Paolo Romano: ho rosicato per il bacio di Viola più di Nicotera!
In Un Posto Al Sole, per il magistrato Eugenio Nicotera è un momento cruciale. Ne parliamo con Paolo Romano, l’attore di origini torinesi che gli presta il volto da ormai circa 12 anni: “Sento forte la responsabilità della toga che indosso in scena ma nella vita reale sono l’opposto di Nicotera”.
Mentre non è molto chiaro ciò che accadrà dopo la crisi con la moglie, entra nel vivo il processo a Lello Valsano, il criminale che ha ucciso Susanna (Agnese Lorenzini) e ferito Viola (Ilenia Lazzarin), sopravvissuta all’attentato. Una vicenda di cui il Nicotera magistrato non si può occupare personalmente perché ad essere coinvolta è proprio la moglie.
È un momento molto importante per Nicotera: quello del processo, che effetto le fa vedersi nei panni di “persona di parte” e non di giudice per una volta?
Ho già girato scene in un’aula tribunale, in quel caso, indossavo la toga ed è sempre un grande onore e una responsabilità. In questo caso, sono più spettatore, perché sono direttamente coinvolto, sono lì in qualità di marito di Viola, che è parte attiva nel processo. Vedermi in aula mi fa sempre uno strano effetto. È molto strana la vita dell’attore, ci pensavo proprio l’altro giorno…
In che senso “strana”?
Perché in un prodotto seriale come Un Posto Al Sole, la vita dell’attore e quella del personaggio si accavallano per anni e diventa difficile stabilire un confine esatto tra realtà e finzione. Faccio un esempio pratico: io, Paolo Romano ho provato fastidio nel vedere la scena del bacio tra Viola e Damiano. Mi sono stupito di me stesso e mi sono interrogato del perché di quel fastidio. È interessante questo aspetto: vedere come i sentimenti del personaggio possano condizionare le reazioni dell’attore. È la prima volta che mi succede, ho avuto diverse attrici come “finte compagne” attrici come Vittoria Puccini, Manuela Arcuri, con Monica Bellucci ho girato uno spot e siamo stati molto vicini, per non parlare del teatro, ma non è la stessa cosa. Erano tutti progetti a breve termine. Ma con Viola è diverso. La nostra storia va avanti da anni, ben 12, e malgrado siamo stati bravissimi a tenere separati realtà e finzione, vederla tra le braccia di un altro mi ha fatto strano. È un po’ come se Nicotera fosse il mio Avatar
A questo proposito, Eugenio tenta di avvicinarsi a Viola, ma per il momento invano. Cosa succederà tra i due?
Viola ha un malessere che si è sedimentato negli anni e, in un momento di forte fragilità, e ci sta di avere dei momenti di debolezza. Nella fattispecie con Damiano, con cui non sappiamo ancora se ci sarà un seguito. Intanto Nicotera, accusato sempre di preferire la carriera alla famiglia, rivuole sua moglie e suo figlio. Lui, al di là della professione, è la rappresentazione della lealtà e della fedeltà. È un combattente, è un esempio, un uomo retto, come nel lavoro quanto nella vita di coppia: si batterà per riavere la sua famiglia.
Ci sono dei punti in comune tra Paolo ed Eugenio?
Assolutamente no, io sono il contrario di Nicotera. Lui è un razionale, metodico, uomo di Stato; io sono un attore, baso tutto sulla fantasia, sulla creatività, sulla speranza, sono istintivo, sono un artista, prendo la vita in maniera diametralmente opposta a come fa Eugenio.
Altri progetti in questo momento?
Sto facendo una valanga di provini per diversi ruoli, speriamo arrivi qualcosa.
C’è un tema sociale in Italia che andrebbe trattato secondo lei in questo momento storico?
In questo momento, io sono sconvolto dalla geopolitica e da come i flussi economico- politici internazionali, possano portare alla guerra e condizionare la vita di tutti noi. E noi cosa facciamo? Niente. Lo accettiamo in silenzio, non facciamo nulla per opporci. Dovremmo batterci con tutti gli strumenti che abbiamo per opporci a questo scempio, per evitare queste tragedie create dall’uomo. Corsi e ricorsi storici, dall’antica Roma ai giorni nostri, tutte le guerre si sono sempre fatte per interessi economici e di potere e anche questa non è da meno. Ma oggi, a differenza di ieri, siamo tutti molto più informati e consapevoli, ma è come se non ci fosse una coscienza collettiva.