Miriam Candurro: Serena in equilibrio tra casa e lavoro
Solida, equilibrata, forte, solare, mamma e moglie premurosa ma anche professionista che non rinuncia alla sua carriera: tutto questo è Serena Cirillo, uno dei personaggi più amati di Un Posto Al Sole, portata in scena da circa 12 anni dall’attrice napoletana Miriam Candurro. «Sono cresciuta con Serena e lei con me, ma devo dire che non mi ha mai dato grandi problemi, ci assomigliamo parecchio», dice l’interprete che ritroveremo a fine ottobre sul piccolo schermo nei panni di Giorgia nella quarta stagione della serie “I Bastardi di Pizzofalcone”.
Facciamo il punto sul suo personaggio. Anzitutto, che momento sta vivendo Serena?
Serena, dopo anni di prima linea, in cui ha vissuto grandi drammi e tormenti, anche con Filippo, ora si trova in un momento abbastanza tranquillo. È presente e premurosa con Filippo, la loro vita ora non ha grandi scossoni. Con le figlie, rappresentano una coppia tipo, crescono le figlie dividendosi il più possibile equamente i compiti, il marito la supporta, lei non rinuncia si suoi impegni lavorati e accetta nuove sfide. Insomma, sarebbe la famiglia contemporanea, almeno idealmente quella perfetta.
Cosa ha capito Serena rispetto alla vicenda che riguarda il piccolo Tommaso?
In questo momento di stabilità per lei, Serena commenta e osserva ciò che accade a Palazzo Palladini, entrando in alcune storie, ad esempio la vicenda del figlio di Ferri, nel triangolo Roberto, Marina e Lara, che sta tenendo banco in questo momento. Lei ha intuito che il bambino è figlio in realtà di Ida, dopo aver sommato una serie di fattori e soprattutto aver notato il grande traporto della baby sitter verso Tommaso. Ne ha parlato con Ferri e Flippo, ma non ne ha certezza, perché non è venuto fuori in maniera ufficiale.
Come si trova nella grande famiglia di un posto al sole a oltre dieci anni dal suo esordio?
In termini personali e professionali, non posso essere che soddisfatta. Vado a fare il mestiere che amo tutti i giorni, c’è qualcosa di straordinario in questo, faccio ciò che amo, lavoro sulle emozioni: è un privilegio che hanno in pochi: Un Posto Al Sole in questi anni mi ha permesso di crescere anche a livello recitativo, ho affinato le mie capacità, non sono la stessa di quando sono entrata più di dieci anni fa, mi sono allenata con esperienza e pratica, lo sperimento ogni volta quando faccio altro.
Come è stato per Miriam crescere con Serena?
Mi ci sono affezionata a lei se fosse una parte di me. Del resto Serena è molto vicina a me, mi ritrovo molto nei suoi panni e, anche quando ci sono stati dei suoi colpi di testa, il mio tentativo è stato quello di affrontare il personaggio senza giudicare le sue scelte, perché fa parte del gioco. Ma devo dire che lei, tranne rare occasioni, non mi ha dato grosse difficoltà perché gran parte di quello che fa è condivisibile.
E cosa condivide esattamente col suo personaggio?
Ci sono della affinità, a partire dalla vita familiare. Come lei, anche io cresco i miei figli ma non rinuncio ai miei impegni lavorativi. Lei è stata una sorta di madre per le gemelle, anche io tengo molto al valore della famiglia. È questo mix che la rende un personaggio solido ed equilibrato, e la fa amare tanto dal pubblico, con cui ho sempre un ottimo riscontro.
Ora è impegnata in altri progetti, oltre al set di Un Posto Al Sole?
Il 23 ottobre vestirò nuovamente i panni di Giorgia nella quarta stagione de I Bastardi di Pizzofalcone, un personaggio che è stato molto rappresentativo, con una sua storia molto forte. E poi dovrebbe uscire nelle sale americane e in Italia su Paramount+ il mio film americano da protagonista, il cui titolo provvisorio è “Cassino in Ischia”, completamente girato sull’isola verde. È stato molto impegnativo, trattandosi della mia prima prova di attrice in lingua inglese, ho studiato tanto, ma sono molto contenta, è stata una bella soddisfazione a livello professionale e personale.
Lei ha anche scritto un romanzo durante la pandemia. Proseguirà la sua carriera letteraria?
La galassia letteraria è stata una bella parentesi sperimentata durante la pandemia, in quel momento per me la scrittura è stata una sorta di rimedio alla follia. Del resto il romanzo è proprio calato nel contesto in cui abbiamo dovuto tutti fare i conti con il Covid. Una esperienza bellissima, anche perché il romanzo sta ancora facendo un suo percorso, ha una vita più lunga e complessa di altre espressioni artistiche. Non nego che vorrei continuare, ma sono necessari tempo e dedizioni, non mi mancano le idee, quelle ci sono.
C’è un argomento sociale che vorrebbe (ancora) trattare in Un Posto Al Sole?
Mi verrebbe da sottolineare ancora una volta il tema della indipendenza della donna e delle pari opportunità, che, sebbene molti la pensino così, non è ancora un fatto assodato né scontato. Io sono contenta di portare già in scena, con Serena e Filippo, un ideal-tipo di parità in termini di impegni lavorativi e responsabilità familiari: credo che questa coppia dia un messaggio importante su un tema che va sicuramente ancora raccontata se vogliamo andare verso una parità reale e totale tra uomo e donna.