Note e parole per ricordare Giogiò nel componimento di Dario Ascoli
Un componimento per Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista strappato alla vita, a soli 24 anni, il 31 agosto dell’anno scorso. «Un brano potente, toccante, al punto che già alla sua prima esecuzione avvenuta il 25 marzo 2024, nella Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, in tanti si erano commossi ascoltandolo». A raccontarlo è Dario Ascoli, critico musicale, compositore e direttore d’orchestra, autore del tributo a Giogiò dal titolo “In Memoriam Ioannis Baptistae Pro Pulchritudine contra violentiam” che potrà essere apprezzato dal pubblico del Teatro San Carlo stasera, nell’ambito del concerto organizzato dalla Fondazione Il Canto di Virgilio e promosso dall’Arciconfraternita e Ospedali della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti.
Un evento che per la prima volta vede sul palco del Massimo Napoletano i giovanissimi musicisti di Sanitansamble e Piccola Orchestra di Forcella, dell’Orchestra Musica Libera Tutti di Scampia, della ScalzaBanda e dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli con il Coro della Società Polifonica Pietrasanta, che eseguiranno il brano dedicato a Giogiò (in programma dalle ore 18 ).
Maestro Ascoli, come nasce questo componimento?
Stavo lavorando a un’opera giocosa di Domenico Cimarosa, L’Infedeltà Fedele, composta per l’inaugurazione nel 1779 del Real Teatro del Fondo di Separazione di Napoli, l’odierno Teatro Mercadante, costruito in origine per l’opera buffa. Proprio poco distante da lì, si consumava in quelle stesse ore la tragedia di Giogiò. Di getto, come seguendo un impulso, ho cominciato a creare, sull’onda emotiva del momento, un componimento per questo giovane artista praticamente senza mai fermarmi. La creazione era pronta il 2 settembre, dopo neanche due giorni dalla sua scomparsa.
Cosa racconta la sua opera?
Si tratta, tecnicamente, di un canto sacro a quattro sezioni, ovvero una composizione corale, che racconta, passo per passo, attraverso note e parole la vita di Giovanbattista, fino al suo drammatico incontro con la morte. Quindi, la tappa finale è il requiem vero e proprio che augura l’eterno riposo a Giogiò con un Amen corale.
Lei lo conosceva?
Non di persona ma lo conoscevo attraverso la sua musica, l’ho ascoltato suonare con la Nuova l’Orchestra Scarlatti, poi, molti dettagli me li ha forniti successivamente il padre che ho avuto il piacere di conoscere.
Secondo lei, questo genere di musica arriva a tutti?
Sì, io stesso non lo credevo possibile, invece è così. Il brano è stato non solo apprezzato ma anche compreso, ha commosso tutti già nella sua prima esecuzione, peraltro suonata proprio dai giovani colleghi dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli, e cantato da un coro in cui molti, da genitori, hanno emotivamente partecipato. L’emozione è stata palpabile fin dalle prove e ciò mi ha colpito molto. Tutti sentivano che stavano ricordando Giovanbattista. Devo ringraziare per aver collaborato con me, a creare questa atmosfera, i miei splendidi compagni di percorso: Rosario Peluso, direttore del coro, e Giuseppe Mallozzi, direttore dell’orchestra.
Ci saranno altri concerti per ascoltarlo?
Sicuramente il Conservatorio di San Pietro a Maiella, la seconda casa di Giogiò, lo riprenderà in un concerto che si svolgerà in sua memoria il 5 luglio. Stiamo verificando con il papà, Franco Cutolo, la possibilità di eseguirlo anche in un’altra occasione, in prossimità dell’anniversario della morte di Giovanbattista questa estate. Poi ci sono altre richieste, anche da parte di un grande teatro straniero, ma non c’è ancora nulla di definito.
Ora sta lavorando ad altro?
Come compositore, mi sto occupando del concerto natalizio dell’ensemble La Vaga Aurora della Società Polifonica della Pietrasanta. Da critico, osservo che c’è un enorme patrimonio musicale qui a Napoli, spesso sottovalutato o mercificato, quando non dimenticato, che i nostri giovani, invece, dovrebbero essere messi nelle condizioni di riscoprire e riattualizzare.