Una storia lunga 2700 anni: Napoli e le sue acque in mostra alla Pietrasanta
Si intitola “Napoli e le sue acque: una storia lunga 2700 anni” la mostra allestita nella Basilica della Pietrasanta che sarà visitabile fino a maggio 2024. Undici pannelli espositivi realizzati dagli studenti del liceo classico e scientifico Francesco Sbordone di Napoli, frutto dello studio della storia della propria città che ha portato all’identificazione sul territorio degli antichi tracciati degli acquedotti partenopei.
L’esposizione rientra nell’ambito delle “Olimpiadi dei Saperi Positivi”, iniziativa che ha l’obiettivo di promuovere raccordi formativi tra istituzioni scolastiche, autonome, accademiche, universitarie, culturali e centri museali. Si tratta di un progetto che nasce dalla sinergia tra Laura Colantonio, dirigente scolastica del liceo Sbordone e Raffaele Iovine, presidente dell’associazione Pietrasanta Polo culturale Ets.
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«La ratio dell'iniziativa di prevedere un percorso espositivo presso la Basilica – spiega Laura Colantonio - sta nella necessità, molto forte in questo tempo storico, di far sentire nel territorio la spinta verso la curiosità, l’impulso verso la conoscenza che viene proprio dai giovani. Il tema dell'acqua ritorna come un imperativo urgente nelle riflessioni della collettività perché si adottino tutte le misure per sensibilizzare ciascuno verso una sorta di “ecologia del paesaggio” sia culturale sia ambientale sia infrastrutturale che arrivi all'attenzione di ogni decisore politico per misure che restituiscano in modo effettivo l'acqua come bene comune a livello globale».
«Questo evento – dice Raffaele Iovine – rientra nelle iniziative promosse dall’associazione in collaborazione con la Rete mondiale dei musei dell’acqua dell’Unesco di cui il Museo dell’acqua della Pietrasanta fa parte. Stiamo investendo molto sul tema dell’acqua con la convinzione che è necessario sensibilizzare soprattutto i giovani all’uso responsabile delle acque. E in occasione del maggio dei Monumenti, che è dedicato proprio al tema dell’acqua, organizzeremo due eventi: un convegno di studi sulla citta vista dal mare e una mostra di reperti idraulici del Mann per raccontare la storia dell’ingegneria idraulica romana».
Un po’ di storia
La storia di “Parthenŏpe”, come era definita alle sue origini la città che poi prese il nome di Neapolis per divenire infine Napoli, nel corso della sua storia millenaria, ha avuto sempre la necessità, fin dalle sue origini, di procurarsi acqua potabile, necessaria per la sua esistenza. I primi coloni greci poterono stabilirsi sul suolo napoletano sfruttando le fonti naturali che sgorgavano in loco, alle pendici del monte Echia ed in altri luoghi nei pressi della costa a ridosso del promontorio stesso.
Con la fondazione della città nuova, ovvero di Neapolis, le necessità aumentarono in maniera esponenziale, e da allora il destino della città e della sua provincia è rimasto strettamente legato al passaggio di tre acquedotti, che a partire dal IV secolo avanti Cristo hanno avuto la funzione di fornire acqua potabile alle abitazioni e alle attività produttive.