Gina Amarante: somiglio a Manuela ma ogni tanto vorrei essere come Micaela
Una trentenne con le idee molto chiare e già una carriera da attrice avviata nonostante la giovane età (lavora da quando aveva 15 anni): Gina Amarante presta il volto alle gemelle Cirillo Manuela/Micaela, interpretate fino a qualche tempo fa da Cristiana Dell’Anna, con cui si sono incrociate sul set della serie Gomorra.
L’attrice, originaria di Angri, entrata nel cast di Un Posto Al Sole solo da inizio anno, ha anche preso parte ad altre due produzioni di recente: I Bastardi di Pizzofalcone 3 e Lolita Lobosco. Oggi ci racconta del suo personaggio “bifronte” che la diverte moltissimo e del rapporto speciale che si è creato sin da subito con la sua squadra, in primis con il piccolo Gennaro (che interpreta Jimmy), a cui è legatissima.
Come si è cimentata nel ruolo di Manuela/Micaela?
I provini sono stati divertenti ma complicati, perché avevo necessità di differenziare le due personalità: due gemelle, ragazze nate nella stessa famiglia ma molto diverse caratterialmente, con vite completamente differenti. Alla fine, ho anche fatto un dialogo tra tutte e due, ho vissuto una specie di sdoppiamento ma poi è andata bene ed ora eccomi qui: mi sono ritrovata su un treno ad alta velocità in movimento.
Come definirebbe le gemelle?
Con loro sto facendo un grande lavoro emotivo, Micaela è molto forte e strafottente; Manuela è, all’opposto, molto dolce ed empatica. Io mi sento più vicina a Manuela caratterialmente ma a volte vorrei essere come Micaela perché nella vita serve un po’ di sano egoismo talvolta. Le trovo molto divertenti, gli autori sono molto bravi, a volte faccio fatica a non ridere con le battute che mi scrivono.
State portando in scena il delicato tema dell’affidamento dei bambini, quando i genitori intraprendono una battaglia legale e i rapporti diventano molto tesi. Come pensa si debba assicurare la tutela dei minori in questi casi?
In casi come questi, in cui non ci sono episodi gravi di violenza, la cosa migliora è dare la possibilità di vivere i figli ad entrambi i genitori, evitando sanguinose battaglie legali. Noi, a modo nostro, cerchiamo di rispecchiare la vita reale, quello che potrebbe capitare realmente.
Ma cosa pensa di una madre che è sempre stata assente e che ora dal nulla vuole riconquistare terreno nel suo ruolo genitoriale?
Micaela è cambiata come persona dopo il cancro; ora vorrebbe recuperare tempo perduto con il figlio, ma è sempre la solita e, comunque si muova, pare far danni. Passa da momenti di slancio ad altri in cui è inaffidabile e fa fare al piccolo Jimmy cose assolutamente spericolate. Ma, in fondo, lo ama veramente, ha solo un suo modo particolare di dimostrarlo. Del resto, è una mamma moderna, non ordinaria certamente, per indole è molto libera, suona, ha vissuto a Berlino. Ora speriamo metta la testa apposto.
Come sta andando la tua avventura in Un Posto Al Sole?
Benissimo, ci siamo subito ritrovati. Ho trovato una nuova casa, una nuova famiglia, i personaggi legati alla mia “famiglia”, quindi Luca Turco (Niko), Michelangelo Tommaso (Filippo), Miriam Candurro (Serena) e Gennaro De Simone (Jimmy), sono speciali. Con Gennaro, in particolare, ho subito stretto un bel rapporto. Sono anche amica di della mamma, che è mia coetanea. Lui ogni tanto mi vuole portare a casa sua! All’inizio avevo un po’ paura, perché il bambino si era affezionato ad Agnese (Susanna) che poi è andata via e avrebbe potuto non reagire bene a una nuova presenza, ma alla fine è andata bene, è stato un colpo di fulmine tra noi.
Ha stretto già qualche amicizia fuori dal set?
Vado molto d’accordo con Miriam, che conoscevo già prima, subito ci siamo piaciute, ci sentiamo e ci vediamo anche fuori dal set quando giriamo. Ma con tutti quelli con cui giro c’è una bella sintonia, sono persone con cui condividere delle cose perché ci sono delle affinità, una certa sensibilità.
Altri progetti artistici, oltre a Un Posto Al Sole?
Ci sono sempre tanti provini, in 15 anni sono successe tante cose; ora mi sto dedicando alla scrittura, seguo corsi, mi tengo impegnata, insegno recitazione ai bambini e agli adolescenti all’Università del cinema di Acerra, ma sono più loro che danno a me che viceversa.
Sogno nel cassetto?
Fare questo lavoro tutti i giorni. Mi piacerebbe cimentarmi nel cinema d’autore, quello di nicchia che mi piace anche da spettatrice, ma sono un’attrice e lo sono tutti i giorni. Non è sempre facile dire alla gente quello che fai, è un mondo a parte, per chi magari non ti segue sul piccolo schermo. Mi piacerebbe davvero tanto che questo mestiere venisse accettato e riconosciuto, non sempre c’è lavoro ma faccio questo nella vita e vorrei poterlo dire sempre.
C’è un tema sociale che le piacerebbe venisse portato in scena in Un Posto Al Sole?
Sono molto estrema nelle mie cose, sono per scelte coraggiose. Vorrei che si desse spazio ad alcuni temi che sembrano un po’ abbandonati, come l’aborto o l’Aids: due argomenti che sono ancora tabù per certi versi, soprattutto in una società in cui non c’è educazione sessuale; oggi c’è ancora tanta paura per i contagi e poca informazione. Anche l’eutanasia sarebbe un bel tema da trattare. Ma bisognerebbe affrontare gli argomenti da ogni punto di vista.