 613mila quelle sulla rotta inversa. Un bilancio che si traduce in una perdita netta di 525mila residenti per il Mezzogiorno.
Ammontano a circa 112mila i trasferimenti dai comuni meridionali verso quelli settentrionali, in lieve aumento (+3%) rispetto al 2020, ma in deciso calo (-17%) rispetto al periodo pre-pandemico. La regione del Mezzogiorno da cui si parte di più è la Campania (30% delle cancellazioni dal Mezzogiorno), seguita da Sicilia (23%) e Puglia (18%). In termini relativi, rispetto alla popolazione residente, il tasso di emigratorietà più elevato si ha in Calabria (circa otto residenti per 1.000). Tassi sopra il 6% si registrano per Basilicata e Molise. La regione verso cui si dirigono prevalentemente questi flussi è, in termini assoluti, la Lombardia (28%) ma, in termini relativi, l’Emilia-Romagna è quella che li attrae di più (quattro trasferimenti dal Mezzogiorno per 1.000 residenti).
La provincia del Mezzogiorno da cui si registrano più partenze verso il Centro-nord è Napoli in termini assoluti (17mila partenze), mentre Crotone ha il tasso di emigratorietà più elevato: 11 residenti su 1000 che si spostano al Centro-nord. Viceversa, la provincia centro settentrionale che riceve più emigrati dal meridione è Milano (14mila arrivi), ma, in termini relativi, l’area metropolitana di Bologna è più attrattiva (6%).
Il Centro-Nord “recupera” giovani laureati con gli arrivi dal Mezzogiorno
Il Nord guadagna oltre 116mila giovani risorse provenienti dal Sud e dalle Isole, il Centro quasi 13mila. Ne deriva che il beneficio complessivo per le regioni settentrionali è pari a circa 77mila unità; il Centro recupera parzialmente e limita la perdita a circa 265 unità; le uscite dal Mezzogiorno verso l’estero e verso le altre regioni d’Italia, invece, determinano una perdita complessiva di poco meno di 157mila giovani residenti laureati. Le giovani risorse qualificate provenienti dal Mezzogiorno sono una fonte di capitale umano per le aree maggiormente produttive del Nord e del Centro del Paese e per i Paesi esteri.