Al Museo e Real Bosco di Capodimonte la donazione Lia e Marcello Rumma
Una selezione di oltre 70 opere di artisti italiani, dagli anni Sessanta, con un focus sull’Arte Povera. La collezionista Lia Rumma dona allo Stato italiano la sua collezione.
L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa nel Salone delle Feste del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, con il Ministro della Cultura Dario Franceschini, la collezionista e donante Lia Rumma, il Segretario Generale del Ministero della Cultura Salvatore Nastasi, il Direttore Generale dei Musei Massimo Osanna, il Direttore Generale Creatività Contemporanea Onofrio Cutaia e il Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger.
La raccolta sarà esposta nella Palazzina dei Principi, elegante edificio nel Real Bosco di Capodimonte, fondato dai Carmignano marchesi di Acquaviva prima del Palazzo reale, situato davanti alla facciata principale della Reggia. La raccolta si aggiunge alla sezione contemporanea di oltre 175 opere che rende il Museo di Capodimonte l’unico in Italia a conservare ed esporre l’arte dal XIII secolo a oggi, con raccolte eccezionali tra le quali quella Farnese.
L’ideatore e direttore scientifico del progetto è Gabriele Guercio, storico dell'arte che ha numerose pubblicazioni a suo credito, attinenti all’arte quanto alla storia delle idee. Il nuovo progetto di distribuzione funzionale e allestimento museale legato alla donazione è affidato all’architetto Ippolito Pestellini e al suo studio 2050+, uno studio di ricerca e architettura con sede a Milano, che lavora tra design, politica, tecnologia, ambiente e cultura visiva.
Tra gli artisti in collezione
Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Carlo Alfano, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Dadamaino, Gino De Dominicis, Giuseppe Desiato, Luciano Fabro, Piero Gilardi, Giorgio Griffa, Paolo Icaro, Mimmo Jodice, Jannis Kounellis, Maria Lai, Carmine Limatola, Pietro Lista, Francesco Matarrese, Mario Merz, Marisa Merz, Aldo Mondino, Ugo Mulas, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Pino Pascali, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Gianni Ruffi, Ettore Spalletti, Giulio Turcato, Gilberto Zorio.
“Ci sono vite - afferma Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte - che si costruiscono come avventure, come lotte, come destini. Ci sono vite che sono fatte di passione e di sacrifici, vite consapevoli che non si vince senza intelligenza e visione. Tra questi eroici lottatori ci sono i collezionisti che hanno intuito l'arte del loro tempo, che hanno capito i profondi messaggi che l'arte introduce sempre nelle nostre vite e nel mondo che ci circonda. Sono questi collezionisti a scrivere la storia, per questo i musei, che sono la memoria della sensibilità e del genio umano, rappresentano la destinazione naturale delle loro raccolte. Con il dono della collezione a Capodimonte Lia e Marcello Rumma entrano nella storia, ma, ancor più, fanno entrare la storia a Capodimonte, una storia di cui sono stati testimoni e attori quando alla fine degli anni Sessanta con l’Arte Povera, l’arte italiana è entrata radicalmente nella contemporaneità”.
La donazione della Collezione Lia e Marcello Rumma
Comprende oltre 70 opere, tra dipinti, sculture, fotografie e lavori su carta e documenta la pratica di una trentina di artisti italiani, la cui ricerca ha avuto un riscontro internazionale. Un focus è inoltre dedicato all’Arte Povera - definizione coniata nel 1967 dal critico Germano Celant - e di altri artisti riferiti alla medesima scena, la cui ricerca individuale si è sviluppata accanto ai movimenti radicali di quegli stessi anni. L’insieme copre un arco di tempo che va dal 1965 agli anni Duemila. Gli artisti selezionati dalla collezionista per il dono allo Stato italiano sono oggi rappresentati nei maggiori musei d'arte contemporanea del mondo, Moma di New York, Centre Pompidou di Parigi, Tate Modern di Londra. Non a caso, più volte sono arrivate proposte di acquisizione dall’estero, ma l’obiettivo di Lia Rumma è sempre stato quello di far sì che non venisse mai cancellata la memoria e la storia di quegli straordinari anni dell’Arte Italiana: la collezione doveva rimanere in Italia.