Musiche sulle vie della Seta: 3 concerti a Santa Caterina da Siena e al Conservatorio
Venerdì 24 maggio parte il progetto Musiche sulla via della Seta, la rassegna, giunta alla sua seconda edizione, è frutto della cooperazione tra l’Università L’Orientale di Napoli, ISMEO – Associazione Internazionale di studi sul Mediterraneo e L'Oriente, Fondazione Pietà de’ Turchini e Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli.
Tre gli appuntamenti in programma: si parte venerdì 24 maggio ore 18.30 presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena, con I suoni della fenice: Concerto di musiche per shō, con Fabio Rambelli (flauto shō) e la consulenza musicologica di Endō Tōru e Miyata Mayumi; si prosegue lunedì 27 maggio ore 17.30, con Calung - Lénggér Banyumasan musiche e danze dai confini di Giava Centrale, Indonesia, a cura di Daniele Zappatore, presso la Sala Scarlatti di Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli (ingresso libero con prenotazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.); venerdì 31 maggio ore 20.30 si ritorna nella Chiesa di Santa Caterina da Siena, con Maluf System dei duo Morra & Mejri: il titolo fa riferimento è a un movimento post-revival della musica maluf, uno dei generi urbani più complessi della Tunisia.
Costo dei biglietti per i concerti a Santa Caterina da Siena: 10 euro; ridotto 7 euro. Info e prenotazioni al numero 0817611221 o sul sito turchini.it
Protagonista di I suoni della fenice: Concerto di musiche per shō è appunto lo shō, organo a bocca di bambù, strumento antichissimo, probabilmente originario del sudest asiatico. Il concerto propone una selezione di composizioni per shō (compresi alcuni arrangiamenti): brani classici nella prima parte e brani contemporanei nella seconda. Si passa da preludi modali su partiture del XV secolo a postludi per danze del tredicesimo secolo a brani contemporanei. Spiccano One9, composizione per shō solo creata da John Cage poco prima di morire e Ricercare, prima assoluta di Fabio Rambelli nella versione per shō solo. Conclude il concerto una improvvisazione per shō e tromba con la partecipazione speciale del M° Marco Sannini, docente di Composizione Jazz presso il Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli.
Il secondo appuntamento, invece, è dedicato alla danza: Calung – Lénggér Banyumasan musiche e danze dai confini di Giava Centrale, Indonesia è un progetto che nasce in occasione del 75° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Indonesia, l’ISMEO in collaborazione con la Fondazione Pietà dei Turchini, il Conservatorio San Pietro a Majella e l’Università l’Orientale. Per l’occasione sono stati invitati dieci artisti da Banyumas (un distretto culturalmente ibrido situato al confine tra Giava Centrale e Giava Occidentale, Sunda), che si esibiranno al ritmo della musica calung nella danza lénggér. Si tratta di un gruppo di esperti di musica e danza con un background ricco e diversificato, provenienti da centri artistici, istituzioni accademiche e troupe professionali impegnate nella conservazione, nella trasmissione e nella divulgazione delle arti performative locali.
Le istituzioni partenopee hanno organizzato per l’occasione un workshop presso l’Università l’Orientale (lunedì 27 alle ore 10.30, Palazzo Corigliano, Aula Mura Greche - ingresso libero) e uno spettacolo di calung-lénggér banyumasan in collaborazione con il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella. La città di Napoli ospita l’evento conclusivo di un tour – supportato dal Ministero indonesiano per Educazione, Cultura, Ricerca e Tecnologia e dall’Ambasciata indonesiana di Roma, unitamente a istituzioni e università italiane – che ha visto gli artisti giavanesi impegnati in una serie di lezioni e concerti anche nelle città di Venezia e Roma.
Musiche della Seta si conclude venerdì 31 maggio con Maluf System, alle 20.30, presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena. Il progetto esplora la rinascita del maluf nei contesti migratori, i suoi cambiamenti nella natura e le sue nuove trasmissioni e diffusioni. Maluf System ricrea un mondo sonoro tunisino che spazia dal tradizionale ensemble alla banda del Bey ottomano di Tunisi, fino alle influenze mediterranee. Che si tratti delle canzoni delle suite (nuba), di una particolare melodia, ritmo o strumento musicale, in arabo classico e dialetto tunisino, questi idiomi dell'identità arabo tunisina consentono ai migranti di connettersi con gli altri, generando un certo tipo di esperienza condivisa.