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Oltre Sanremo: La scena Hip-Hop napoletana tra passato e presente che può diventare il futuro
La quasi totale assenza di artisti napoletani a Sanremo, fatta eccezione per LDA, fa riflettere. Forse non c’è più musica a Napoli? La risposta è no. La musica ancora oggi continua ad essere l’anima della città partenopea, che ne impreziosisce la profondità.
Per molti la scena musicale napoletana può sembrare dormiente, ma se si scende in alcuni generi, si scopre che non è cosi. La cultura hip-hop è ancora oggi molto potente, in una città come Napoli, nella quale si nasce e si cresce lottando per emergere dalle difficoltà. Ebbene, l’hip-hop a Napoli è tutto ciò che al momento regge in piedi la musica napoletana. Alla fine degli anni Novanta il duo Co’Sang mise la città di Napoli sulla mappa divenendo iconico, con soli due dischi all’attivo. Il gruppo (composto da Luchè e Ntò) è ancora oggi riconosciuto da tutti gli amanti del genere come una gemma dell’Hip-Hop.
La loro forza più grande (oltre a dei fantastici campionamenti da altri brani celebri da cui pone le radici l’hip-hop) è sempre stata nella scrittura dei testi. I loro brani contenevano testi crudi e violenti ma allo stesso tempo mostravano uno spaccato di vita in periferia, in cui si è lontano da tutto e tutti, soprattutto dalle Istituzioni ed anche culturalmente. La Poesia Cruda immersa tra sentimenti, critica sociale e denuncia delle istituzioni, un viaggio tra valori umani e la decadenza di quest’ultimo. Con i loro testi, i Co’Sang hanno raccontato il mondo crudo di Scampia e Marianella. Il duo si sciolse nel 2012, a causa di scelte artistiche, e la volontà di voler proseguire strade diverse.
Ad oggi l’Hip-Hop napoletano sta rinascendo come una Fenice, Geolier e J Lord su tutti, sono i maggiori neo-esponenti del genere. Luchè resta uno dei punti fermi, insieme a Clementino, nonostante stia sperimentando nuova musica, i due artisti con carriere affermate amano ancora la musica e continuano ad onorarla. Geolier, al secolo Emanuele Palumbo, è un rapper classe 2000 che ha cominciato il suo percorso da artista da poco. Due album all’attivo, “Emanuele” sotto l’etichetta Island Records e il freschissimo di uscita “Il coraggio dei bambini”accompagnato dalla firma alla Columbia Records. Nonostante la componente “malandrina” nella sua musica predomini, Emanuele è in grado di scrivere dei testi molto profondi sulla sua vita privata, parlando di valori che sono presenti nel popolo napoletano. Considerando la sua età, la sua crescita artistica e la sua penna hanno un margine molto ampio.
J Lord, all’anagrafe Lord Johnson, nasce in Ghana nel 2003 e cresce a Casoria dopo l’adozione. Un rapper nuovo sulla scena campana, che con il suo disco di debutto si è fatto conoscere. La firma con Atlantic, infatti, ha permesso l’uscita di “No money more love”. L’album si ispira molto alla scena americana anni novanta, con delle produzioni che sprizzano hip-hop da tutti i pori. La sua scrittura arriva dritta al cervello, con una capacità di raccontare e creare immagini nella testa dell’ascoltatore, il 19enne racconta in molti pezzi il suo passato e tutte le situazioni in cui la vita gli ha messo finora davanti.
Restando in tema Hip-Hop, troviamo CoCo, artista poliedrico che negli ultimi anni fa dell’alternative R&B la sua arma migliore. Classe 88 nato a Napoli, al secolo Corrado Migliaro, rappresenta uno dei migliori artisti italiani nel suo genere. Testi molto riflessivi, che toccano vari aspetti di crescita dell’uomo, accompagnati da basi strumentali molto suggestive.
La scena campana non è dormiente, si sta soltanto prendendo del tempo per crescere e costruirsi un futuro, abbracciando l’Hip-Hop.
