Beatrice Viggiani: la poetessa napoletana-lucana che visse tra i due mondi
Una vita avventurosa, una personalità all’avanguardia per i suoi tempi, un’esistenza vissuta tra Italia e Sud-America: la poetessa Beatrice Viggiani è stata una delle principali esponenti della intellighenzia potentina negli anni ’60 e della cultura venezuelana tra gli anni ’70 e ‘90. Lei che era nata a Napoli per poi trasferirsi in Lucania durante la guerra, e inseguire il suo grande amore, il pittore venezuelano Simón Gouverneur, fino a Caracas.
Per mantenere vivo il ricordo di questa donna piena di sorprese che non smise mai di scrivere, la sua famiglia – i figli e i nipoti – hanno deciso di raccogliere il meglio della sua produzione nel libro di poesie “41” edito da Universosud.
“L’idea è quella di tirare fuori dai cassetti l’immenso materiale di zia Beatrice – spiega Giulia Perretti, nipote della poetessa – versi scritti in italiano come in spagnolo, poesie che si intrecciano strettamente con la sua incredibile vita”. Testi che parlano d’amore, di natura, ma anche di sesso: “Una donna dalla grande apertura mentale”, la ricorda la nipote. Ma in cui ad essere presenti sono soprattutto i luoghi del cuore, dalla Basilicata a Napoli, passando per Maratea, luogo delle vacanze estive in cui puntualmente ogni anno si ritrovava la famiglia.
La raccolta di poesie è una delle iniziative dell’Associazione Beatrice Viggiani
La raccolta di quarantuno poesie è curata dall’Associazione culturale Beatrice Viggiani – che si propone di preservare e valorizzare l’opera dell’autrice - con il contributo di Giulia Ughetta e Maria Isabel Gouverneur, Angelo La Capra, Giulia Perretti e Antonio Perretti.
Il testo sarà presentato a Napoli martedì 15 novembre alle 16 presso la Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria nella sede del Maschio Angioino.
Parteciperanno all’incontro: Giancarlo Laurini (presidente Associazione Lucana Giustino Fortunato), Renata De Lorenzo (presidente Società Napoletana di Storia Patria Letture), Giulia Gouverneur (Associazione Culturale Beatrice Viggiani). Interverranno: Silvia Acocella (Università degli Studi di Napoli Federico II), Giampaolo D'Andrea (Università della Basilicata), Enrique Hernandez (artista). Oreste Lo Pomo (caporedattore RAI TG3 Campania), Antonio Candela (Universosud Edizioni). Modererà i lavori Nicola De Blasi (Università degli studi di Napoli Federico II).
“La scelta della location non è un caso – sottolinea Giulia Perretti, tra le promotrici delle iniziative dell’Associazione Beatrice Viggiani – Un posto molto prestigioso, dove organizziamo l’evento con l’Associazione nata per ricordare la figura di Giustino Fortunato, di cui noi siamo discendenti. In particolare, mia zia Beatrice era sua nipote”.
Una vita avventurosa vissuta tra i due mondi
Beatrice Viggiani nasce a Napoli il 26 ottobre 1932, figlia di Gioacchino Viggiani e di Giulia de Ferrariis Salzano. A Napoli si realizza la sua prima formazione culturale e coltivata anche grazie all’ambiente familiare in cui erano ancora vive le suggestioni del meridionalista Giustino Fortunato (1848–1932), zio di Gioacchino Viggiani.
Negli anni Cinquanta è attiva protagonista a Potenza del mondo intellettuale cittadino di cui fanno parte, tra gli altri, Vito Riviello, Orazio Gavioli, Rocco Falciano, Gerardo Corrado, Francesco Ranaldi. Con Vito Riviello realizza, nel 1962, la raccolta di poesie 53, pubblicata da Capoluongo (riedita nel 2015 da Universosud).
Collabora anche a due importanti riviste letterarie e culturali: Terza generazione e Critica letteraria. In quegli anni vive tra Napoli e Roma occupandosi anche di cinema e fondando a Roma la galleria e stamperia d’arte L’elefante. A Roma ha modo di diventare amica di Carlo Levi, Leonardo Sinisgalli, Beniamino Placido e di incontrare Sartre, Ungaretti, Guttuso.
Dopo la fine del primo matrimonio con il fotografo potentino Aldo La Capra, nel 1969 si trasferisce con l’artista Simón Gouverneur in Venezuela, dove resta fino al 2005, vivendo a Caracas, Choroní e Barquisimeto. In Venezuela scrive in lingua spagnola e collabora assiduamente alla stampa nazionale e locale, arrivando a dirigere la sezione culturale de El Impulso, il giornale più antico del Paese sul quale pubblica, settimanalmente, articoli di opinione e di critica cinematografica; negli anni ’90 conduce un programma culturale televisivo dal titolo Biblioteca de la fantasía, e un altro intitolato El gusto es mío.
Negli anni venezuelani ha modo di conoscere e frequentare diversi intellettuali e letterati di prestigio del panorama internazionale, tra cui Umberto Eco e Gabriel García Márquez. Rientrata in Italia nel 2005, riprende a comporre in italiano e scrive diversi testi tuttora inediti. Il 19 gennaio 2017, all’età di 84 anni, Beatrice Viggiani muore a Napoli, dove tutto aveva avuto inizio.