Domenica, 29 Dicembre 2024

E lasciateci divertire

Sì, stiamo festeggiando da settimane, è vero. Sì, sono due mesi che la città pullula di bandiere, striscioni, mascherine, che è tutta azzurra, talmente piena di addobbi e da tanto che mi sembra sia sempre stata così. Sì, ce la stiamo godendo. E, parafrasando il poeta, lasciateci divertire.

A voi che ve ne importa, se sembriamo pazzi, se parliamo sempre delle stesse cose, se andiamo a lavorare con il sorriso sulle labbra. Se le bandiere del Napoli sono a Tokyo, Buenos Aires, Parigi, New York. E divertitevi anche voi non napoletani, o non tifosi di calcio, perché una cosa così non la vedrete mai più. Si vinceranno altri scudetti, noi vinceremo altri scudetti, festeggeremo ancora, ma così, in questo modo magico e spavaldo, non succederà mai più.

Non trascorreranno 33 anni, innanzitutto.

Non ci sarà più un campionato in cui razionale e sovrannaturale si incontrano a metà strada e si fondono, magia e razionalità, cuore e strategia si uniscono per creare lo scudetto più incredibile mai visto.

Da un lato la pianificazione, le scelte, gli uomini alla guida, una presidenza salda che ha costruito questo percorso con scelte coraggiose, spesso non capite, se non sulla distanza. Da dove viene ’sto Kim, dove l’avranno pescato ’sto Kvaratskhelia, come si pronuncia, ci siamo venduti mezza squadra e mo, senza Insigne come si fa? Ecco. Chi si poneva queste domande a inizio campionato ora tace, chi sa perché.

Da un lato un capitano coraggioso, attaccanti formidabili, una difesa fantastica e un allenatore che ha creato una squadra. I migliori del campionato. Miglior giocatore: Kvaratskhelia, miglior difensore: Kim, miglior attaccante: Osimhen, che è anche capocannoniere.

Migliore allenatore: Spalletti.  

Spalletti mi mancherà infinitamente e sostituirlo sarà il compito più duro della presidenza di De Laurentiis, che pure di imprese ne ha compiute. Spalletti che se ne va come atto d’amore, perché ha dato talmente tanto, talmente tutto (lo so che non si dice, ma rende l’idea), che non ne ha più: «la cosa più difficile da superare è lasciare il gruppo. Il loro amore ti fa venire dubbi sulla decisione che ho preso, se hai fatto bene o no. In questi giorni, immaginandomi lontano da qui, ho realizzato quanto sia difficile scegliere di andar via. Il cuore e l’egoismo ti dicono che dovresti continuare perché c’è una squadra fortissima su cui costruire. Ma è proprio l’amore che sento in questo momento che mi fa accettare la scelta. Probabilmente non ero più in grado di dare la felicità che meritano le persone qui per la dimensione dell'affetto che ricevi».

Da un lato quindi l’impegno, l’orgoglio, il lavoro, la determinazione, la programmazione. Tutte cose assolutamente razionali.

Dall’altro la magia. La mano di D10S che aleggia ovunque, come una divinità che ispira e protegge. L’anno dopo la sua assunzione in cielo tutte le sue squadre trionfano: l’Argentina è campione del mondo, vincono il Boca Juniors, il Barcellona, il Napoli e il Siviglia vince l’Europa League. Se non è magia questa...

E c’è il tocco di Massimo Troisi: i suoi titoli Scusate il ritardo e Ricomincio da tre sono stati il motto di striscioni e slogan ovunque. E quando andiamo a giocare l’ultima partita? Quando ci danno la sospirata coppa? Nell’anniversario della sua morte. Come a rendere un po’ più dolce questo addio a cui – da diciannove anni – non ci siamo mai rassegnati.

Anche la partita di ieri sera, ad esempio, mica è così ordinaria: la vincitrice del campionato con una squadra già retrocessa, poteva essere la partita più noiosa del dopoguerra, invece l’addio commosso di Quagliarella che da ex (reietto e poi redento) si è preso l’abbraccio dello stadio come se fosse il suo, il rigore di Osimehn – e sono 26! – e quel gol di Simeone, una bomba micidiale, un gol meritatissimo per il lavoro decisivo che ha fatto quest’anno, per aver saputo esserci sempre nei momenti culminanti senza chiedere mai; e ha sventolato la maglietta con il 10, come si fa a non volergli bene?

Poi parleremo dei contratti in scadenza, degli addii e degli arrivederci, di scissioni, clausole, comincerà la tarantella del calciomercato...

Ma per ora, lasciateci divertire. Lasciate che questi ragazzi meravigliosi alzino la coppa, lasciateci cucire questo scudetto sulla maglia, lasciate che questa città incantata esploda ancora, e ancora, di felicità. Perché, da ora in poi, nulla sarà più come prima.   

Serena Venditto
Author: Serena Venditto
È nata a Napoli il primo agosto 1980, per festeggiare il compleanno della squadra. Archeologa e scrittrice, è autrice di una serie giallo-umoristica con protagonisti il gatto detective Mycroft e un gruppo di amici impiccioni, di cui l’ultimo è l’ebook gratuito “Malù si annoia. Quarantena in giallo per quattro coinquilini e un gatto”. Cura per Napoliclick la rubrica #Barsport

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