Mercoledì, 08 Maggio 2024

Carta di Napoli, salvaguardare la qualità dell’informazione oggi

Con l’incontro intitolato “Carta di Napoli, diritti e doveri del giornalista per immagini” di martedì 27 febbraio 2024 entra nel vivo la tre giorni dedicata agli importanti temi della libertà di stampa e alla dignità di essere giornalista, indetta in occasione del decennale del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania (SUGC) e che proseguirà fino a mercoledì 28 febbraio con incontri dibatti e corsi di formazione fra la sede del SUGD di via Monteleone e  l'Archivio di Stato di Napoli a piazzetta del Grande Archivio.

Al centro del dibattito che ha coinvolto in qualità di relatori Pietro Treccagnoli, Renato Cavallo, Sergio Siano, Mario Laporta e Arnaldo Capezzuto lo “stato dell’arte” nel mestiere del giornalista, con uno sguardo particolare ai professionisti che raccontano i fatti attraverso l’immagine: i fotoreporter.

Dalla salvaguardia della qualità dell’informazione attraverso l’immagine alle tutele per chi ogni giorno è sul campo con la macchina fotografica, dal difficile rapporto con gli editori al confronto con una società civile assuefatta al “cotto e mangiato” della notizia flash e tendenzialmente indifferente quando si tratta di approfondimento e veridicità: la Carta di Napoli, promulgata nel 2019 dal SUGC in collaborazione con la federazione Nazionale Stampa Italiana, si inserisce in questo complicato dibattito e, attraverso dieci punti, pone al centro le difficoltà che ogni giorno incontra chi decide di svolgere il mestiere di giornalista e fotoreporter.

“Ci hanno tolto la possibilità di lavorare bene e ciò è andato a discapito della qualità dell’informazione: un processo lento e inesorabile che va avanti da oltre vent’anni – racconta Renato Cavallo, giornalista fra i redattori della Carta di Napoli – Questa cosa è particolarmente vera quando si parla di giornalismo per immagini. Oggi è difficile trovare un quotidiano o un telegiornale che non abbia immagini etero-prodotte: video presi dal web e di cattiva qualità vanno a discapito della qualità del prodotto”.

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Il giornalista Pietro Treccagnoli si inserisce nel solco tracciato dal collega Cavallo: “In un’epoca in cui, attraverso il social, tutti si sentono in diritto di dire la propria su tutto, l’unico valore che abbiamo è la qualità dei nostri articoli. Il giornalista è l’unico ad avere la capacità di andare dentro e dietro la notizia al fine di avvicinarsi il più possibile alla verità”.

Se sono tempi duri per i giornalisti “di parola” lo sono ancor di più per chi racconta con l’immagine.

“Chiunque sia in possesso di un cellulare può scattare una fotografia, cosa difficile è raccontare una storia con un’immagine – racconta Mario Laporta, fotoreporter e docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli – Oggi è importante dare dignità al prodotto del fotoreporter e per far ciò è importante che tale lavoro sia istituzionalizzato. Oggi Napoli possiede il primo Archivio Fotografico dedicato al fotoreportage inserito all’interno dell’Archivio di Stato. Una piccola, grande conquista per la categoria”. “Dobbiamo tornare a dialogare con il territorio e con le istituzioni, con le realtà con cui condividiamo il campo come, ad esempio, con le forze dell’ordine e la sanità. Non sono stati rari i casi una fotografia scattati a fini di cronaca sia stata la chiave di volta per il buon esito delle indagini” conclude il fotoreporter Sergio Siano.

Un pensiero emozionante, il ricordo del giornalista Renato Rocco, prematuramente scomparso. Una targa commemorativa è stata consegnata da Claudio Silvestri,  segretario generale aggiunto FNSI, al figlio Antonio.

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Chiara Reale
Author: Chiara Reale
Si occupa di promozione, strategia di comunicazione e management nel settore arte e cultura. Cura mostre di arte contemporanea ed eventi culturali.

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