Ileana, Elvis e quelli di Monteoliveto, una storia di straordinaria umanità e ordinario eroismo
Napoli è una città che resiste. All’omologazione, alla turisticizzazione selvaggia del suo Centro Storico, alle botteghe di quartiere che si trasformano in negozi di souvenir a basso costo. Ed è proprio una storia di resistenza quella di Ileana e dei suoi vicini di casa, gente comune e non certo eroi, abitanti della zona di Monteoliveto, a due passi dall’affollata Pizza del Gesù. Alche Elvis, sotto un certo punto di vista è un abitante di Monteoliveto, anche se una residenza vera e propria non ce l’ha. Ileana e gli altri lo hanno notato, una sera di dieci anni fa: un ragazzo spaventato e smunto, accampato in un alloggio di fortuna a via del Chiostro.
“Oggi Elvis ha 40 anni – racconta Ileana con la voce dolce di chi confida una storia di famiglia – Originario dello Sri Lanka, nato da una relazione clandestina da madre srilankese e padre inglese, ha conosciuto la condizione dell’emarginato ben prima di arrivare in Italia”. Una comune storia di solitudine e povertà, come tante se ne contano se si nasce nella parte sbagliata del mondo. “Finisce ben presto in orfanotrofio, la sua brillantezza negli studi e nello sport non viene mai valorizzata per lo stigma dell’essere per metà inglese. A sedici anni, ormai troppo grande per stare in orfanotrofio, finisce in mezzo alla strada. Trascorreranno due anni prima che decida di intraprendere il suo viaggio della speranza alla volta dell’Europa”. Un viaggio durato 72 giorni, i più duri nella vita già provata di Elvis, nonostante la giovane età. La fame, la sete, la paura dell’ignoto, la morte dei compagni di viaggio e, finalmente, le coste della Sicilia. Qui finisce in un centro di prima accoglienza. “In quel momento Elvis perde la grande occasione della sua vita: essere adottato da una famiglia di Brescia. Spaventato, scappa e giunge a Napoli”. Proprio nella città partenopea si trova infatti una delle comunità srilankesi più numerose del sud Italia. Ma l’aiuto e la solidarietà che Elvis cerca non proverranno dai suoi connazionali. “Grazie alla sua intelligenza e buona volontà Elvis trova diversi lavori a Capri. Tuttavia la sua scarsa conoscenza delle dinamiche che spesso si sviluppano fra chi è ai margini della società lo rendono un bersaglio facile per i malintenzionati. Messo nei guai da alcuni amici srilankesi perde il lavoro e gli vengono successivamente rubati i documenti. È così che arriva nel nostro quartiere, a Monteoliveto”.
Senza un lavoro e senza soldi, Elvis non ha altre prospettive se non la strada, dove vive con il cane Leo, in una tenda allestita a via del Chiostro. È a questo punto che la fortuna gli sorride e incontra gli abitanti del quartiere. “Non so come tutto sia nato, ma è stato estremamente naturale. Lui era lì, aveva bisogno che qualcuno gli tendesse una mano e noi abbiamo fatto la cosa più semplice: aiutarlo. Dal pasto caldo quotidiano, ai vestiti. Così come noi ci prendevamo cura di lui, altrettanto Elvis voleva fare con noi. Ci aiutava con le buste della spesa, faceva piccoli lavori di manutenzione, teneva compagnia alle persone anziane. Non ci è voluto molto tempo prima che diventasse uno di famiglia”. Luca, Mariarosaria, Ileana, Don Salvatore diventano presto amici con cui scambiare una battuta, condividere una risata, confidarsi. Poi una segnalazione anonima: la Polizia lo ferma in quanto immigrato clandestino. “Ed è a questo punto che è successo un vero e proprio miracolo – racconta Ileana – il quartiere è letteralmente insorto. I cassieri del supermercato, i bottegai, le signore anziane affacciate ai balconi. I palazzi si sono svuotati, eravamo tutti per strada a chiedere agli agenti di lasciar stare Elvis. Ma sapevamo bene che erano costretti a fare il loro lavoro. Ci hanno consigliato di dare a Elvis dei contatti telefonici di riferimento e di agire subito affidandoci ad un legale che seguisse il suo caso. Dovevamo far avere a Elvis un permesso di soggiorno”. Mentre il ragazzo finisce a Potenza con un’ingiunzione di espulsione, inizia per Ileana e gli altri una corsa contro il tempo. “È partita una campagna di solidarietà che ci ha portati all’incontro con l’avvocato Migliaccio e il suo studio legale. Ben presto siamo riusciti ad avere un permesso di soggiorno provvisorio che gli ha consentito di tornare dalla sua famiglia, da noi”.
Sarà un altro Natale difficile per Elvis, ma non sarà un Natale che vivrà da solo. Come lo scorso anno lo trascorrerà con la famiglia di Ileana. Si scatteranno le foto ricordo, si apriranno i regali. “Mi sento enormemente fortunata ad aver incontrato Elvis. Essere utili a qualcuno che soffre ed è in difficoltà dà senso alle nostre vite” prosegue emozionata.
Quella di Elvis e degli abitanti di Monteoliveto è una storia quasi a lieto fine. Il permesso di soggiorno provvisorio è scaduto e al supermercato Sole 365 di via dell’Incoronata c’è un posto di magazziniere che lo aspetta. La prima audizione alla prefettura di Salerno è andata bene ma Ileana e i suoi vicini preferiscono essere scaramantici e non cantano vittoria. Se anche le cose andassero per il meglio, ci sarebbe un’altra audizione da superare il prossimo 22 dicembre prima di afferrare finalmente il tanto sospirato asilo per protezione internazionale.
“Possono riempire le nostre strade di megastore, possono trasformare il Centro Storico e i monumenti in un grande parco giochi o in un’immensa friggitoria. Ma non possono cambiarci. Abbiamo l’accoglienza nel DNA. Oltre San Gennaro: è questo il vero tesoro napoletano”.