L’anno inizia con la Cantata dei Pastori
Torna e si rinnova al teatro Trianon Viviani di Forcella la Cantata dei pastori, con uno straordinario Peppe Barra nei panni di Razzullo e Lalla Esposito in quelli di Sarchiapone.
La “Cantata” per la regia di Lamberto Lambertini che ne firma l’adattamento insieme con Peppe Barra, ripropone in chiave moderna e per certi aspetti pop il classico della tradizione natalizia, portato in scena da Barra da cinquant’anni, sempre con grande e meritato successo di pubblico. Così anche per questa edizione dello spettacolo, che vedrà una replica straordinaria anche il 1° gennaio alle 21.
La storia è nota. Razzullo è uno scrivano pavido e affamato, capitato in Palestina per il censimento voluto dall’Imperatore romano. Qui si imbatte nel compaesano Sarchiapone, ladro, gobbo, deforme, maligno e bugiardo, in fuga per aver commesso alcuni crimini. Mentre la strana coppia vaga affamata nei boschi, negli stessi luoghi Giuseppe e la Vergine Maria sono in cerca di alloggio per far nascere Gesù. Attorno a loro una tribù di Pastori, in attesa del Messia, e una turba di Diavoli, mandati da Lucifero sulla terra per uccidere la Sacra Coppia, che spaventa e tortura i due disgraziati compagni alla ricerca di un lavoro che permetta loro di mangiare. Ci vorrà l’intervento dell’Arcangelo Gabriele per ricacciare le Furie nel buio dell’Inferno e permettere la nascita del Redentore.
Sempre convincente Barra che sembra nato vestendo i panni di Razzullo, come pure è bravissima Lalla Esposito nel ruolo di Sarchiapone, che arriva in bicicletta ed è vestito con stracci contemporanei: uno dei modi per rinnovare la tradizione, assieme a quello di inserire battute dai contenuti più vicini al nostro sentire.
“Il vero lume tra le ombre” era il titolo di una sacra rappresentazione data alle stampe, nel 1698, dal gesuita Andrea Perrucci – che firmava con lo pseudonimo di Casimiro Ruggero Ugone –, scritta con intenti moraleggianti, per contrastare i rituali con i quali il popolino onorava le feste come il Carnevale e il Natale. Dalla metà dell’Ottocento il titolo si cambiò nella Cantata dei Pastori, come lo conosciamo tuttora. Verso la fine del Settecento, al povero Razzullo, che, senza coprotagonista non aveva modo di inventare lazzi e contrasti tipici della Commedia dell’Arte, venne affiancato Sarchiapone. La tradizione popolare stravolse a poco a poco il testo della Controriforma, volgarizzandolo, rovesciandone gli intenti educativi ed edificanti, aggiungendo anno dopo anno canzonette e scene da farsa e commedia dell’arte.
«In questa nuovissima edizione della Cantata – afferma il regista Lamberto Lambertini - mettiamo in evidenza la lingua, la musica e la storia della città di Napoli, un luogo unico al mondo dove è stato possibile creare, e conservare così a lungo questo unicum teatrale, dal genere indefinibile, frutto di secoli di devozione: uno spettacolo, allo stesso tempo, colto e popolare, comico e sacro, profondo e leggero, commovente e divertente per un pubblico sia di grandi che di piccini, che ricorda quelle tavole scalcagnate sulle quali i guitti impersonavano più ruoli, in una girandola di travestimenti».
Con Peppe Barra nei panni di Razzullo e Lalla Esposito in quelli di Sarchiapone, sono in scena Luca De Lorenzo, che interpreta Armenzio e Lucifero, Serena De Siena, in Benino e Vergine Maria, Massimo Masiello, in Ruscellio e Diavolo oste, Antonio Romano, in Cidonio e Giuseppe, e Rosalba Santoro, in san Michele, Gabriele e Raffaele.
Le musiche di Giorgio Mellone sono eseguite da Pasquale Benincasa (percussioni), Giuseppe Di Colandrea (clarinetto), Agostino Oliviero (violino e mandolino) e Antonio Ottaviano (pianoforte).
Le scene sono di Carlo De Marino, i costumi di Annalisa Giacci e le luci di Luigi Della Monica, con l’aiuto regia di Francesco Esposito e l’organizzazione di Chiara Guercia. Lo spettacolo è prodotto da Ag Spettacoli e Tradizione e Turismo - Teatro Sannazaro.