Carnevale sociale di Napoli: si parte con i laboratori di strada
Libero, autonomo e senza confini. È il Carnevale sociale della Città Metropolitana di Napoli che coinvolge vari quartieri della città e i comuni di Giugliano in Campania e Afragola.
Da venerdì 9 a martedì 13 febbraio 2024 numerosi i cortei che animeranno le strade della città: una festa critica e irriverente perché attraverso lo sberleffo, le maschere, i carri e le messe in scena tipiche della tradizione carnevalesca, contesta i potenti, gli oppressori, i ricchi e i padroni.
A organizzare l’iniziativa è il coordinamento del Carnevale Sociale della Città Metropolitana di Napoli che dà appuntamento oggi, lunedì 15 gennaio 2024, alle 17, in piazza Municipio a Napoli, per presentare i laboratori di strada.
Calendario dei Cortei del Carnevale sociale
Venerdì 9 febbraio 2024
Mattina: Materdei-Sanità
Pomeriggio: Giugliano in Campania
Sabato 10 febbraio 2024
Mattina: Afragola
Domenica 11 febbraio 2024
Mattina: Bagnoli Scampia
Martedì 13 febbraio 2024
Mattina: Soccavo
Pomeriggio: Montesanto-Quartieri Spagnoli-Santa Fede/Centro Storico
Il manifesto del Carnevale sociale
Chi è
Il Carnevale Sociale della città metropolitana di Napoli unisce in una grande rete: Afragola, Bagnoli, Centro Antico, Giugliano di Napoli, Materdei, Montesanto, Pianura, Quartieri Spagnoli, Rione Sanità, Scampia e Soccavo, con ramificazioni saltuarie negli anni anche nei quartieri della zona est di Napoli.
Come
Il nostro Carnevale è “sociale”, perché è costruito dal basso, in modo autonomo e indipendente, è fatto da reti di associazioni, servizi rivolti ai minori, comitati, spazi sociali, beni comuni e realtà che si attivano nei territori per il bene comune e per questo, libero da patrocini e coperture istituzionali di qualsiasi tipo. È critico e irriverente perché attraverso lo sberleffo, le maschere, i carri e le messe in scena tipiche della tradizione carnevalesca, contesta i potenti, gli oppressori, i ricchi e i padroni.
Cosa fa
Difende il diritto alla città, il diritto all’infanzia, alla felicità, alla vivibilità dei territori contro la società del consumo, della cementificazione, della turistificazione che sottrae spazi di socialità a chi la città la abita e la vive, in contrasto alla privatizzazione che mercifica la cultura e, ormai, molti, troppi, aspetti del nostro vivere quotidiano, al centro come in periferia e in tutta la città metropolitana.
Dove
Il Carnevale Sociale della città metropolitana di Napoli abbatte le distanze tra centro e periferia/città metropolitana. È libero, autonomo, indipendente e senza confini. Esistiamo da vari anni e finalmente le istituzioni di palazzo si stanno rendendo conto della nostra esistenza. Il loro tentativo di far rientrare l’esperienza del Carnevale Sociale nelle manifestazioni istituzionali è il segno del risultato dei nostri sforzi nel creare comunità che agiscono nei territori. Ma non si può tentare di ricondurre le nostre pratiche alle forme della burocrazia amministrativa. Bisogna riconoscere l’importanza dell’informalità della tradizione del Carnevale e delle esperienze da essa derivate.
La filastrocca del Carnevale sociale: Il Fuoco di Carnevale
So’ più di quarant’anni che andiamo per le vie
partendo, ci pensate? dalle periferie.
Abbiamo ripescato dalla nostra memoria
antiche tradizioni che son la nostra storia:
il mondo alla rovescia, lo scherzo, lo sberleffo
verso chi sta di turno a fare lo sceriffo.
La festa fragorosa che per le strade avanza
finisce, da che è mondo, col fuoco e con la danza,
un fuoco che riunisce tutti i partecipanti,
un fuoco che riscalda davvero tutti quanti,
il caldo che ci dice: verrà la primavera
e sorgerà un bel giorno dopo che è scesa sera,
il fuoco che purifica le nostre anime vere
e delle cose brutte rimane solo cenere.
Un giorno sovversivo, così è da tradizione,
non potrà contenerlo nessuna istituzione:
rabbia e risentimento per un anno di stenti
sfogano nelle fiamme bruciando i più potenti.
Dal basso si organizza la festa popolare,
dal basso viene pure quel nostro focolare:
vuol dire che ci siamo, che siamo tutti vivi
uniti, come sempre, da nobili motivi.
Nun ve vestite ‘a guardie, vestitevi civili,
nun è maje succies niente, pusate ‘sti fucili,
‘o fuoco nun se stuta, l’avimma fa’ appiccia’
pecché ‘sta tradizione ce serve pe’ campa’!