Venerdì, 24 Gennaio 2025

Sete: a Capodimonte la mostra di Gaia Fugazza

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Polo delle Arti Caselli Palizzi di Napoli presentano l’opera dell’artista Gaia Fugazza con la mostra personale Sete e la performance Acque dentro. Il progetto è a cura di Valter Luca De Bartolomeis e Sara Dolfi Agostini, e in collaborazione con i professori e gli studenti del Polo delle Arti.

 "Capodimonte si apre alla creatività giovane e performativa   - dichiara Eike Schmidt direttore del Museo e Real Bosco - ospitando una artista dal respiro internazionale nel quadro delle storiche sinergie con il Polo delle Arti Caselli Palizzi. E lo fa nel segno della Porcellana, un tema che declineremo in varie forme nel 2025 nel nostro percorso verso l'apertura della grande sezione dedicata a questa arte identitaria".

L’evento conclude un progetto di residenza dell’artista presso l’Istituto ad Indirizzo Raro “Giovanni Caselli”, ubicato all’interno del parco di Capodimonte, nel medesimo antico edificio che fu sede della prima Real Fabbrica della Porcellana, fondata nel 1743 e oggi parte del Polo delle Arti Caselli Palizzi diretto da Valter Luca De Bartolomeis. La residenza, che ha portato l’artista a Napoli tra il 2023 e il 2024, si è focalizzata sulla lavorazione della porcellana in terzo fuoco e sulla sua ibridazione con altri materiali.

La mostra Sete e la performance Acque dentro sono parte di un progetto artistico che esplora un’intelligenza diffusa del corpo attraverso un immaginario che va da elementi marini ad agenti atmosferici, dai bisogni fisici a quelli sociali. Concepito in due parti, il progetto è un acceleratore di stimoli tattili, visivi e concettuali che mettono in relazione dimensione individuale e collettiva.

In mostra si trovano due serie di opere a muro in porcellana, le prime realizzate nei colori vivaci del terzo fuoco; le altre contaminate con vetro o trafitte da ossa di calamaro. Le ossa di calamaro sembrano piume di plastica e, come le sculture a forma di becchi di polpo della performance, sono forse testimoni di un tempo lontano della storia in cui le creature del cielo e quelle degli abissi si sono ritrovate, unite nel cammino dell'evoluzione.

Le opere riconfigurano così leggende primitive e inconscio mitopoietico dell’artista – permeate da una nota eroica il cui fulcro è sempre un corpo, spesso femminile, fluido e poroso, inciso con segni arcaici e penetrato da materie estranee, effetto delle sperimentazioni artistiche. Il corpo, talvolta, quasi scompare, precipita in una relazione osmotica con la natura – atmosferica e organica – che ne ribalta la relazione tra interno ed esterno, lo trascina e ne annulla i tratti distintivi, mentre si muove e rotola sulla superficie della lastra di porcellana.

La performance Acque Dentro (2025) attiva esperienze fisiche insolite, volte ad attivare forme di conoscenza considerate residuali nella società contemporanea. L’una coinvolge il corpo dei performer – studenti di musica e danza del Polo delle Arti Caselli Palizzi, è pubblica e detta la durata dell’evento; mentre l’altra implica in maniera più diretta i visitatori, cui è offerta la possibilità di avere in bocca una miniatura in porcellana che non è possibile vedere o toccare prima di partecipare; un’opera d’arte ma anche un dispositivo per accentuare la presenza fisica, l’hinc et nunc. 

La scultura è modellata sulla forma dei becchi di polpo che in italiano vengono spesso chiamati “occhi di polpo”. I becchi di polpo sono simili a becchi di uccelli in miniatura e sono l'unico elemento di cartilagine dura nel corpo di una creatura altrimenti priva di ossa che vive nei fondali marini, in aree buie e difficilmente accessibili per l’essere umano. Così, nella penombra del Salone delle Feste, ottenuta usando solo l’illuminazione originaria ispirata ai candelabri, alcuni visitatori decidono di partecipare alla performance, altri osservano – ma gli uni e gli altri si guardano e si muovono insieme, in incognito, con implicazioni sociali e comportamentali nello spazio condiviso con i ballerini e i musicisti. Loro, invece, interagiscono solo in coppia, interpretando – in una sorta di time-lapse evolutivo o dell’apprendimento – forme di comunicazione possibili, in dialogo con il proprio corpo e quello degli altri, ma anche con gli strumenti musicali.

La performance crea così un'esperienza interna e la fa uscire progressivamente, fino a renderla pubblica. Al contempo, mette in discussione l’egemonia della società delle immagini, l’idea di una realtà filtrata quasi esclusivamente dagli occhi e non dagli altri sensi, e rivendica un approccio multisensoriale all’opera d’arte. Con Acque dentro, Gaia Fugazza emancipa così i visitatori dal linguaggio, strumento del pensiero razionale, e li riporta alla dimensione ludica del conoscere, quella dei bambini che toccano e mettono gli oggetti in bocca, si copiano e reagiscono, informati dalla dimensione relazionale del crescere insieme.

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L’opera di Gaia Fugazza è un’esplorazione estetica della relazione tra esseri umani e una realtà intesa come entità viva, espressiva e rizomatica. Attraverso tecniche diverse come ceramica, pittura, intaglio e performance, le sue opere riportano alla luce saperi perduti su un mondo concreto – un distillato di corpi, piante e cose, toccano temi interspecie come i sistemi di riproduzione, e interrogano un misticismo pagano che attraversa secoli e civilizzazioni, di cui la natura è l’epicentro.

In particolare, nell’atto creativo c’è una critica all’antropocentrismo stimolata da un’esperienza artistica fisica che si nutre di figure archetipiche. Muovendosi liberamente tra la bidimensionalità del disegno e la tridimensionalità della scultura, la metodologia di Gaia Fugazza parte sempre dalla materia – del supporto o dell’oggetto – trasformando pratiche antiche canonizzate con sperimentazioni dissonanti e intuizioni personali. 

Nelle performance, invece, l’artista esplora più deliberatamente la trasmissione del sapere, innestando cortocircuiti sensoriali e immaginando equivalenze tra mondi lontani o incompatibili, volte a scardinare l’egemonia del pensiero verticale, quello logico-razionale. Nell’interrogare forme altre e possibili convivenze, Gaia Fugazza applica un pensiero orizzontale, de-gerarchizzato e inclusivo. Animali, piante ed esseri umani partecipano come esseri sensienti, e i temi affrontati penetrano la realtà, oltrepassando l’attualità più incalzante.

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L’ARTISTA

Gaia Fugazza è nata a Milano nel 1985, e vive e lavora a Londra. Ha conseguito una laurea all’Accademia di Brera di Milano nel 2008 e un master al Chelsea College of Arts, UAL, nel 2014. Ha avuto mostre personali a Case Chiuse a Milano, Richard Saltoun online, e Häusler Contemporary a Zurigo (doppia personale). Il suo lavoro è stato incluso in Biennali e mostre istituzionali a Lofoten International Art Festival, 13. Baltic Triennale, Premio Cairo a Milano, Glasstress a Venezia, Biennale Mediterranea a Milano, Whitechapel Gallery a Londra, e Museo Tinguely di Basilea. Sue performance sono state presentate da FOROF, Roma; a Londra presso Royal Academy of Arts di Londra, Lisson Gallery, South London Gallery e LUX; e a Kunsthall Oslo.

I CURATORI

Valter Luca De Bartolomeis è dirigente del Polo delle Arti Caselli Palizzi, Museo Artistico Industriale e Real Fabbrica di Capodimonte di Napoli, direttore dell’ITS MA.DE. Academy per la manifattura e il design, e membro del consiglio di amministrazione del Museo di Correale. Docente presso Università e Accademie italiane, ambasciatore Well-Made per le eccellenze del Made in Italy, collabora con svariate Università nazionali e internazionali, ha partecipato all’organizzazione e al coordinamento scientifico di workshop, seminari, mostre e convegni. Ha ottenuto la selezione Adi Index Compasso d’oro nel 2019 con il “Porta Babà” e nel 2022 per il progetto “Caselli per il sociale”.

Sara Dolfi Agostini è critica d'arte, curatrice, e giornalista. È stata co-curatrice della commissione di arte pubblica ArtLine Milano (2013-16), consulente scientifica per la fotografia alla Triennale di Milano (2017-21), curatrice del Centro di Arte Contemporanea Blitz Valletta a Malta (2018-23) e co-curatrice del Padiglione di Malta alla 60. Biennale di Venezia. Vive a Napoli dal 2020, dove lavora come curatrice della Fondazione Paul Thorel. Ha insegnato in atenei in Italia e all’estero, di recente al master della Fondazione Modena Arti Visive (2016-2021), e dal 2008 collabora con numerose testate, tra cui Il Sole 24 ORE, Flash Art e ArtBasel.

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Mostra SETE

Artista Gaia Fugazza

Curatori Valter Luca De Bartolomeis e Sara Dolfi Agostini 

31 Gennaio – 18 Marzo 2025

La mostra è visitabile negli orari di apertura del primo piano segnalati sul sito

https://capodimonte.cultura.gov.it/

Museo e Real Bosco di Capodimonte

Via Miano 2, Napoli, Italia

Performance ACQUE DENTRO

Artista Gaia Fugazza

Curatori Valter Luca De Bartolomeis e Sara Dolfi Agostini 

31 gennaio 2025, ore 17:00

L’artista ha collaborato con:

Prof. Alessandro Borrelli con gli studenti Roberta Caniglia, Loredana Cella, Pasquale Elia, Ramona Maione, Chiara Peluso, Angela Schisano, e Antonella Vespro per le miniature in porcellana

Prof.ssa Chiara Giacobone con gli studenti Ilaria Arenella, Gioia Ni, Mario Paola, Massimiliano Sarpa, Tania Scognamiglio, e Giovanna Silveri per il coreutico

Prof.ssa Chiara Mallozzi con gli studenti Giada Beneduce, Martina Beninati, Damiano Buono, Assunta Cennamo, Cristian De Novellis, e Giuseppe Luongo per la musica

Ida Palisi
Author: Ida Palisi
Giornalista professionista, esperta di comunicazione sociale, dirige l’Ufficio Comunicazione Gesco. Collabora con il Corriere del Mezzogiorno per le pagine della Cultura.

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