Gli ex-voto del Bagno Grande di San Casciano, al MANN si riporta alla luce un mondo sommerso
È sempre un giorno di festa in un laboratorio di restauro quando arrivano dei reperti. Lo è certamente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli in cui sono iniziati, martedì 30 gennaio 2024, i lavori preliminari all'allestimento della mostra che esporrà statue e statuette bronzee, ex voto e migliaia di monete ritrovate nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, in Toscana.
Il Bagno Grande di San Casciano dei Bagni era un centro termale dai poteri – si credeva – miracolosi. Non a caso sorgeva proprio all’interno di un santuario dedicato ad Apollo, frequentato fra il III secolo a. C. e il V secolo d.C. da malati e infermi. Nell’osservare i reperti e le iscrizioni in etrusco e latino – conservati mirabilmente dalle acque sulfuree a 41 C° – sono lampanti le analogie con gli ex voto moderni, spesso in argento, oro e in altri metalli, portati in dono “per grazia ricevuta” dai credenti a San Gennaro e ad altri Santi e custoditi a centinaia nel Duomo di Napoli e nella chiesa del Gesù Nuovo.
Tanti misteri che aspettano una risposta
“La fonte di San Casciano, come le altre fonti del territorio, erano molto popolari: proprio del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni ne scrive Orazio in una epistola a un amico – dichiara Massimo Osanna, direttore generale dei Musei dello Stato – Certamente una vasca termale all’interno di un tempio era qualcosa di singolare. Gli effetti benefici delle acque si univano all’elemento divino”. Mentre i reperti vengono alla luce, sottratti agli strati di fango e detriti e con le difficoltà di lavorare in una vasca in cui sgorgano 25 litri di acqua al secondo, i misteri si infittiscono. “le statuette di epoca etrusca e le monete di età imperiale ritrovate sono sempre in bronzo. Il ricorrere di questo materiale nell’elemento acquatico è stato notato in altre occasioni e non è certamente casuale. Esiste un significato di tipo spirituale che vede il bronzo materiale dì elezione per le offerte fatte alle divinità in ambiente acquatico” aggiunge Jacopo Tabolli, professore all’Università per stranieri di Siena, che ha diretto gli scavi al bagno Grande. Negli studi in corso sui reperti del Bagno Grande è impiegato un pool di oltre 70 professionisti. Non solo archeologi e storici ma anche fisici ed esperti in idrogeologia. “Sono tanti gli elementi da approfondire – prosegue Tabolli – Ad esempio come mai reperti appartenenti allo stesso periodo e dello stesso materiale hanno reagito all’ambiente termale e agli anni passati in modi diversi. E ci sono ancora tanti punti oscuri su come era costruito il tempio e sulla sua effettiva funzione. Aldilà del significato religioso, il ritrovamento di strumenti chirurgici ci fa sospettare che si trattasse di qualcosa di molto simile ad un centro medico”.
La mostra
“ Il percorso espositivo ospitato al Mann dal 15 febbraio al 30 giugno 2024, prevede l'esposizione di reperti considerati, a giudizio di molti esperti, tra i più importanti rinvenimenti archeologici italiani – dichiara il direttore generale dei Musei dello Stato, Massimo Osanna, curatore della mostra con Jacopo Tabolli – siamo felici che siano ospitati in un luogo prestigioso come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, mentre proseguono i lavori al museo di San Casciano dei Bagni che sarà ospitato al Palazzo dell’Arcipretura”.