Giovedì, 19 Dicembre 2024

Ciak si cuce, la sartoria inclusiva della cooperativa Dedalus

Un progetto per la formazione e l’inclusione sociale e lavorativa di donne migranti, vittime di violenza, tratta e sfruttamento sessuale, ma anche di sensibilizzazione della comunità locale al riciclo e allo sviluppo sostenibile. Nasce così, all’interno dei percorsi per persone fragili della cooperativa sociale Dedalus, il laboratorio sartoriale “Ciak si cuce”, realizzato grazie al sostegno di Unicredit.

Molto più di una sartoria, un porto sicuro

Molto più di una sartoria: un laboratorio artigianale dedicato alla creazione di borse, astucci, pochette e altri accessori, tutti realizzati con materiali di riciclo come ad esempio i banner cinematografici donati dal Cinema Modernissimo di Napoli con cui la Dedalus collabora da anni, oppure gli scampoli di stoffe e pelle, anche questi regalati dagli artigiani del territorio. 

L’atelier di cucito e creatività ha coinvolto, quest’anno, circa 30 donne. Ce ne parla Mariola Grodzka, referente dell’area Mediazione di Dedalus e responsabile di “Ciak si cuce”. «Il nome del laboratorio non è un nome a caso, si chiama “Ciak si cuce”, per indicare il suo legame con il mondo cinematografico ma anche per indicare un nuovo inizio per le persone che vi lavorano, donne e giovani provenienti da situazioni difficili, in cerca di empowerment, autonomia e stimoli. Lavorare insieme, per molte, significa anche ritrovare l’autostima perduta».

Il progetto, in particolare, è rivolto a donne vittime di violenza, tratta e donne migranti che sono vivono sul nostro territorio, con particolare attenzione a quelle arrivate con un ricongiungimento familiare e, quindi, poco addentro alla realtà locale.

Inclusione per le donne e sviluppo per la comunità

Ma c’è un altro punto su cui la cooperativa, che lavora a Napoli affianco dei cittadini più vulnerabili da oltre 40 anni, vuole sottolineare: il cambiamento di prospettiva sul sentire comune in materia di immigrazione. “Ciak si cuce” è un progetto che parla alla comunità locale perché prova, attraverso i percorsi individuali di recupero, a rilanciare un’idea di sociale che non riguarda soltanto gli ultimi e fragili ma può essere volano di economia e di bellezza per tutti.

«In questo caso, la cura delle persone si coniuga con la cura della comunità attraverso percorsi di inclusione ma anche con la capacità di ricucire e rammendare le relazioni di comunità – sottolinea Mariola - Questo laboratorio è un luogo che offre la possibilità di far emergere talenti e rafforzare competenze relazionali e professionali, ma è anche un luogo dove ci si può sentire al sicuro e si possono condividere storie e vissuti personali. Qui sono nate molte amicizie».

Asmaa, un racconto vibrante di rinascita

Lo dimostra la storia di Asmaa, donna egiziana di 34 anni, tra le partecipanti al laboratorio “Ciak si cuce”, diventata, tra l’altro, il volto del Calendario 2024 targato Dedalus.

La sua connessione con la cooperativa è cominciata quando un'amica le ha consigliato di rompere l'isolamento e cominciare una nuova vita: Asmaa ha ascoltato il consiglio e ha cominciato a frequentare un corso di italiano, per poi approdare nella sartoria della cooperativa.

Arrivata in Italia nel 2018 per prendersi cura di sua figlia, quando ha messo piede nel laboratorio sartoriale, sapeva cucire solo a mano ma era molto precisa e i suoi lavori erano sempre curati.

«Man mano che seguiva il corso, ha approfondito altre tecniche e per la prima volta ha iniziato a utilizzare le macchine da cucire. La sua voglia di imparare l'ha portata ad utilizzare oggi anche una macchina professionale ed è in grado di realizzare tutti i prodotti che vengono creati all’interno del laboratorio – racconta la responsabile di “Ciak si cuce” - Quando parla del suo percorso in Italia, Asmaa si paragona a un bambino dicendo che quando è arrivata in Italia ha imparato tante cose, proprio come quando i bambini iniziano a fare i primi passi ed esplorano l’ambiente che li circonda».

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Gli articoli realizzati all’interno dell’atelier sono in vendita nei circuiti solidali, direttamente presso la sartoria o nel negozio Che Follia di via Tribunali.

Per info e prenotazioni è possibile chiamare al numero 081293390 int. 307 o visitare il sito https://www.coopdedalus.it/

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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