Marzio Honorato: “Renato non mi somiglia per niente”
Volto storico di Un Posto Al Sole, nei panni di Renato Poggi, l’attore napoletano Marzio Honorato viene dal teatro di Eduardo (lo ricordiamo tutti come il Vittorio di Natale in casa Cupiello): con De Filippo ha lavorato nella prima parte della sua carriera artistica.
Ormai da 26 anni nel cast del social drama più longevo di Mamma Rai cui ha sempre dato un contributo brillante ed ironico con il suo compagno di avventure Raffaele Giordano (Patrizio Rispo), Honorato ci racconta di essere soddisfatto e di sentirsi ‘fortunato’: “Dopo aver lavorato con il più grande, ho chiuso con il teatro, ho fatto cinema e poi ho partecipato a questo esperimento unico chiamato Un Posto Al Sole, che ancora oggi si realizza quotidianamente come un piccolo miracolo”.
Dal carattere schivo e riservato, l’interprete di Un Posto Al Sole racconta di non usare i social: “Io voglio apparire se c’è un motivo per apparire”.
Renato, suo malgrado, si ritrova sempre coinvolto in vicende sentimentali strane, come si è evoluto il suo personaggio nel corso del tempo?
Ma più che affari di cuore, quando si tratta del rapporto di Renato con l’universo femminile, è quasi sempre commedia. Anche con questa ultima donna (Giuditta/ Patrizia Salerno), con cui lui gioca a fare il cattivo, il suo ruolo abbraccia la comicità. Renato è un imbranato cronico con le donne, ormai è anche grandicello d’età: anche in questo caso non lo chiamerei un affare di cuore, ma di commedia.
Che caratteristiche ha il suo personaggio?
Imbranato, a volte un po’ troppo ansioso e petulante, fondamentalmente un buono, un uomo di cui ti puoi fidare. Nel corso di questi anni, gli autori hanno voluto dare a Renato degli spazi soprattutto in quello che succede nel suo nucleo familiare “allargato”, dalle problematiche che riguardano i figli alla ex moglie, Giulia, con cui ha mantenuto un ottimo rapporto, al punto tale che anche quello che riguarda lei diventa un suo affare. Tra i due, infatti, nonostante siano separati da anni, è rimasto un ottimo rapporto, basato sulla stima reciproca: l’idea era proprio quella di dimostrare che possono accadere cose del genere, non bisogna per forza scannarsi tra ex. Io poi con Marina Tagliaferri, che è una bravissima attrice, mi intendo anche sui tempi comici…
Poi c’è questo affiatamento col cognato, Raffaele, con cui spesso e volentieri ne vediamo delle belle.
Con Raffaele condividiamo la parte comica e le varie disavventure. Io e Patrizio Rispo ci conosciamo da prima di incontrarci sul set. Ci ritrovammo a fare insieme i provini 26 anni fa per questo nuovo progetto degli studi Rai e fummo scelti per questi due ruoli. Con lui c’è un affetto storico.
Con Rispo o con altri ha un rapporto stretto anche fuori dal set?
Nella vita c‘è sempre una via di mezzo, la mia frequentazione con gli attori di Un Posto Al Sole è stata diversa nel corso degli anni: ho frequentato moltissimo Germano Bellavia , a cui sono molto legato, sono stato suo ospite per anni a casa sua, ho un ottimo rapporto con Francesco Vitiello e con Beppe Zarbo, con lui ora abbiamo due appartamenti nello stesso residence, quindi ci capita di confrontarci e frequentarci di più durante i giorni della nostra permanenza a Napoli , poi nei fine settimana ognuno prende la sua strada, lui per Londra dove vive, io a Roma. Siamo tutti amici, ci vogliamo bene, ma non è possibile vedersi sempre. La cosa bella che fa funzionare il nostro rapporto, e anche il nostro lavoro, è che ognuno di noi sa di essere protagonista e spalla sempre, siamo una forza per quello, perché non ci sono tensioni tra noi.
Lei e Renato vi somigliate?
Assolutamente no, non abbiamo niente in comune, come è giusto che sia, sarebbe un pericolo se si vivesse in simbiosi col proprio personaggio; un attore deve mantenere un certo distacco. È ovvio che io cerco di dare credibilità al mio personaggio, mettendomi in bocca le sue battute come le direi io. Ma poi quando finisci di lavorare, stacchi la spina. Peraltro, io sono uno di quelli che non vuole sapere prima cosa succede a Renato dopo; vado la mattina nel mio camerino , memorizzo le batture e vado sul set. Non voglio sapere cosa succederà domani al personaggio.
Lei ha lavorato con Eduardo, come crede sia cambiato in questi anni il teatro?
Il teatro dopo Eduardo io non l’ho fatto più, ho ritenuto di fermarmi perché credevo fosse già un traguardo per un attore di estrazione napoletana arrivare a quello. Dopo le sue commedie in televisione, ho deciso di dedicarmi al cinema, poi è arrivata la soap 26 anni fa e lì sono rimasto di base partecipando di tanto in tanto a qualche film di giovani autori.
C’è un sogno ancora da realizzare nella sua carriera?
Ho sempre pensato che la parola carriera per un attore non sia una parola giusta, poi dipende da quando e come si inizia a lavorare in questo campo. Quando ho cominciato io si andava con le foto sotto il braccio a fare i provini, stiamo parlando della preistoria, oggi si fa tutto con lo smartphone, prima si annusavano le persone, ci si guardava negli occhi, oggi è tutto diverso. In fondo la cosa più bella per me è incontrare il sorriso delle persone, la gente mi è affezionata, molti conoscono la mia storia. La vita la prendo così come viene e credo , in generale , di essere stato ed essere tutt’ora molto fortunato perché ho fatto quello che volevo fare.
C’è (ancora) un argomento sociale che vorrebbe portare in scena?
Il mio personaggio non è nato per raccontare storie sociali, lo fa attraverso il lavoro che fanno la moglie e la figlia, per cui Renato è sempre stato molto coinvolto in varie vicende sociali. Quello che faccio proprio sul set, come pratica quotidiana ecologica, ma questa è proprio una mia caratteristica, è di scoraggiare l’utilizzo della plastica, consigliare di spegnere luci quando si esce dai set , perché sono attento all’ambiente e cerco di dare dei messaggi. Io credo che più che le parole, servano i fatti ed è importante dare il buon esempio. Da questo punto di vista la tv può rappresentare uno strumento pedagogico molto importante, ma più che far parlare i personaggi, per sensibilizzare e toccare la coscienza delle persone devi mettere in scena buone pratiche.